Giosuè
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Come trovare la vera felicità, che non tramonta mai

La vera felicità che non tramonta mai la si trova in Dio. Ma come accedervi direte? Ve lo posso spiegare io perché l’ho trovata e la sperimento. La vera felicità nasce da un amore per Dio. E’ una fiamma che va alimentata continuamente, perché è fuoco, il fuoco dello Spirito Santo e brucia, arde ti appassiona dentro di te. Non è come quegli hobby che una volta praticati ti senti bene, ma poi hai sempre bisogno di qualcos’altro per passare il tempo o come la preoccupazione di arrivare al fine settimana facendo qualcosa di interessante e soprattutto passarlo con qualcuno per riempire un vuoto. Questo amore per Dio, invece è un refrigerio interiore, una dolce rugiada che sperimento dentro di me spiritualmente. E siccome Dio (è scritto nella Bibbia) non fa preferenza di persona, se ognuno di noi si pone nelle giuste condizioni, può sperimentare attraverso questo amore per Dio, una felicità e una gioia indicibili. In ogni caso la partenza di ogni partenza per iniziare questo cammino di felicità è la preghiera incessante, continua. Occorre iniziare in qualsiasi posto a pregare e non aspettare un momento durante il giorno per pregare, perché nel mio caso ho impiegato quarant’anni prima di comprenderlo, perché stavo ad aspettare un momento durante il giorno che non arrivava mai e io stesso non avevo la forza di iniziare. Naturalmente non si ha la forza di pregare se non si è fatta un’opera di purificazione interiore attraverso il Sacramento della S. Confessione, confessando anche i peccati che non si ricordano anche perché tanti, ma quando affiorassero confessare pure quelli. La nostra coscienza fa da sentinella alla nostra anima e Dio parla attraverso di essa e ci ricorda pregando la Madonna e lo Spirito Santo a fare una bella, santa confessione, confessando anche quel genere di peccati che per l’alto numero non sappiamo stabilire, ma che però possiamo includere in un conto per mese, per anni. Anche fossero tanti una volta confessati sperimenteremo una liberazione interiore. E’ il sangue versato da Gesù sul calvario, che misticamente ci raggiunge e ci libera dai lacci dei nostri peccati e da quelli dei demoni, che non ci permettono di convertirci. Ma ritorniamo alla preghiera. Occorre iniziare a pregare in ogni momento, dal lavoro a casa e viceversa, quando si fa anche un’attività che lascia libero anche il pensiero. Recitare soprattutto il Santo Rosario. Lo insegna S. Pio da Pietralcina che recitava molti Rosari al giorno. Voi affermerete: “il Rosario è una preghiera ripetitiva”. Io posso affermare per esperienza che non è vero! Dipende come viene recitato. Se avete l’esempio di persone che lo recitano in fretta e in modo meccanico, queste persone hanno capito poco della preghiera, ma non vanno comunque criticate, anche se con carità fraterna si cerca di spiegarglielo o insegnarlo. Ogni Ave Maria, pregata con il cuore non è ripetitiva, anzi… è un atto d’amore per Maria e Gesù. La Madonna raccomanda che la nostra sia una preghiera non frettolosa, ma del cuore, fatta passare per il cuore, meditata. Ogni Ave a Maria dovrebbe essere accompagnata da un sentimento del cuore che esprime: “Grazie o Maria”, “Ti amo o Maria”, “Vieni nel mio cuore Maria”. E lo stesso sentimento deve essere anche per Gesù. Solo così comprenderemo che il S. Rosario non è preghiera ripetitiva, ma una dolce cadenza. Ma voi direte: “belle parole, più facile dirsi che a farsi”. Già perché voi forse vi ritenete di bastare a voi stessi, di fare abbastanza, magari è trent’anni che andate a pellegrinaggi e fate parte di un gruppo di preghiera. Poveri voi se fosse così, perché vi private di un mare di grazie e di felicità, di forza interiore e delle stesse virtù teologali: fede, speranza, carità. Qualche sapiente di spicco a questo punto mi darà una “bachettata”, affermando che sono fuori strada. E io invece posso citando il Vangelo affermare che Gesù con i discepoli discuteva sul fatto di pregare sempre, continuamente senza mai stancarsi (Vangelo di Luca 18,1). Inoltre, è preghiera far sì che ogni azione del nostro giorno sia posta sotto la guida di Dio, sia esso il lavoro, sia un momento di svago, sia una prova difficile, se queste offerte a inizio giornata sono incluse in una preghiera (“Atto di offerta giornaliera” vedasi in questo link: pacenelcuore.com/preghiere/). Naturalmente la preghiera recitata ci rende maggiormente vicini a Dio ed è l’atto più grande d’amore che si possa fare per i nostri fratelli, perché la preghiera arriva là dove le nostre opere non possono arrivare. Così come l’accettazione della sofferenza unita ai meriti di Gesù, venendo posta misticamente nel suo cuore di Gesù, contribuisce a salvare anime. Così soleva ripetere qualcuno dei santi mistici nelle rivelazioni di Gesù. Inoltre le virtù teologali in quanto virtù, quindi doni, sono grazie che Dio ci dona per vivere bene la nostra condizionei di cristiani. Diversi anni fa esistevano delle preghiere proprio per invocare ognuno di questi doni: la fede, la speranza, la carità. Una volta richiesti questi doni a noi spetta di viverli. Non siamo noi ad attivare la speranza, la fede, l’amore, altrimenti attiveremo un amore povero, umano, una fede contingente, relativa a chiedere a Dio solo le cose materiali, oppure una speranza che confida nell’avere le cose che ci sono necessarie, ma senza chiedere quelle che ci salvano l’anima. Ecco perché occorre chiedere queste virtù, perché poi possiamo sperimentarle dentro di noi, nel modo che vuole Dio e sentirci uniti a Lui.

Giosuè