V Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - Il Signore risana i cuori affranti

A Giobbe bastano poche pennellate per descrivere il suo stato d’animo (I Lettura). La notte del dolore è cupa e tribolata, intessuta di illusioni e affanni; il filo della speranza è esaurito. Egli dovrà inchinarsi al mistero di Dio. La grandezza dell’Onnipotente lo stupirà e capirà che non la stoltezza delle parole ma il silenzio adorante s’addice al suo cospetto.

A Cafarnao Gesù incontra l’umanità sofferente (Vangelo). Per i piagati nel corpo e nello spirito egli è consolazione e speranza. Li accosta con il suo stile inconfondibile, come fa con la suocera di Simon Pietro: prende su di sé il suo dolore e la risana. «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori», dice il Profeta (Is 53,4). Gesù non spiega la sofferenza, ma la riempie della sua presenza.

Nella preghiera del mattino, fatta in solitudine, egli ripercorre l’intensa giornata vissuta fra la gente all’uscita della sinagoga; rivede i volti, ripensa alle domande e alle angosce. Nell’intimità si dichiara al Padre, poi s’incammina verso un “altrove” che attende di essere evangelizzato. San Paolo, sull’esempio del Maestro, ne ricaverà l’urgenza di “farsi tutto per tutti” (II Lettura).

don Giuliano Saredi, ssp

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