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Inghilterra: tre iniezioni pericolo mortale

Le persone che si sono fatte tre iniezioni sono il 92,2% di tutti i morti per Covid-19 in Inghilterra, mostrano i dati del governo.

Rispetto a dicembre, nelle ultime quattro settimane, il tasso di mortalità tra chi si è fatto due iniezioni è raddoppiato, mentre si è dimezzato tra chi non ne ha fatta alcuna.

Per manipolare i numeri, il governo ha aggiunto 112'192 bambini privi di iniezione alle statistiche degli infetti, anche se il Covid è innocuo nei loro confronti, scrive DailyExpose.uk (24 marzo).

Togliendo quei bambini, le persone con iniezioni costituiscono l'87% dei ricoverati per Covid dal 14 febbraio al 13 marzo. Dei 2410 morti per Covid, le persone con tre iniezioni erano 1'733 (quelle senza iniezioni erano 237), il 90% delle vittime si era fatto l'iniezione.

Nel Regno Unito, tra le persone di almeno 12 anni:
7/10 si sono fatte tre iniezioni;
8/10 si sono fatte due iniezioni;
9/10 si sono fatte una iniezione.

#newsHcnjieetce

Lugatartuga Rossi
🤫🤫🤫Sanitari ucraini lavoreranno in Italia senza verifica di idoneità? Nursing Up chiede chiarimenti al Consiglio dei Ministri
Roma, 23 marzo 2022 – Ci lascia alquanto perplessi il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 68 del 18 marzo 2022, con il quale viene annunciata la “deroga temporanea alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per i medici e …Altro
🤫🤫🤫Sanitari ucraini lavoreranno in Italia senza verifica di idoneità? Nursing Up chiede chiarimenti al Consiglio dei Ministri

Roma, 23 marzo 2022 – Ci lascia alquanto perplessi il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 68 del 18 marzo 2022, con il quale viene annunciata la “deroga temporanea alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per i medici e gli infermieri ucraini”.

Fino al 4 marzo 2023, da parte del nostro Governo e del nostro Ministero della Salute, viene, leggiamo testualmente, “consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, che intendono esercitare nel nostro territorio nazionale – presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private italiane – una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario in base a una qualifica professionale conseguita all’estero e regolata da specifiche direttive dell’Unione europea”.

“In poche parole – commenta Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up – siamo di fronte a una situazione alquanto paradossale, non certo una novità nel nostro singolare sistema sanitario. Infermieri e medici ucraini che scappano dal drammatico territorio della guerra, potranno quindi esercitare la loro professione nel nostro Paese per la durata di ben 12 mesi, senza bisogno di nessuna integrazione di idoneità dei propri requisiti, come dovrebbe avvenire per legge per professionisti della sanità appartenenti a paesi che non rientrano nella comunità europea”.


Dott. Antonio De Palma

“Ma vi è di più, perché il provvedimento prevedrebbe addirittura una deroga, rispetto al previsto e preliminare accertamento della conoscenza della lingua Italiana da parte degli Ordini Professionali. Come se in ospedale fosse possibile curare od assistere i pazienti senza avere la possibilità di comunicare con loro. Da non dimenticare, inoltre, che stiamo parlando di persone con diversi alfabeti e con un sistema di scrittura che nulla ha a che vedere con il nostro”.

“Insomma – continua De Palma – lo sa un infermiere ucraino qual è il nome commerciale italiano di quei farmaci oggetto delle sue conoscenze ed esperienze pratiche quotidiane in Ucraina? È in grado di distinguerne gli effetti? Conosce questo infermiere le tante leggi speciali che, in Italia, regolano l’esercizio della professione, anche per i riflessi che hanno sui relativi ambiti di funzione e di responsabilità? Saprà, una volta ammesso alla pratica assistenziale quotidiana, fino a dove agire in autonomia e dove fermarsi?”.

“Oppure, ancora più semplicemente, in quale modo, nel bel mezzo di un intervento operatorio il chirurgo potrà chiedere la strumentazione necessaria alla sua assistente, cioè l’infermiera strumentista, se questa è completamente ignara della lingua italiana? Insomma, i nostri dubbi sorgono spontanei nel leggere il provvedimento che circola nelle ultime ore”.


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🤔🤔🤔... Il Governo assume i sanitari Ucraini, ma lascia a casa quelli Italiani

Il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 68 del 18 marzo 2022 annuncia che il Governo, vuole consentire ai sanitari Ucraini di lavorare in Italia nei nostri ospedali andando così a sostituire i sanitari italiani sospesi in quanto non vaccinati.

A questo punto è lecito chiedersi se tutto questo è legittimo!
In primo luogo, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, tanto sbandierata dal Governo, il Comunicato non specifica se i Sanitari Ucraini debbano essere vaccinati per lavorare all’interno delle nostre strutture ospedaliere.

Se così non fosse si creerebbe una discriminazione incredibile e sarebbe la prova definitiva che non solo il Green Pass non è una misura sanitaria, ma anche gli stessi vaccini.
Infatti, secondo quanto ci hanno detto sino ad oggi la vaccinazione rende i luoghi di lavoro sicuri e quindi consentire ai Sanitari Ucraini di lavorare senza essersi sottoposti all’inoculazione del siero vorrebbe dire azzerare quanto detto e soprattutto decretato fino ad ora.

Inoltre, se anche fossero vaccinati i sanitari Ucraini lo avrebbero fatto non con Pfizer o comunque non con uno dei vaccini riconosciuti in Italia e quindi si porrebbe il problema della validità di una inoculazione fatta con altri vaccini. I Direttori Sanitari, che dovranno assumere detto personale straniero alle condizioni sopra indicate, lo farebbero contro la legge e metterebbero a rischio la salute pubblica, proprio secondo le leggi fatte dallo stesso governo.

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