alda luisa corsini
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ll monastero senza nome di Bulzi: indagine archeologica sul sito di San Pietro delle Immagini

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I suoi frequentatori adesso non sono più dei fantasmi: un’accurata ricostruzione racconta chi è passato in questo misterioso sito dell’Anglona

Adesso non sono più dei fantasmi gli abitanti di San Pietro delle lmmagini. Un’accurata indagine archeologica, voluto dalla Diocesi di Tempio Ampurias e sostenuta dal Comune di Bulzi, racconta chi è passato in questo misterioso sito dell’Anglona.
Mangiavano in piatti di produzione iberica e islamica, avevano rapporti e scambi commerciali con tutta Europa e alla fine sono stati travolti dalle guerre tra gli aragonesi e i sardi. Gli archeologi hanno scoperto che erano dei monaci.

Il dato fondamentale del lavoro coordinato dall’archeologo Domingo Dettori è che la bellissima chiesa romanica solstiziale non è una cattedrale, ma l’oratorio di un monastero molto importante. Non si conosce, primo grande “giallo”, il nome del sito nel Medioevo, San Pietro delle Immagini è recente.

È stata trovata una moneta in lega d’argento (billone), che prova gli stretti legami con la Francia del XII-XIII secolo. Si tratta di un rarissimo e particolare conio emesso a Nevers in Borgogna, tra il 1193 e il 1199, da Pietro II signore di Courtenay (1155 – 1219) quando era Conte di Nevers.
Il responsabile dei Beni Culturali della Diocesi di Tempio, don Francesco Tamponi, spiega: «L’indagine ha individuato e portato alla luce le fondazioni dell’aula capitolare e delle cucine. Ma ci sono anche altre cose da scoprire, grazie a nuovi scavi». Ad esempio, all’interno della chiesa ci sarebbero i segni del passaggio dei Templari.

Tutti i materiali estratti e studiati da Cristina Mura, responsabile per la documentazione grafica, assieme agli assistenti allo scavo Giulia Fanari e Stefano Pintus dell’Università di Cagliari, sono stati catalogati con una prima schedatura, in attesa che, grazie alle collaborazioni già attivate con le università di Cagliari e di Sassari, possano essere analizzati in modo più approfondito.
Andrea Busia