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zagormau
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La vera gioia ha le sue radici nell'anima in grazia. L'anima infatti, fatta ad immagine di Dio, quando è pura può godere e partecipare della felicità di Dio. ESULTATE DI GIOIA COME GIOVANNI 20 Dicembre 1977 …Altro
La vera gioia ha le sue radici nell'anima in grazia. L'anima infatti, fatta ad immagine di Dio, quando è pura può godere e partecipare della felicità di Dio.

ESULTATE DI GIOIA COME GIOVANNI

20 Dicembre 1977

Figli miei, figli diletti, la gioia e la pace siano nei vostri cuori e vi servano come mezzo per compiere nel mondo, e soprattutto nel vostro piccolo mondo familiare, tutto quel bene che il Signore vuole da voi.
Sono la Madre del Verbo incarnato, la Madre della santa speranza, e che cosa vorrei vedere realizzata in voi, se non la salvezza che il Redentore portò a tutta l'umanità? È il più grande avvenimento della storia che si celebra e si ricorda, protraendone gli effetti a tutti i tempi. Si richiede da voi soltanto la corrispondenza a questo dono non meritato, dono gratuito dell'amore di Dio per gli uomini.
A chi vi fa un dono, voi dovete dire grazie, e dovete cercare di non sciupare e di utilizzare quanto vi viene donato. A Dio, che vi offre per mezzo del suo Figlio la salvezza, dovete elevare il vostro canto di ringraziamento e adoperare questo dono come un talento prezioso, destinato a fruttificare nel tempo per permettervi di essere ripagati nell'eternità.
Ammirate, figli, l'infinita bontà del Signore che, mentre si fa uno di voi e vi porta salute e grazia, non vi chiede che di accogliere i suoi doni con gioia, perché più abbondante sia il profitto. Vi chiede di esultare, come Giovanni nel seno di Elisabetta esultò per la presenza di Dio nel mio grembo. Vi chiede di esultare di gioia, perché possiate essere, come Giovanni, coloro che preparano la venuta di Gesù in tanti cuori.
Voi dovete essere i precursori del Bambino divino e, se vi è utile pensare che voi pure dovete essere come Lui, non deve mancare in voi il desiderio che tutti l'accolgano e l'amino.
Giovanni predicò la penitenza, ed io non vi nascondo che desidero da voi veramente qualche sacrificio, specie quelli che vi costano di più e che servono ad annientare l'amor proprio, ma la vostra predica deve essere fatta di gioia. Sapeste, figli, come si dimostra l'autenticità della propria fede con quella serenità e quell'uguaglianza di carattere che non è finzione, ma virtù e grazia! Vi voglio sereni e portatori di serenità. La gioia di cui sembrano godere i mondani è fatta di scorie, che al minimo soffio di vento si trasformano in briciole, che procurano malinconia e vera tristezza quando non recano danni gravi.
La vera gioia ha le sue radici nell'anima in grazia. L'anima infatti, fatta ad immagine di Dio, quando è pura può godere e partecipare della felicità di Dio. Essere gioiosi, perciò, non significa costruirsi un castello e pensare a procurarsi motivi di felicità, ma significa rendersi convinti della presenza di Dio in voi e coltivarla, per partecipare della sua vita. Quella salvezza che per secoli e secoli gli uomini attesero, è dentro di voi. Non vi pare che avete motivo di rallegrarvi?
Sappiate, figli, che quell'ansia di felicità che è insita nei cuori umani, voi la potete realizzare e ne potete far dono a tutti coloro che la vogliono accettare; non certamente con un comportamento sguaiato, né col cambiare la vostra personalità mostrandovi ciò che non siete, ma con quel senso di moderazione e di equilibrio, con quella disponibilità ad accettare e a donare, come scambio d'affetto e di servizio.
Figli, il mio fiat sia vissuto da voi in questi giorni con gaudio, e che tutti possano avvertire che il Natale non è una festa mondana, ma divina! La bontà aleggi nell'aria e renda tutti più buoni. La carità renda più generosi e attenti ai bisogni degli altri. L'umiltà vi affratelli e distrugga ogni diversità di categoria, per rendervi tutti sempre e solo figli di Dio. E la gioia dei vostri cuori ridimensioni la sete di gioie effimere, e sproni alla ricerca del Salvatore.
Con l'animo pieno di tenerezza materna, vi auguro un santo Natale. Santo esso sia per la presenza di Dio in voi e per l'Eucaristia che farà rivivere in voi il Dio bambino.
Vi benedico tutti, figli: chi viene da lontano, chi da vicino, e chi abita in questa casa, dove la presenza della famiglia di Nazareth è continua, e v'invito a portare questa benedizione a tutti i vostri cari. La estendo a tutta la Chiesa e al mondo, sperando che vogliano tutti gli uomini sentirne l'effetto e glorificare il Signore.
Arrivederci, arrivederci! A chi partirà per vacanze montane o marine, auguro buon lavoro!

MARIA MADRE E MAESTRA 22. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia