Gli Eletti del Signore
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Avviso: il 22 Agosto indicherò da quale data di settembre parlerò dell'Avvertimento e soprattutto delle presunte apparizioni di Garabandal, con molti punti che non tornano e portano solo confusione …Altro
Avviso:
il 22 Agosto indicherò da quale data di settembre parlerò dell'Avvertimento e soprattutto delle presunte apparizioni di Garabandal, con molti punti che non tornano e portano solo confusione inutile.

Dato l' enorme numero di persone che hanno già notato molti fatti che portano dubbi, è utile chiarire,

grazie anche alle letture che ho fatto di avvenimenti con Esorcisti,

di che cosa è capace il nostro nemico,il diavolo,in un tempo di oscurità spirituale come questo che aumenterà fino al suo picco massimo.

Molti pensano all' Avvertimento,a qualcosa di terribile per tutti,e dopo ci sarà il grande Miracolo,come sarebbe stato affermato dai presunti veggenti di Garabandal,ma le cose andranno in maniera diversa sul contesto degli avvenimenti.

Metterò in modo preciso da Settembre in poi, tutto ciò che può essere utile a capire cosa è veramente successo a Garabandal,i quattro veggenti, i punti che non tornano, il vero avvertimento come sarà in base alle rivelazioni di Anguera,alle Sacre Scritture e ad alcuni mistici della Chiesa.

La confusione regna,ma la Verità toglierà sempre i frutti della confusione.

La data in cui inizierò a postare e parlare di questo contenuto lo indicherò il 22 Agosto.

A cura di Alex,
del canale "Gli Eletti del Signore".
demaita
Grazie. Citazione di Maria de Agreda: ottima. Da collegare a quanto Maria SS.ma disse nel 1947 a Bruno Cornacchiola alle Tre Fontane-Roma: "Sappi, che il mio corpo, rimasto sempre immacolato, non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli vennero a prenderlo al momento del mio trapasso"..
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L'anima di Maria santissima entrò nell'empireo; poi, ad imitazione di Cristo nostro redentore, tornò sulla terra a risuscitare il suo santo corpo, con il quale il terzo giorno dopo la propria morte salì un'altra volta alla destra del Signore.
760. A proposito della gloria e della felicità di cui partecipano i santi nella visione beatifica, san Paolo dice con Isaia che occhio mortale non ha visto …Altro
L'anima di Maria santissima entrò nell'empireo; poi, ad imitazione di Cristo nostro redentore, tornò sulla terra a risuscitare il suo santo corpo, con il quale il terzo giorno dopo la propria morte salì un'altra volta alla destra del Signore.

760. A proposito della gloria e della felicità di cui partecipano i santi nella visione beatifica, san Paolo dice con Isaia che occhio mortale non ha visto, né orecchio ha udito, né cuore umano ha potuto penetrare quello che Dio ha preparato per coloro che lo amano e che in lui sperano. Conformemente a questa verità professata secondo la fede cattolica, non stupisce ciò che si racconta sia successo a sant'Agostino: nonostante fosse un grande luminare della Chiesa, mentre si accingeva a scrivere un trattato sulla condizione dei beati, gli apparve il suo grande amico san Girolamo, che in quel momento era morto ed entrato nella gioia del Signore, e lo disingannò, dichiarandogli che non avrebbe potuto conseguire il suo intento come desiderava, dal momento che nessuna lingua né penna degli uomini sarebbe stata in grado di manifestare la minima parte dei beni goduti dagli eletti in paradiso. Quand'anche di quella realtà non avessimo altra testimonianza dalla sacra Scrittura se non il sapere che è definitiva, ciò supererebbe già la nostra capacità di comprensione, che non può raggiungere l'eternità neppure con grandi sforzi, poiché Dio, per quanto lo si possa conoscere e amare in misura crescente, è inesauribile ed incomprensibile. Egli chiamò all'esistenza tutte le cose senza che queste consumassero il suo potere; neanche se creasse innumerevoli altri mondi sarebbe indebolito, perché rimarrebbe sempre infinito ed immutabile. Allo stesso modo, nonostante i santi che lo contemplano e ne godono siano un numero incalcolabile, egli resta da essere conosciuto ed amato senza fine; infatti, sia nella vita mortale sia in quella incorruttibile, ciascuno partecipa di lui in maniera limitata e in base alla propria disposizione.

761. Se, per tale motivo, la gloria di un beato qualsiasi, fosse anche il più piccolo, è ineffabile, che diremo di quella di Maria santissima, lei che, fra i santi, è la più simile al suo Figlio? Che diremo, se anche nella grazia li supera tutti, come l'imperatrice o la regina i suoi vassalli? Questa verità si può e si deve credere, ma finché siamo nel mondo non è possibile intenderla, né spiegarne la minima parte, perché la sproporzione e l'insufficienza delle nostre parole la possono più oscurare che chiarire. Adoperiamoci dunque ora non per comprenderla, ma per meritare che ci sia manifestata nella futura esistenza, quando otterremo la felicità che speriamo in misura maggiore o minore a seconda delle opere compiute.

762. Il nostro Redentore entrò nel cielo, avendo alla sua destra l'anima immacolata della Madre. Ella fu la sola tra i mortali a non dover passare attraverso il giudizio particolare, che quindi per lei non ebbe luogo. Non le fu chiesto conto dei benefici ricevuti, né le venne imputato alcun peccato, come le era stato promesso al momento in cui era stata preservata dalla colpa d'origine, era stata eletta regina e aveva avuto il privilegio di non essere sottomessa alle leggi dei figli di Adamo. Per la stessa ragione, alla fine dei tempi comparirà ancora alla destra del Signore, a lui associata nel giudizio universale a cui ella, a differenza degli altri, non sarà sottoposta. Se nel primo istante della sua concezione fu aurora limpidissima e rifulgente, carezzata dai raggi del Sole divino al di sopra dello splendore dei più ardenti serafini; se in seguito si sollevò sino a toccare lo stesso Dio quando il Verbo si unì con la sua purissima sostanza nell'umanità di Cristo, ne conseguiva che per tutta l'eternità ella fosse sua compagna, con la somiglianza possibile tra Figlio e Madre, essendo egli Dio e uomo ed ella semplice creatura. Con questo titolo il Salvatore la presentò all'Altissimo, al quale si rivolse in presenza dei beati attenti a questa meraviglia; gli disse: «Padre mio, la mia amantissima Madre, vostra cara figlia e diletta sposa dello Spirito Santo, viene a ricevere il possesso della corona imperitura che le abbiamo preparato in premio dei suoi meriti. Questa è colei che nacque tra gli uomini come rosa tra le spine, intatta, pura e bella, degna di essere accolta nelle nostre mani, là dove non arrivò nessun altro e dove non possono pervenire quanti sono stati concepiti nel peccato. È lei la nostra prescelta, unica e singolare, alla quale abbiamo dato di accedere alle nostre perfezioni, superando la comune legge dei mortali; è in lei che abbiamo depositato il tesoro della nostra divinità inaccessibile; è lei che con fedeltà assoluta ha conservato e fatto fruttificare i talenti che le abbiamo affidato; è lei che non si è mai allontanata dalla nostra volontà e che ha trovato grazia ai nostri occhi. Padre mio, il tribunale della nostra misericordia e giustizia è rettissimo e ricompensa con abbondanza i servizi dei nostri amici. È giusto che a mia Madre, in quanto tale, sia concesso il premio; se nella vita e nelle opere mi fu simile, per quanto lo possa una semplice creatura, deve esserlo pure nella gloria e nel posto che occuperà accanto alla nostra Maestà, affinché dov'è la santità per essenza vi sia anche la somma santità per partecipazione».

763. Questo decreto del Verbo incarnato venne approvato dal Padre e dallo Spirito Santo. Subito l'anima santissima di Maria fu innalzata alla destra del suo figlio e Dio vero e collocata sul seggio regale della beatissima Trinità, a cui né uomini, né angeli, né serafini giunsero o giungeranno mai. In ciò consiste la sublime ed eccellente superiorità della nostra Signora: essere assisa sul medesimo trono delle Persone divine quale imperatrice, mentre i santi occupano il posto di servi e ministri del supremo Re. All'eminenza di quella posizione, inarrivabile per chiunque altro, nella Vergine immacolata corrispondono le doti di gloria, comprensione, visione e fruizione, perché ella gode al di sopra e più di tutti di quell'oggetto infinito, del quale in paradiso si sperimenta il gaudio per gradi e varietà innumerevoli. Nessuno tra i beati conosce, penetra, intende l'essere divino e i suoi attributi come lei; nessuno le è pari nell'amare e nel gioire dei misteri imperscrutabili dell'Altissimo. Inoltre, sebbene tra la gloria della Trinità e quella della Regina del cielo vi sia una distanza illimitata, poiché la luce della Divinità è inaccessibile e in essa sola si trova l' immortalità, sebbene nelle doti anche l'anima santissima di Cristo superi senza misura sua Madre, pure lo splendore di lei è di gran lunga più intenso di quello dei santi, somigliando a Cristo in una maniera incomprensibile e incomunicabile nella vita presente.

764. È intraducibile in parole la nuova esultanza che i beati acquistarono quel giorno, componendo e cantando nuovi cantici di lode all'Onnipotente e alla sua Figlia, madre e sposa, nella quale egli esaltava le opere della sua destra. E benché nel Signore la gioia interiore non possa accrescersi perché è immutabile ed infinita sin dal principio, in quest'occasione le dimostrazioni esteriori della sua compiacenza nell'adempimento dei suoi eterni disegni furono maggiori. Dal trono regale infatti usciva una voce come se fosse stata della persona del Padre, che diceva: «Nella glorificazione della nostra amatissima Figlia i nostri desideri sono stati appagati e la nostra santa volontà è stata pienamente eseguita. Dal nulla, abbiamo dato l'essere ad ogni vivente, affinché fosse partecipe dei nostri beni e tesori incommensurabili, conformemente alla nostra immensa bontà. Intanto gli stessi che noi facemmo capaci di ricevere la vita divina hanno reso inutile per sé questo beneficio. Solo la nostra diletta Figlia non ebbe parte alla disubbidienza degli altri e meritò ciò che essi hanno disprezzato da indegni figli della perdizione. Mai, in nessun momento, ella ha tradito il nostro amore; a lei spettano i premi che con il nostro comune e condizionato volere avevamo preparato per gli angeli ribelli e per gli uomini che li hanno imitati, se avessero tutti cooperato con la grazia loro concessa rispondendo alla nostra chiamata. Con il suo abbandono e la sua obbedienza, ella ha compensato questa ingratitudine, ci ha dato pieno compiacimento nelle sue azioni e ha meritato di sedere accanto alla nostra Maestà».

765. Il terzo giorno dopo che Maria santissima aveva cominciato a godere di questa gloria per non lasciarla più, Dio manifestò ai santi la volontà di far tornare l'anima del la Vergine sulla terra perché, riunendosi al suo corpo, lo risuscitasse e fosse di nuovo sollevata in corpo ed anima alla destra del Figlio senza aspettare la generale risurrezione dei morti. Gli eletti non potevano ignorare l'opportunità di tale dono, conseguenza delle prerogative da lei ricevute e della sua sublime dignità di regina dell'universo, giacché anche per i mortali è talmente credibile che, qualora la santa Chiesa non l'avesse riconosciuta, sarebbe stato giudicato empio e insensato colui che avesse preteso di negarla. In quella circostanza, tuttavia, i beati ne compresero la convenienza con maggior chiarezza e, non appena il Signore manifestò loro in se stesso la sua decisione, ne conobbero pure il momento preciso. Quando giunse, Cristo scese dal cielo con l'anima della Madre purissima alla sua destra, accompagnato da molte legioni di angeli e dagli antichi padri e profeti. Arrivarono al sepolcro nella valle di Giosafat e, stando tutti davanti a quel tempio verginale, il Salvatore si rivolse ai santi dicendo:
766. «Mia Madre fu concepita senza colpa, affinché dalla sua sostanza immacolata prendessi l'umanità con cui io venni nel mondo e lo redensi dal peccato. La mia carne è la sua carne, ed ella ha collaborato con me all'opera della salvezza. Per questo devo risuscitarla, come io stesso risuscitai da morte, e voglio che ciò avvenga nel medesimo tempo e alla medesima ora, per renderla completamente simile a me». I giusti dell'antica alleanza con nuovi inni ringraziarono il Creatore per il beneficio compiuto; in particolare si distinsero i nostri progenitori Adamo ed Eva e dopo di essi sant'Anna, san Gioacchino e san Giuseppe, i quali avevano speciali ragioni per magnificare Dio in quella meraviglia della sua onnipotenza. Subito, per ordine del Figlio, l'anima della gran Signora entrò nel corpo castissimo e lo risuscitò, dandogli vita immortale e gloriosa e comunicandogli le quattro doti di chiarezza, impassibilità, agilità e sottigliezza che le sono proprie.


767. Così Maria santissima in anima e corpo uscì dal sepolcro senza rimuovere il masso che lo sigillava, né mutare la posizione della tunica e del sudario che avevano ricoperto la salma. È impossibile narrare come la bellezza della Vergine beata rifulgesse, e perciò non mi trattengo a farlo. Mi basta dire che ella diede all'Unigenito del Padre la forma di uomo nel suo talamo inviolato e gliela diede limpida e senza macchia perché riscattasse il genere umano. In cambio sua Maestà, con questa nuova grazia, le conferì una magnificenza analoga alla sua. In tale corrispondenza tra Figlio e Madre, tanto misteriosa e divina, ciascuno fece quello che poté: Maria generò Cristo simile a se stessa in quanto fu possibile e Cristo risuscitò Maria comunicandole la sua gloria, nella misura in cui ella poté riceverla in quanto semplice creatura.

768. Dal sepolcro prese avvio una solenne processione che si allontanò progressivamente verso l'alto, mentre si udiva una musica paradisiaca. Ciò accadde alla medesima ora della risurrezione del nostro Salvatore, nella domenica successiva al transito di sua Altezza, dopo la mezzanotte. Per questo motivo, sul momento il prodigio non fu noto a tutti gli apostoli, ma solo a quelli che vegliavano al sacro sepolcro. I santi e gli angeli entrarono nell'empireo nell'ordine in cui erano partiti dalla terra; da ultimo venivano il Redentore e, alla sua destra, la Regina vestita con abiti in tessuto d'oro - come dice Davide -, tanto bella da suscitare l'ammirazione dei cortigiani del cielo, che si volsero a guardarla e a benedirla con rinnovato giubilo e canti di lode. Si udirono allora quegli elogi misteriosi che di lei lasciò scritti Salomone: «Uscite, figlie di Sion, a vedere la vostra Signora, che le stelle mattutine esaltano e i figli dell'Altissimo festeggiano. Chi è costei che sale dal deserto come un bastoncino di profumi aromatici'? Chi è costei che sorge come l'aurora, più bella della luna, fulgida come il sole, e terribile come schiere a vessilli spiegati? Chi è costei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto, spargendo delizie in abbondanza? Chi è costei, nella quale Dio stesso ha trovato compiacimento più che in tutte le creature, al di sopra delle quali egli la solleva fino alla sua inaccessibile luce e maestà? Oh, meraviglia mai vista! Oh, novità degna della sapienza infinita! Oh, prodigio di quell'onnipotenza che tanto magnifica ed innalza la sua umile serva!»
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769. Rivestita di questa gloria, la vergine Maria giunse in corpo e anima al cospetto delle tre divine Persone, che l'accolsero con un abbraccio indissolubile. Il Padre le disse: «Salite più in alto degli altri viventi, mia eletta, figlia e colomba mia». E il Verbo incarnato: «Madre mia, voi che mi avete dato l'umanità e, imitandomi perfettamente, avete contraccambiato tutto il bene che ho fatto, ricevete ora dalle mie mani il premio da voi meritato». E lo Spirito Santo: «Mia sposa amatissima, entrate nella gioia perenne che corrisponde al vostro fedelissimo amore: amate e godete senza più preoccupazioni, poiché l'inverno del soffrire è già passato e siete giunta all'eterno possesso dei nostri amplessi». Ella rimase assorta nella Trinità santissima e come sommersa da quello sconfinato abisso del mare divino, mentre i santi erano pieni di stupore e di nuovo gaudio accidentale. Poiché l'opera dell'Onnipotente si manifestò con ulteriori meraviglie, ne riferirò qualcosa, se potrò, nel prossimo capitolo.

Insegnamento della Regina del cielo

770. Figlia mia, è deplorevole ed inescusabile l'ignoranza degli esseri umani nel non rammentare di proposito la gloria che il Signore riserva per coloro che si dispongono a meritarla. Voglio che tu pianga amaramente questo oblìo così pernicioso e che te ne dolga; chi volontariamente dimentica la felicità imperitura, infatti, è in evidente pericolo di perderla. Nessuno ha una buona scusa al riguardo, non solo perché conservarne la memoria o cercare di acquistarla non costa troppa fatica, ma anche perché, al contrario, tutti si danno molto da fare, spendendo ogni loro energia, per scordarsi dello scopo per il quale furono creati. Di certo una simile trascuratezza nasce dal fatto che essi si abbandonano alla superbia della vita, all'avidità degli occhi e alla concupiscenza della carne. Impiegando in ciò ogni facoltà dell'anima e l'intero arco dell'esistenza, non resta loro né sollecitudine, né attenzione, né spazio per pensare con calma, o anche senza calma, alla celeste beatitudine. Dicano intanto gli uomini e confessino se tale ricordo reca loro più travaglio del seguire le cieche passioni procurandosi riconoscimenti e piaceri transitori, che presto svaniscono e che molte volte essi, dopo essersi tanto affannati, neppure conseguono.

771. Quanto è più facile per i mortali non cadere in siffatta perversità! Lo è soprattutto per i figli della Chiesa, i quali custodiscono la fede e la speranza, che senza alcuno sforzo insegnano loro questa verità! E quand'anche conseguire il gaudio perenne richiedesse loro un impegno pari a quello necessario per ottenere prestigio e beni apparenti, sarebbe davvero grande pazzia affaticarsi per il falso e le pene eterne come per il vero e l'eterna gloria. Tu conoscerai molto bene, figlia mia, questa detestabile stoltezza e su di essa piangerai, se consideri il tempo in cui vivi, così turbato da guerre e discordie. Rifletti: sono numerosi gli infelici che vanno in cerca della morte per una breve e vana ricompensa di onore, di vendetta e di altri vili interessi del genere, non curandosi del loro destino più di quel che farebbero se fossero irragionevoli. Sarebbe una fortuna per loro estinguersi con la morte corporale, come accade a quelle cose che con tanta avidità ricercano, ma poiché la maggior parte di essi opera contro la giustizia e coloro che pur praticandola vivono immemori del proprio fine ultimo, gli uni e gli altri muoiono per sempre.

772. Questo dolore è più grande di ogni altro ed è una disavventura senza pari. Affliggiti, lamentati e piangi inconsolabilmente per la rovina di tante anime riscattate dal sangue di mio Figlio. Ti assicuro, carissima, che, se gli esseri umani non ne fossero indegni, la carità mi indurrebbe ad inviare loro dal cielo, dove mi trovo nella gloria a te nota, parole che potessero essere sentite in tutto il mondo. Gridando direi: «Uomini mortali ed ingannati, che cosa fate? Per che cosa vivete? Sapete per caso che cosa sia vedere Dio faccia a faccia, partecipare del suo splendore e godere della sua compagnia? A che cosa pensate? Chi vi ha turbato ed oscurato la capacità di giudizio? Che cosa otterrete se perdete questo vero bene senza averne altro? La fatica è breve, il godimento infinito e la pena eterna».

773. Tu, compenetrata da un simile dolore che io cerco di risvegliare in te, impegnati con ogni sollecitudine per non incorrere nel medesimo pericolo, tenendo presente quale vivo esempio la mia vita, che come sai fu un continuo intenso patire; quando giunsi a ricevere il premio, però, tutto quello strazio mi parve un niente e lo scordai come se fosse stato una cosa da poco. Risolviti a seguirmi nella sofferenza, o amica, e, se questa fosse più acuta di quella di tutti i mortali, considerala leggerissima: nulla ti sembri difficile, gravoso o molto amaro, anche se si trattasse di passare per il ferro e il fuoco. Stendi la mano a compiere gesta eccelse e fornisci i sensi, che sono i tuoi domestici, delle doppie vesti del soffrire e dell'agire con ogni tua facoltà. Nello stesso tempo, voglio che non ti lasci contagiare da un altro comune errore dei figli di Adamo, i quali dicono: «Contentiamoci di assicurarci la salvezza: ottenere maggiore o minore gloria non ha molta importanza, poiché staremo tutti in paradiso». Una tale ignoranza, figlia mia, deriva da grande stoltezza e da scarso amore verso Dio e perciò non garantisce la salvezza, ma anzi la mette a repentaglio; coloro che pretendono di fare con l'Onnipotente questi patti lo disobbligano e lo spingono a lasciarli nel pericolo di perdere la beatitudine stessa. La fragilità umana opera nel bene in misura sempre inferiore rispetto al suo desiderio, per cui, quando questo non è ardente, realizza molto poco e rischia di essere privata della vita eterna.

774. Chi si accontenta della mediocrità e del minimo grado di virtù lascia sempre spazio, nella volontà e nelle inclinazioni interiori, ad altri affetti per cose terrene e lo fa di proposito. Un amore del genere non può essere conservato senza che si trovi subito in opposizione all'amore divino: è impossibile perciò voler mantenere l'uno e l'altro contemporaneamente. Quando la creatura decide di amare Dio con tutto il cuore e con tutte le forze, come egli comanda, il Signore medesimo tiene in conto questa determinazione anche se l'anima, a causa di altri suoi difetti, non raggiunge i beni più sublimi. Il disprezzarli, però, o il non dare loro valore intenzionalmente non è da figli, né da veri amici; al contrario è da schiavi che si contentano di vivere tralasciando il resto. Se i santi potessero ritornare ad acquistare qualche grado di gloria col soffrire i tormenti del mondo intero fino al giorno del giudizio, di certo lo farebbero, perché conoscono realmente quanto valga il premio e amano Dio con carità perfetta. Non conviene che sia loro accordata simile possibilità che invece fu concessa a me, come hai scritto in questa Storia. Col mio esempio ciò resta confermato e viene comprovata l'insipienza di quelli che, per evitare di abbracciare la croce di Cristo, vogliono una mercede limitata, andando contro la disposizione della bontà infinita dell'Altissimo, il quale desidera che le sue creature abbiano molti meriti e siano ricompensate copiosamente con la suprema felicità del cielo.

tratto da "La mistica città di DIO", di Suor Maria D'Agreda

Buona Festa dell'Assunzione di Maria in Cielo

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Meditiamo su cosa è capace la Vergine Maria,su come parla e di non perdere tempo in ciò che ci impedisce con forza di camminare con la Regina del Cielo. Questi scritti di Suor Maria D'Agreda con Maria che parla alla fine sono lumi che fanno capire che cosa la Madre della redenzione vuole dalle anime, e

i pastori infedeli che desiderano un modernissimo dovrebbero leggere bene che cosa significa non essere nella Grazia di DIO attraverso Maria e quanto terribile lo sarà per chi presume di voler cambiare gli insegnamenti del passato.
Nicola D.B.
Assurdo credere ad Anguera dove la presunta Madonna elogia il falso papa bg, e indagare su Garabandal su nozioni avute da....satana negli esorcismi.? Siete propri ingenui a credere al mentitore fin dal principio e non ai veri segni del Cielo. Ci sarebbe da ridere se non venisse da piangere invece....
Gli Eletti del Signore
@Nicola D.B. La Madonna ad Anguera non ha elogiato Papa Francesco, tutto il contrario. Scusami, Mostra in quale messaggio dal canale ufficiale di Anguera è stato detto tutto ciò... Nemmeno uno. Leggere gli eventi già accaduti negli Esorcismi per distinguere le possesioni ,le vessazioni,le ossessioni non è assolutamente assurdo come le raccomandazioni degli esorcisti (tenendo sempre ciò che la …Altro
@Nicola D.B. La Madonna ad Anguera non ha elogiato Papa Francesco, tutto il contrario. Scusami, Mostra in quale messaggio dal canale ufficiale di Anguera è stato detto tutto ciò... Nemmeno uno. Leggere gli eventi già accaduti negli Esorcismi per distinguere le possesioni ,le vessazioni,le ossessioni non è assolutamente assurdo come le raccomandazioni degli esorcisti (tenendo sempre ciò che la Chiesa insegna)non sono assurdi da leggere se sappiamo fare discernimento,se tutti i giorni preghiamo costantemente e ci convertiamo. Ci sono contradizioni e fatti avvenuti su Garabandal che non rispecchiano, assolutamente,la morale cattolica sui veggenti, la loro condotta,le estasi, alcune dichiarazioni sconosciute da molti. Io non sono un Cattolico che sceglie le apparizioni che piacciono o no, oppure al primo colpo dico che siano vere o false in base a ciò che nei messaggi mi piace o no. Metto al primo posto ciò che la Chiesa insegna e lo confronto con esperienze vere. Mi interessa la Verità fino in fondo con ciò che la Chiesa insegna nel suo Magistero Cattolico. Se delle anime seguono apparizioni che hanno contradizioni con fatti chiari, è mio dovere anche se laico,di consigliare i pericoli e gli inganni, anche al costo del martirio. Il Giudizio dipende dai frutti,e non dai piaceri su come vorrei che la Madonna apparisse o parlasse. Poi,
Anche i santi, come Santa Gemma Galgani, Santa Veronica Giuliani hanno lottato contro il demonio,eppure non è assurdo leggere le loro vite e imparare a riconoscere ciò che il maligno può fare ingannando se possibile. Dunque, se non riusciamo a distinguere questi passi, sarà difficile distinguere le Apparizioni della Vergine Maria,e sarà facile giudicare false senza prove chiare e precise i veri segni dall'Alto. Le Apparizioni di Anguera sono vere e in linea con il vero Magistero Cattolico. Il Vescovo ha autorizzato la diffusione dei messaggi di Anguera fino ad adesso. Il Veggente e il gruppo di preghiera di Anguera difendono la Verità, recitano il Rosario e la Divina Misericordia tutti i giorni sul canale pubblico,cosa che altri veggenti non fanno fino adesso... Oltre quaranta Profezie di Anguera sulla Chiesa e su eventi precisi si sono avverate. Non è obbligatorio credere ad Anguera,ma è doveroso rimanere fedeli alla vera Dottrina Cattolica, essere miti e umili di cuore,amare e difendere la Verità. DIO CHIEDERÀ CONTO di tutto ciò che è falso a coloro che hanno ingannato anime dalla strada della Verità e Santità. Questo la Chiesa lo ricorda. Pace e Bene.
Nicola D.B.
Te lo puoi cercare il messaggio in cui lo chiama il suo caro figlio. Poi ognuno creda ciò che vuole, ma di Anguera è risaputo ormai da qualche anno che è tutto falso.