OBAMA. PRIMO PASSO VERSO L'EUTANASIA ? (Dal Giornale del Popolo organo della diocesi di Lugano)
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Obama: primo passo verso l'eutanasia?
Polemiche sulle norme per fine vita
di Gregorio Schira
Negli Stati Uniti di Barack Obama, senza che nessuno se ne accorgesse, è stata aperta la porta per l’eutanasia. I termini non sono ancora questi, ma la strada – nemmeno troppo lunga – potrebbe portare proprio lì.
A partire dal 1 gennaio – ha scritto in un lungo articolo il “New York Times” – il Governo degli Stati Uniti pagherà i medici del programma “Medicare” (che copre l’assicurazione medica e ospedaliera di 45 milioni di americani con più di 65 anni d’età) per avvisare i pazienti sulle scelte terapeutiche di fine vita, inclusa la possibile rinuncia alle cure per rimanere in vita nei casi di gravi incidenti o malattie. Ogni anno, gli statunitensi che beneficiano del programma “Medicare” hanno diritto a una visita medica e a controlli sullo stato di salute. E proprio all’interno di questa visita, i medici potranno informarli delle varie possibilità che hanno per “terminare al meglio” la propria esistenza terrena. I medici possono, quindi, dare informazioni su come preparare «direttive anticipate» per stabilire i limiti entro i quali le persone intendono essere curate se si trovassero in una situazione in cui non fossero in grado di prendere autonomamente decisioni inerenti le proprie cure.
La mossa di Obama è di quelle particolarmente furbe (e subdole). Già in una delle prime versioni della nuova legge sulla sanità USA era contenuto il tema delle operazioni terapeutiche di fine vita. Ma allora, era il 2009, i repubblicani, la Chiesa cattolica e altre congregazioni religiose, insorsero e sollevarono un vero e proprio vespaio sulle commissioni incaricate di studiare le nuove normi, che chiamarono «i panel della morte». L’ex candidata alla vicepresidenza USA e attuale leader del movimento dei Tea Party, Sarah Palin, disse che «le liste della morte» di Obama erano fatte per decidere a chi fornire le cure e a chi invece non darle, in pratica aprendo all’eutanasia. Stesse affermazioni furono fate da John Boehner (da sabato prossimo nuovo speaker della Camera). Il presidente Obama, allora, messo alle strette dall’opposizione repubblicana, promise che la nuova legge sanitaria «non avrebbe staccato la spina alla nonna», e tolse dal testo i riferimenti a un tema così scottante.
Ma ciò che non riuscì a far entrare dalla porta, come scriveva ieri il “Corriere della Sera”, Obama lo fa ora entrare dalla finestra. E questo grazie ad alcuni decreti applicativi (corollari, quindi, alla vera e propria legge) che entreranno in vigore proprio il 1 gennaio. Un decreto applicativo, in quanto documento amministrativo, passa quasi sempre inosservato. E così è accaduto anche stavolta, con i democratici in Parlamento molto attenti a dare al tutto la minor visibilità possibile. Come scrive ancora il “New York Times”, anzi, gli stessi autori della proposta confessano di parlarne poco proprio per non dare un appiglio ai repubblicani per rinfocolare la polemica sulle «liste della morte».
«La pianificazione anticipata delle cure – afferma l’amministrazione Obama – migliora le cure di fine vita, aumenta la soddisfazione di paziente e familiari e riduce lo stress, l’ansia e la depressione dei parenti che rimangono in vita». In pratica è come dire: prima li togliamo di mezzo, questi anziani, meglio è per tutti. E questo fa ancora più paura se si fa un ragionamento forse spinto un po’ troppo in là ma al contempo non così tanto fuori luogo: contando che l’80 percento della spesa sanitaria statunitense va ogni anno per i malati cronici gravi e gli anziani vicini al termine della propria vita, la tentazione di voler risparmiare sulla pelle dei più deboli diventa una prospettiva inquietantemente realistica.