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Telebene, la televisione spirituale cristiana, presenta: Le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a santa Margherita Maria Alacoque. Con il sermone 61 di Bernardo da Chiaravalle sul Cantico dei cantici …Altro
Telebene, la televisione spirituale cristiana, presenta: Le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a santa Margherita Maria Alacoque.

Con il sermone 61 di Bernardo da Chiaravalle sul Cantico dei cantici e un altro sermone del beato Guerrico, suo discepolo, i libri delle tre grandi mistiche tedesche, di cui abbiamo parlato in precedenza, sono all’origine della devozione al Cuore di Gesù, simbolo dell’amore di Cristo per gli uomini.
Come in Bernardo, come in Francesco e Chiara d’Assisi, la mistica delle due Matilde e di Gertrude è tutta impregnata di emozione e di tenerezza”.
Bisogna superare la fine del medioevo tradizionale per avere uno slancio definitivo del Culto e della dimensione mistica del Sacro Cuore di Gesù. Arriviamo, in tal modo, all’età aurea dell’esplosione della devozione del Sacro Cuore di Gesù che riceverà, nel XVII secolo, forti impulsi propagatori, grazie a san Giovanni Eudes, a san Claudio della Colombière, e, dulcis in fundo, a santa Margherita Maria Alacoque.
Oggi torniamo a parlare della Mistica del Sacro Cuore, prendendo in considerazione una tappa cruciale di questo importantissimo filone spirituale, considerando le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque.

È il 27 dicembre 1673 e Margherita è in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, “Cristo le rivela per la prima volta i segreti del suo Sacro Cuore: “… mi trovai tutta investita della sua divina presenza e così fortemente da dimenticare me stessa e il luogo in cui mi trovavo. Mi abbandonai al suo divino Spirito e, affidando il mio cuore alla forza del suo amore, mi fece riposare a lungo sul suo divin petto, e mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore, che mi aveva sempre tenuti nascosti fino a quel momento nel quale me lo aprì per la prima volta. E lo fece in modo così affettuoso e sensibile da non lasciarmi ombra di dubbio, dati gli effetti che questa grazia produsse in me. Ed ecco come mi sembra che la cosa sia avvenuta.
Mi disse: «Il mio divin Cuore è così preso d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi a loro per arricchirli dei suoi preziosi tesori che ti svelerà e che contengono le grazie santificanti e in ordine alla salvezza per sottrarli all’abisso della perdizione. E ho scelto te, abisso d’indegnità e di ignoranza, per il compimento di questo grande disegno, affinché tutto sia fatto per mezzo mio»”[1].
Questo altissimo privilegio concesso da Gesù a Margherita Maria, suscita in lei un desiderio ardente di partecipazione ai patimenti del Cristo sofferente per la redenzione del mondo in una unione sempre più profonda, che è l’essenza stessa della vita mistica. Nel suo cuore si apre una duplice ferita: una piaga spirituale, cioè l’amore appassionato a Gesù crocifisso, e una ferita fisica interna, priva di segni esteriori, che le provoca acute sofferenze. È il fenomeno della trasverberazione invisibile[2], che segna la vita di molte anime mistiche, tra cui ricordiamo Santa Teresa d’Avila e Padre Pio da Pietrelcina.
Come non vedere, in questo primo messaggio di Gesù, la risposta al vento gelido del giansenismo, foriero dell’illuminismo, e che soffia sulla Francia, in questo periodo storico religioso? Difatti, con questa spiritualità che converge sulla Tenerezza e sull’Amore Divino del Sacro Cuore, “Gesù offre una confutazione calda e personale alla dura interpretazione della fede cattolica. Contro la durezza del giansenismo, Gesù invita i fedeli ad accogliere sempre l’Eucaristia. Questa è l’amicizia definitiva da cuore a cuore, che implica uno scambio mistico di cuori.
Questa straordinaria esperienza mistica, seguita da altre, segna profondamente la vita di Margherita Maria Alacocque, tanto che tali apparizioni del Sacro Cuore di Gesù le danno una conoscenza infusa della sua umanità, di cui ella sottolinea soprattutto il silenzio[3]. E non può essere altrimenti: All’Amore di Dio che chiama nel silenzio, non può non rispondere, con il medesimo silenzio, l’amore delle creature. Questo è uno dei contrassegni dell’autenticità della vita mistica: l’amore non ha bisogno di parole, ma solo di amorevoli silenzi tra il Creatore e la creatura, tra Gesù e ogni anima che apre totalmente il cuore al suo Amore Divino.
Solo nel 1686 si comincia a credere alle sue visioni e alle rivelazioni ricevute. È introdotta nel monastero la nuova forma di devozione al Sacro Cuore di Gesù, che si diffonderà, grazie anche a padre Paolo de la Colombière e ai gesuiti, anche all’esterno, finché nel 1765 Clemente XIII inserirà la festa del Sacro Cuore di Gesù nel calendario liturgico[4].

[1] Ivan Gobry, Margherita Maria Alacoque, e le rivelazioni del Sacro Cuore, Città Nuova Editrice, Roma, IV edizione, gennaio 2002,53s..
[2] Paolo A. Orlandi, I Fenomeni Fisici del Misticismo, Gribaudi Editore, Milano, prima edizione settembre 1996,77.
[3] Cfr. Lia Gaggioli, Margherita Maria Alacocque, in La Mistica parola per parola, a cura di
Luigi Borriello, Maria R. Del Genio, Tomáš špidlík, Ed. Áncora, 2007, 242.

[4] Cfr. Lia Gaggioli, Margherita Maria Alacocque, in La Mistica parola per parola, a cura di
Luigi Borriello, Maria R. Del Genio, Tomáš špidlík, Ed. Áncora, 2007, 242.