Secondo la leggenda, il potere di Roma era garantito da sette oggetti sacri, chiamati Pignora Imperii, custoditi all’interno della città. Alcuni di essi vennero portati nel Lazio da Enea, durante la fuga da Troia in fiamme.
Il Palladio è una misteriosa statua che rappresenta Pallade, la cara amica di Atena che la dea uccise per errore e che commemorò tramite questa scultura. Venne sottratto dalle mura di Troia da Ulisse e Palamede, e senza la sua protezione, la città di Priamo cadde.
Altri oggetti trasportati da Enea erano lo scettro di Priamo e il velo di sua figlia Iliona, la principessa troiana che, vinta dalle disgrazie, si tolse la vita.
Vi erano poi le ceneri di Oreste, il figlio di Agamennone che, tormentato dalle Erinni dopo aver ucciso la madre, per vendicare l’assassinio del padre, andò in pellegrinaggio nella Tauride, ritrovando la sorella Ifigenia e portandola in Italia, dove instaurò il culto di Diana ad Ariccia.
La salvezza di Roma era garantita anche dalla pietra di Cibele, una pietra nera, a forma di cono, che si diceva fosse caduta dal cielo e che venne portata a Roma durante le Guerre Puniche per assicurare protezione all’Urbe.
Gli altri preziosi tesori erano di origine italica: la quadriga di Veio, opera di uno scultore etrusco e gli Ancilia, i dodici scudi tra i quali si nascondeva l’originale, caduto dal cielo e dono del dio Marte a re Numa Pompilio.