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zagormau
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Dominando il corpo si dominano i sensi, la fantasia, il cuore, la volontà. LA VIRTÙ DELLA PAZIENZA 17 marzo 1972 (in una casa privata) Figli miei, sia pace e gioia ai vostri cuori, poiché quando vi …Altro
Dominando il corpo si dominano i sensi, la fantasia, il cuore, la volontà.

LA VIRTÙ DELLA PAZIENZA

17 marzo 1972 (in una casa privata)

Figli miei, sia pace e gioia ai vostri cuori, poiché quando vi riunite in preghiera noi siamo in mezzo a voi.
Io sono qui con una presenza tutta particolare, anche se non lascio mai il paradiso, dove rallegro gli angeli e i santi e dove, immersa nella Trinità beata, mi faccio interprete dei desideri di Dio presso gli uomini.
È presente in mezzo a voi il mio Gesù, che promise a suo tempo che dove due o più persone si fossero riunite nel suo nome, Egli sarebbe stato in mezzo a loro. Ma anche tutto il paradiso è aperto sopra il vostro capo, e mentre tutti i suoi abitanti gioiscono di ascoltarvi e di unire le loro preghiere alle vostre, procurano con ogni mezzo di sollecitare dal Padre quelle grazie di cui abbisognate.
Voi siete qui ed io, da buona Mamma, compio verso di voi quei doveri che voi pure compite verso i vostri figli.
Ogni bambino che viene al mondo deve crescere e voi gli procurate tutto ciò che gli necessita perché la crescita sia regolare e perché volete che sia rigoglioso e forte.
Io pure desidero che voi abbiate a crescere nella vita spirituale di pari passo con la vita fisica. Si è detto del mio Gesù che cresceva in età, sapienza e grazia. Così deve essere di voi. Di voi specialmente, che venite a raccogliere quegli insegnamenti vivi che vi vengono trasmessi con abbondanza e con semplicità. Non dovete lasciar cadere invano questa divina parola, che è come un alimento spirituale, ma dovete trarne profitto e vantaggio.
Dovete crescere fino a raggiungere la maturità, la perfezione. Le virtù che possedete in germe devono fiorire e da pianticelle devono divenire piante ubertose che né il vento né le bufere possano distruggere. Vale a dire: devono essere così solide che nessuna tentazione e nessuna cattiveria umana o diabolica possano annientare.
Vorrei che una virtù che ha particolare importanza nella vostra vita, voi procuraste di acquisire e di far ingigantire: è la virtù della pazienza. Se possedete la pazienza, entra nel vostro carattere quella pace e quella serenità che vi fa amabili. Io vi vorrei veramente pazienti. La pazienza è la virtù dei forti. È una virtù che tutti devono possedere perché in ogni cosa occorre esercitarla; ogni opera, grande o piccola, la richiede. Chi non la esercita per amore, la deve esercitare per forza, con grande scapito della sua felicità.
La pazienza rende padroni di se stessi. È come la briglia che mettete al cavallino che è il vostro corpo, che tenta sempre di imbizzarrirsi. Dominando il corpo si dominano i sensi, la fantasia, il cuore, la volontà. Chi sa vincere se stesso diventa capace di comandare agli altri, che si sentono come dominati da chi sa comandare a se stesso.
La pazienza è una virtù indispensabile nell'opera educativa, perciò viene richiesta alle mamme e ai papà. Il ritornare continuamente su insegnamenti e su correzioni mille volte ripetuti, richiede quella calma, quella dolcezza che solo chi è paziente possiede.
Anche verso voi stessi dovete esercitare questa virtù, poiché il ricadere continuamente negli stessi difetti, il costatare le vostre insufficienze, debolezze ed incapacità, il non poter realizzare i vostri sogni, il veder molte volte i vostri insuccessi per cui vi viene spontaneo di dire che la vostra vita è stata un fallimento, se tutto ciò non è sostenuto dalla pazienza, vi può portare ad una grande desolazione o alla disperazione.
Per ottenere la pazienza dovete spesso ritornare su voi stessi. Vedendo dove solitamente siete soliti mancare, vi verrà più facile fare un buon proposito e riprendere quel terreno che vi siete lasciati sfuggire.
Figli miei, ricordate bene che l'ira è un frutto dell'impazienza, da cui viene anche quella mancanza di carità che tanto dispiace a Dio.
Essere pazienti significa non far perdere agli altri la pazienza, ma sapere, nella sopportazione e comprensione, capire anche le loro necessità.
Se il desiderio di essere ubbiditi nel bene è vivo in voi, potrete essere tentati di credere che con le vostre impazienze potreste ottenere ciò che vi sta a cuore. Ma non è così. L'amore vince la morte, voi dite: ed è vero. Non dite che l'impazienza e la prepotenza avranno vittoria. Sarà il richiamo fatto con tenerezza, con amore e con dolce insistenza se volete, che voi potrete chiamare col nome di santa pazienza, che otterrà il suo frutto.
Questa santa pazienza, impegnatevi, figli, ad esercitare con tutti, in preparazione alla festa di Giuseppe, mio sposo, che nella sua vita fu modello di pazienza. Esercitatela in preparazione all'Annunciazione. Non poteva forse il mio Gesù comparire nel mondo senza bisogno di restare per nove mesi rinchiuso nel mio seno? E non mi preparai io stessa ad esercitare in modo eroico la pazienza nei lunghi anni in cui vissi tra gli uomini?
Figli, la pazienza di Dio che instancabilmente attende, chiama e invita tutti gli uomini al bene, sia lo specchio in cui possiate misurare fino a che punto dovete essere pazienti anche voi.
Vi benedico, figli, e benedico i vostri cari, vicini e lontani. Accompagnateli con le vostre preghiere e le vostre lacrime: nulla va perso!

MARIA MADRE E MAESTRA 5. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia