Seduzioni di satana rivelate dalla Madonna alla mistica Maria d'Agreda

Figlia mia, piangi sempre con amarezza e dolore la dura pertinacia e cecità dei mortali nel non comprendere la protezione amorevole che trovano nel mio Figlio dolcissimo e in me per tutte le loro tribolazioni e necessità. Il mio Signore non si è mai risparmiato, né c’è stata occasione in cui, potendo acquistare loro inestimabili tesori, abbia tralasciato di farlo. Per essi ha riunito nella santa Chiesa il valore infinito dei suoi meriti e l’essenziale frutto delle sue sofferenze e della sua morte; ha lasciato loro pegni sicuri del suo amore e della sua gloria, facili ed efficacissimi strumenti mediante i quali godere e utilizzare tutti questi beni per la propria salvezza eterna. Oltre a ciò, dona agli uomini di tutti i tempi la sua protezione e la mia, li ama come figli, li accarezza come suoi diletti ed amici, li chiama con ispirazioni, li invita con benefici e vere ricchezze, li aspetta come padre pietosissimo, li cerca come pastore, li aiuta come onnipotente, li premia come infinitamente ricco, li governa come re fortissimo. Eppure essi dimenticano e disprezzano tutti questi ed altri innumerevoli favori che la Chiesa offre loro continuamente e che hanno innanzi agli occhi; come ciechi amano le tenebre e si danno in potere dell’odio e del furore di nemici così crudeli. Ascoltano le menzogne di costoro e ubbidiscono alla loro malvagità; danno credito ai loro inganni e si fidano, abbandonandovisi, dell’insaziabile e ardente sdegno di Lucifero, che odia i mortali e procura la loro morte eterna perché creature dell’Altissimo, il quale vinse e debellò questo terribile dragone.

Considera dunque, o carissima, il deplorevole errore dei figli degli uomini e libera le tue facoltà per valutare la differenza tra Cristo e Belial. La distanza dell’uno dall’altro è maggiore di quella del cielo dalla terra. Cristo è vera luce, via e vita eterna3; ama indefettibilmente quelli che lo seguono, offre loro la compagnia e la visione di sé e, in questa, un eterno riposo che occhi non videro, né orecchi udirono, né può essere immaginato dal pensiero umano4. Il diavolo è la tenebra stessa, è errore, inganno, infelicità e morte; detesta i suoi seguaci e li spinge a tutto il male che può, cosicché la loro fine sarà quella di subire crudelissime pene e fuoco eterno. Dicano adesso i mortali: ignorano forse queste verità che la santa Chiesa insegna e propone loro giornalmente? E se vi danno credito e le confessano, dov’è il loro senno? Chi li ha resi stolti? Chi fa dimenticare loro il medesimo amore che hanno per se stessi? Oh, pazzia dei figli di Adamo, mai abbastanza mi surata e pianta! Faticare tanto e darsi da fare per tutto il tempo della vita al fine di avvilupparsi nelle proprie passioni, per perdere il senno dietro a ciò che è ingannevole e per darsi in braccio al fuoco inestinguibile, alla morte e alla perdizione eterna come se fosse un gioco, come se il mio Figlio santissimo non fosse venuto dal cielo in terra a morire su una croce per meritare loro questo riscatto! Considerino il prezzo e conosceranno il peso e il valore di ciò che tanto costò al medesimo Dio.

In quest’infelicissimo errore è meno grave il peccato degli idolatri e dei pagani, tanto che l’indignazione dell’Altissimo non si rivolge contro di loro ma contro i fedeli, figli della santa Chiesa, che sono arrivati a comprendere la luce di questa verità. E se questi nel secolo presente l’hanno così oscurata e dimenticata, sappiano che ciò è accaduto per loro colpa e per aver aiutato il loro nemico. In nessun’altra cosa Lucifero si adopera con infaticabile malizia come in questa, procurando di rendere gli uomini privi di ogni freno; così, incuranti delle realtà ultime che li riguardano e dei tormenti eterni che li aspettano, come bruti senza ragione si danno in preda ai piaceri della carne. Inoltre, dimenticando se stessi e spendendo la vita nei beni apparenti, scendono poi in un attimo all’inferno, come dice Giobbe5; ciò avviene di fatto ad infiniti sciocchi, che odiano questa conoscenza e disciplina. Tu, figlia mia, lasciati istruire dal mio insegnamento, allontanati da un inganno così pernicioso e dalla comune smemorataggine dei mondani. Risuoni sempre nel tuo orecchio quel lamentevole e disperato grido dei dannati, che incomincerà dalla fine della loro vita e dal principio della loro morte eterna: «Oh, noi insensati, che giudicammo pazzia la vita dei giusti! Oh, come sono collocati tra i figli di Dio e partecipano alla beatitudine dei santi! Dunque noi rifiutammo il cammino della verità e della giustizia! Il sole non nacque per noi! Ci stancammo nella via della malvagità e della perdizione e cercammo sentieri difficili, ignorando per colpa nostra la strada del Signore. A che ci è giovata la superbia? A cosa ci valse l’onore delle ricchezze? Tutto è finito per noi come ombra! Oh, non fossimo mai nati!». Questo è, figlia mia, ciò che devi temere e considerare nel tuo cuore: osserva attentamente quanto ti convenga fuggire ed allontanarti dal male ed operare il bene prima che tu vada, senza ritornare, verso quella terra tenebrosa delle caverne eternali. Ora che sei viatrice esegui per amore ciò che, con dispetto e già condannati, i reprobi rimpiangono a causa del castigo.


Tratto da:

La Mistica Città di Dio, vita della Vergine SS. rivelata alla venerabile Maria d’Agreda, libro v. cap. 20, nn. 939-941

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