*"La Passione della Chiesa negli scritti di Luisa Piccarreta"* *3. - La Chiesa è raffigurata in una donna maestosa e veneranda, ma oppressa e inferma. Ogni particolare dell’immagine ha un significato …Altro
*"La Passione della Chiesa negli scritti di Luisa Piccarreta"*

*3. - La Chiesa è raffigurata in una donna maestosa e veneranda, ma oppressa e inferma. Ogni particolare dell’immagine ha un significato preciso:*

"Avendo detto al Confessore i miei timori di non essere Volontà di Dio il mio stato [di vittima] e che, almeno per prova, avrei voluto provare a sforzarmi di uscire e vedere se riuscivo o no, il Confessore, senza fare le sue solite difficoltà, ha detto: “Va bene, domani proverai”.
Onde io sono rimasta come se fossi stata liberata da un peso enorme. Ora, avendo celebrato la Santa Messa e avendo fatto la Comunione, appena ho visto nel mio interno il mio adorabile Gesù, che mi guardava fisso, con le mani giunte, in atto di chiedere pietà e aiuto. E in questo mentre mi son trovata fuori di me stessa, in una stanza dove stava una donna maestosa e veneranda, ma gravemente inferma, in un letto con le spalliere tanto alte che quasi toccavano la volta; ed io ero costretta a stare al di sopra di questa spalliera, in braccio ad un sacerdote, per tenerla ferma e guardare la povera malata.
Onde io, mentre stavo in questa posizione, vedevo pochi religiosi che circondavano e apprestavano cure alla paziente, e con intensa amarezza dicevano tra loro: “Sta male, sta male, non ci vuole altro che una piccola scossa”. Ed io pensavo a tenere ferma la spalliera del letto, per timore che movendosi il letto potesse morire. Ma vedendo che la cosa andava per le lunghe e quasi infastidendomi dello stesso ozio, dicevo a colui che mi teneva: “Per carità, fammi scendere, io non sto facendo nessun bene, né dando nessun aiuto; a che pro stare così inutile? Almeno, se scendo posso servirla, aiutarla”.
E quello: “Non hai sentito che anche una piccola scossa la può peggiorare e succederle cose tristissime? Onde, se tu scendi, non essendoci chi mantiene fermo il letto, può anche morire”. Ed io: “Ma può essere possibile che facendo solo questo le possa venire questo bene? Io non ci credo. Per pietà, fammi scendere”. Quindi, dopo aver ripetuto varie volte queste parole, mi ha fatto scendere sul pavimento ed io sola, senza che nessuno mi tenesse, mi sono avvicinata all’ammalata e con mia sorpresa e dolore vedevo che il letto si moveva. A quei movimenti illividiva la sua faccia, tremava, faceva il rantolo dell’agonia. Quei pochi religiosi piangevano e dicevano: “Non c’è più tempo, è già agli estremi momenti”.
Poi entravano persone nemiche, soldati, capitani, per battere l’ammalata, e quella donna così morente si è alzata con intrepidezza e maestà per essere piagata e battuta. Io nel vedere ciò tremavo come una canna e dicevo tra me: “Sono stata io la causa, ho dato io la spinta a che succedesse tanto male”. E comprendevo che quella donna rappresentava la Chiesa inferma nelle sue membra, con tanti altri significati che mi pare inutile spiegare, perché si comprende leggendo quello che ho scritto. (Vol. 5°, 24.10.1903)

don Pablo Martín Sanguiao
Caterina Greco
fa il paio con questa visione qui