Il Giudizio particolare, il Tribunale che fa tremare anche i Santi – Meditazione di Padre Stefano M. Manelli

Rev. p. Stefano M. Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata (FI).
MEDITAZIONE PER IL 12 NOVEMBRE

«È destino dell’uomo morire una volta sola, e dopo la morte il giudizio» (Eb 9,27). Narra san Luca evangelista che quando san Paolo parlò del Giudizio di Dio al Prefetto della Palestina, questi, benché incredulo, ne fu così impressionato da apparire tutto spaventato davanti a lui (cf At 24,25). Orbene, se un pagano incredulo resta spaventato solo a sentir parlare del Giudizio di Dio sulla vita degli uomini, quanto più non dovremmo spaventarci noi credenti, pensando all’ora del nostro finale «rendiconto» (Lc 16,2).

Il pensiero del Giudizio di Dio (sia il Giudizio particolare che il Giudizio universale) è certamente salutare perché esso di solito incute spontaneamente il santo Timor di Dio che è «principio della sapienza» (Prv 1,7) e «scaccia il peccato» (Sir 1,27).

1. Sant’Agostino...
Questo grandissimo Santo e Padre della Chiesa, si sa bene, fu prima un grande peccatore per lunghi anni e sappiamo che fu proprio lui ad attribuire l’inizio stesso della sua grande e perfetta conversione al pensiero tormentoso del Giudizio finale di Dio.

2. Santa Pelagia...
Questa Santa era stata la più celebre cantante e ballerina di Antiochia e per la sua corruzione era di scandalo a tutta la città. Ma un giorno la curiosità la spinse ad entrare in una chiesa. Il predicatore stava parlando appunto del Giudizio finale di Dio. La descrizione viva del terribile incontro fra Dio Giudice e la povera creatura peccatrice colpì profondamente la ragazza Pelagia, anzi finì col riempirla di un timore così salutare che al termine della predica, tutta in lacrime, andò a gettarsi ai piedi del predicatore e lo pregò di prepararla al santo Battesimo. Sconvolta e tutta pentita interiormente si decise subito a distribuire tutte le sue ricchezze ai poveri e volle ritirarsi sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme, dove visse per molti anni una vita di aspra penitenza in riparazione degli scandali dati, accompagnata dalla lunga e fervida preghiera.


Qualcuno, però, potrebbe essere tentato di dire: ma perché fare tanta penitenza per i peccati?... Dio non è forse infinita Misericordia verso tutti i peccatori?... Sì, certo, Dio è infinita Misericordia, è vero, ma è anche infinita Giustizia. E se è vero che Egli esercita la sua infinita Misericordia per tutto i tempo della nostra vita terrena, è anche vero che esercita la sua infinita Giustizia nel giorno del Giudizio.

E dobbiamo tutti sapere, e ricordare, che la Giustizia di Dio sulla nostra vita «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a Lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a Lui noi dobbiamo rendere conto» (Eb 4,12-13).


Il Giudizio di Dio, infatti, sarà la gloria della sua Giustizia. Tra noi uomini, è vero, si parla molto del bisogno della giustizia. Gli uomini la vorrebbero presto e in ogni cosa. E invece, è talmente difficile ottenere giustizia in questo mondo che, giustamente, non si può non dire che questo povero mondo è soltanto un “teatro continuo di ingiustizie”.

Per questo, teniamo sempre presente quel che ha scritto molto bene anche san Pietro, il quale afferma che «se invocate qual Padre colui che senza riguardi personali giudica secondo le opere di ciascuno, dovete con timore diportarvi durante il vostro pellegrinaggio» (1Pt 1,17).

Di fronte a Dio, infatti, al suo Giudizio, noi sperimenteremo, finalmente, la vera e pura Giustizia divina, che sarà tutta a gloria dei santi e a supplizio dei peccatori, poiché al Giudizio di Dio l’uomo apparirà in tutto e per tutto così come è stato, senza finzioni o maschere, indifeso e allo scoperto totale. Nulla potrà sfuggire all’occhio di Dio – neppure una parola oziosa! (cf Mt 12,36) – e quindi, come scrive san Paolo, «ciascuno avrà il suo peso da portare» (Gal 6,5).

3. San Giovanni Climaco...
Uno dei Santi Padri della Chiesa, san Giovanni Climaco, racconta l’episodio di quel monaco Stefano che visse quarant’anni come eremita, in continua preghiera e penitenza. Per la sua purità di cuore anche le bestie feroci gli erano domestiche ed
egli allevò un leopardo come se fosse un cagnolino. Al termine della vita, venne assalito dai demoni e accusato di molti peccati. Il monaco, poverino, tutto stravolto rispondeva a chiara voce alle accuse dei demoni: «Sì, è vera quella colpa, ma l’ho lavata con la penitenza e con le lacrime». Oppure rispondeva ad un’altra accusa: «Non è vero, mentite: io non ho fatto questo». Poi di nuovo, ad un’altra accusa ancora : «È vero, mancai: ma ho pianto a lungo anche per quella colpa». Una volta, però, era costretto a dire: «Questa volta mi accusate con verità e non so che cosa rispondere». E morì così, lasciando qualche incertezza della sua salvezza in quelli che lo assistevano.
Se chi ha vissuto per quarant’anni una vita di innocenza e di immolazione si trova in imbarazzo di fronte alle accuse sulle sue colpe, che cosa sarà di noi così poverelli e miserelli?...

4. San Roberto Bellarmino...
Un cardinale della Santa Chiesa, san Roberto Bellarmino, commentando questo episodio di san Climaco in una predica diceva: «Io per me non dubito che chi pensasse a questo episodio attentamente e con serietà, arriverebbe a tale sbalordita meraviglia da perdere il sonno e dimenticarsi anche di mangiare e di bere».

5. Sant’Ambrogio...
Per questo sant’Ambrogio, in una lettera scritta ad un’anima caduta in peccato, aveva ben ragione di scrivere questo serio ammonimento: «Se i peccatori vedessero con la mente quale giudizio di Dio sovrasta il mondo, il senso umano non si dissiperebbe con le vanità secolaresche e non si caricherebbe delle colpe dell’infedeltà».


Ascoltiamo questi richiami e questi ammonimenti dei nostri Santi Padri e riconosciamo con verità che ha veramente ragione lo Spirito Santo di assicurarci con queste parole di vita eterna che dovremmo realmente tenere sempre scolpite nella nostra anima: Ricordati dei tuoi “Novissimi” e non peccherai in eterno (cf Sir 7,36). E Sant’Agostino era personalmente così convinto di questa verità, che arrivava ad affermare con grande sicurezza: «Se i cristiani non sentissero altra predicazione che quella sul Giudizio di Dio, questa sola basterebbe a far loro osservare il Vangelo e vivere santamente in grazia». Ma dove è più oggi questa salutare predicazione della Fede perenne?

6. San Pio da Pietrelcina...
Un giorno, poco prima della sua santa morte, padre Pio, dopo aver confessato una penitente, nel benedirla le poggiò con forza la mano sulla testa e alzando un po’ la voce le disse per tre volte: «Stiamo attenti a vivere sempre secondo la Fede dei nostri Padri... la Fede dei nostri Padri... la Fede dei nostri Padri!».
Tempi di Maria
Ho creato un album in cui è possibile trovare tutte le meditazioni di p. Manelli sui Novissimi a partire dall'1 Novembre. Potete consultarlo qui:
I NOVISSIMI
Acchiappaladri
@Tempi di Maria
Grazie! è una dotta ma CHIARA e semplice meditazione che MISERICORDIOSAMENTE stimola le "difese immunitarie" dell'anima dei peccatori come me che la ascoltano. Grazie a Lei per averla pubblicata qui e al rev. Stefano Maria Manelli per averla scritta, uno dei tanti buoni frutti della sua vita di preghiera, sacrificio e studio.
Che l'Onnipotente voglia che il nostro caro vecchio (84…Altro
@Tempi di Maria
Grazie! è una dotta ma CHIARA e semplice meditazione che MISERICORDIOSAMENTE stimola le "difese immunitarie" dell'anima dei peccatori come me che la ascoltano. Grazie a Lei per averla pubblicata qui e al rev. Stefano Maria Manelli per averla scritta, uno dei tanti buoni frutti della sua vita di preghiera, sacrificio e studio.
Che l'Onnipotente voglia che il nostro caro vecchio (84 anni) frate p. Manelli possa tornare a predicare pubblicamente ancora per qualche anno.
solosole