đź”´ Mistero sulla lettera del card. Bertello

Qualche giorno fa vi avevamo dato la notizia: Il coronavirus è una bomba sulle finanze vaticane. Card. Bertello: “Serie ripercussioni”.

Ora si aggiunge un tassello, anzi una fondata domanda: la lettera è mai stata diramata? E se non lo è stata, perché è finita nelle mani de Il Messaggero? C’è forse qualcosa che non torna?
Sia chiaro: a prescindere da ogni ulteriore considerazione risulta di piana evidenza l’impatto della pandemia sulle finanze d’Oltretevere. Questo vale con o senza la lettera protocollata. Pare comprensibile a chiunque abbia un minimo di realismo che i conti vaticani subiranno un contraccolpo non trascurabile. Il senso profondo della questione è lì e solo questo è il motivo dell’interesse che la narrazione muove.

Ad aggiungere però qualche elemento interessante è korazym.org.

Grassettature nostre:
Tre testate vicine al Domus Sanctae Marthae, Faro di Roma, Vatican Insider e Avvenire non hanno rilanciato la notizia del Messaggero.
Sotto la nostra lente fino a quel momento non vi è nulla da eccepire, tranne per un piccolissimo, ma non trascurabile particolare: in tutti gli articoliviene dato per scontato, nonché come “fatto avvenuto”, che la presunta lettera “8 aprile” a firma del Cardinale Bertello, indirizzata agli Uffici della Segreteria Generale, ai Direttori e ai Capi degli Uffici Centrali, al Direttore Amministrativo della Farmacia Vaticana e al Direttore della Specola Vaticana, sia stata diramata.


Si noti qui accidentalmente che una delle tre testate “vicine al Domus Sanctae Marthae” – il Faro di Roma – giusto oggi ha pubblicato, con gran visibilità, un video della stessa giornalista de Il Messaggero che ha fatto lo “scoop” su Bertello e le finanze vaticane (Franca Giansoldati), introducendola con una foto che la ritrae con Bergoglio. Ma andiamo avanti con l’articolo di korazym:
Bene, questa notizia ad oggi (17 aprile 2020) non può essere confermata, in quanto la suddetta lettera su tanto di carta intestata del Presidente del governatorato, numero di protocollo AS/06062/2020 e data dell’8 aprile 2020, nella quale vengono citati impropriamente anche i dipendenti della Santa Sede (che sono fuori dalle proprie competenze) è ancora ferma in porto proprio, come un sommergibile in fase di manutenzione, che galleggia ormeggiato a motori spenti.

La nostra lente evidenzia quindi un fatto insolito, per una lettera di tale levatura: il Presidente del Governatorato SCV ha competenza sui dipendenti del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ma nella presunta lettera “8 aprile”, il Cardinale Bertello cita “tutti coloro che sono al servizio della Santa Sede”, ambito chiaramente di esclusiva competenza del Segretario di Stato.

Si prosegue:
La nostra lente svela, per chi non lo sapesse, che nella Città del Vaticano convivono due “mondi lavorativi”, ben distinti e non sovrapponibili:
– i dipendenti della Santa Sede che rispondono al RGCR, il famoso Regolamento Generale della Curia Romana (che conosco quasi a memoria dopo 30 anni di servizio) e fanno capo al Segretario di Stato di Sua Santità e di conseguenza al Sostituto per gli Affari generale della Prima Sezione della Segreteria di Stato;
– i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano che rispondono al Regolamento Generale per il Personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e fanno capo al Presidente del Governatorato S.C.V. e di conseguenza al Segretario Generale.
Sono due mondi vicini e opposti, due mondi con due vertici chiari e distinti, i quali non possono sconfinare in altro campo, che non sia il proprio.
Nella presunta lettera “8 aprile”, il Cardinale Bertello si rivolgerebbe ai dipendenti che prestano la loro opera sia alla Santa Sede sia allo Stato della Città del Vaticano, e questo fatto è un fatto palesemente in contrasto alle competenze della figura del Presidente del Governatorato.
Noi riteniamo che se una lettera porta la firma del Cardinale Bertello, lo stesso possa rivolgersi solo ed esclusivamente ai Dipendenti del Governatorato S.C.V. Se lo stesso scrive una lettera in cui coinvolge la Santa Sede e la Curia romana, delle due l’una, o è un falso o è un enorme abbaglio.

La presunta lettera del Cardinale Bertello datata “8 aprile”, nella quale si parla di Santa Sede e Curia romana è scritta sulla carta intestata del Presidente del Governatorato S.C.V. e porterebbe la sua sola firma (comunque, va rilevato che Il Messaggero pubblica solo la prima pagina, non la seconda, con la firma). Tutto ciò appare come un atto, che non può essere emanato, perché in evidente contrasto di competenze dei ruoli apicali.
In conclusione. Ad oggi, 17 aprile 2020 la presunta lettera “8 aprile” non è stata ancora diramata, bensì si ha notizia, che lunedì 20 aprile prossimo verranno aperti nuovamente al pubblico gli esercizi commerciali dello Stato della Città del Vaticano, che svolgono attività presso il Palazzo della ferrovia-Magazzino economato. L’apertura al pubblico avverrà dunque in palese contrasto con quanto afferma la presunta lettera “8 aprile”.
Grazie al Cielo qui a Radio Spada non siamo vaticantisti e possiamo permetterci di seguire con disincanto – condito con un pizzico di curiosità e una buona dose d’indifferenza – queste penose bagatelle della gerarchia che ha apostatato la Fede Cattolica.
Tornando a cose più serie e utili: per approfondire l’involuzione teologica che dal Concilio Vaticano II giunge fino ad oggi è possibile leggere qualche testo della sezione Concilio Vaticano II e crisi nella Chiesa postconciliare di RS-Encyclopædia.


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