Chi va all’Inferno? – Meditazione di Padre Stefano M. Manelli

Rev. p. Stefano M. Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata (FI).
MEDITAZIONE PER IL 18 NOVEMBRE

L’Inferno è il regno dei nostri peccati. Tutti i peccati mortali mandano all’Inferno. Ma quali peccati mandano di più all’inferno?
- Sant’Agostino risponde che «la superbia popolò l’Inferno di angeli, la lussuria lo popola di uomini».
- San Bernardo risponde che la lussuria è «il vizio che più di ogni altro rallegra l’Inferno».
- Sant’Alfonso Maria de’ Liguori risponde che «si va all’Inferno anche solo con il peccato di impurità o comunque non senza di esso».
- Beata Giacinta di Fatima, la pastorella veggente, riferì le parole della Madonna: «I peccati che mandano più anime all’Inferno sono i peccati della carne».
- Durante un esorcismo il demonio disse: «Tutti quelli che si trovano all’Inferno, nessunoescluso, si trovano per il peccato impuro e anche solo per questo peccato».

E non sono forse i peccati della carne la vergogna più grande dell’umanità? Corruzione morale, lussuria, atti impuri, voglie oscene, scandali, nudità, fornicazione, adulterio, contraccezione, omosessualità, porno-moda... porno-spiagge... porno grafia... porno-spettacoli... porno-musica... prono-canzoni... porno... porno... e via di seguito... Chi può contare questa giornaliera massa orripilante di peccati immondi, se non Dio solo?... E che cosa ne è, soprattutto, della gioventù?...

1. San Giovanni Bosco racconta l’Inferno dei giovani...
«Mi trovai con la mia guida [l’Angelo Custode] in fondo a un precipizio che finiva in una valle oscura... Toccammo il fondo del precipizio: un caldo soffocante mi opprimeva, con un fumo grasso, quasi verde... Domandai: “Dove ci troviamo?”. Mi rispose la guida: “Leggi l’iscrizione sulla porta”. Guardai e vidi scritto: “Dove non c’è redenzione”. Intanto vidi precipitare dentro quel baratro... prima un giovane, poi un altro e poi altri ancora... Quei poveri ragazzi erano giovani che io conoscevo. Domandai alla mia guida: “Ma dunque è inutile lavorare tra i giovani se poi fanno questa fine! Come impedire tutta questa rovina?...”. “Vieni con me”, soggiunse la guida. Mi prese per una mano e mi condusse davanti a uno sportello che aperse. Mi si presentò allo sguardo una specie di caverna, immensa e piena di un fuoco terrificante... Non ve la posso descrivere! All’improvviso cominciai a vedere dei giovani che cadevano nella caverna ardente. La guida mi disse: “L’impurità è la causa della rovina eterna di tanti giovani!”. “Ma se hanno peccato si sono poi anche confessati”, dissi io. “Sì, sì sono confessati – mi disse – ma le colpe contro la purezza le hanno confessate male o del tutto taciute. Ad esempio, uno aveva commesso quattro o cinque di questi peccati, ma ne ha detti solo due o tre. Vi sono alcuni che ne hanno commesso uno nella fanciullezza e per vergogna non l’hanno mai confessato. Altri invece di fare l’esame di coscienza, cercavano le parole adatte per ingannare il confessore... Chi muore in questo stato decide di collocarsi fra i colpevoli non pentiti e tale resterà per tutta l’eternità... Ed ora vuoi vedere perché la Misericordia di Dio ti ha portato qui?”... La guida sollevò un velo e vidi un gruppo di giovani di questo oratorio che conoscevo bene: tutti condannati per questa colpa. Fra questi ce n’erano alcuni che all’apparenza avevano una buona condotta...

La guida mi disse ancora: “Predica sempre e ovunque contro l’impurità!”».

Ma che cosa dire, poi, di tutti gli altri peccati mortali che gli uomini commettono anche a valanghe interminabili come i pensieri e i desideri immondi, come le bestemmie e il turpiloquio, le profanazioni e le violenze, i furti e le menzogne... in qualsiasi luogo, ormai, e senza più alcun ritegno?...

Infine, che cosa dire dell’assassinio della V I T A con la cultura della morte (aborto, massacro degli embrioni, ingegneria genetica, eutanasia, terrorismo...) e della F A M I G L I A (divorzio, separazioni, tradimenti, convivenze, matrimoni omosessuali...)?... Meglio tacere, poi, delle condizioni della Chiesa, dopo che il papa Benedetto XVI ebbe il coraggio di parlare espressamente della «situazione t e r r i f i c a n t e di p e c c a t o nella C h i e s a». Tutto questo si può e si deve chiamare I n f e r n o sulla terra, ossia dominio delle tenebre, regno di Satana.

Dove vanno a finire gli uomini con questa vita orrenda di peccati mortali?... Lo sappiamo bene: gli uomini peccatori vanno a finire nell’ I n f e r n o e t e r n o, già preparato da Dio per Lucifero e per i suoi angeli ribelli. Perciò la Madonna, nelle sue apparizioni a Fatima, volle darci la sua grande misericordia facendo vedere l’Inferno ai tre Pastorelli di Fatima per far capire a tutti dove vanno a finire le anime dei peccatori e quanto numerose, purtroppo, sono le anime che cadono nell’Inferno eterno, come fiocchi di una tenebrosa nevicata! Perciò, il ripetuto e materno richiamo del Cuore Immacolato: «Molte, molte anime vanno all’Inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro».

2. Suor Lucia di Fatima...
È vero: noi vorremmo che fosse soltanto un’esagerazione il fatto della perdita di tante anime nell’Inferno, ma la Madonna a Fatima, invece, ha detto che è proprio così. E quando il noto padre Riccardo Lombardi, Gesuita – che aveva scritto due volumi sulla problematica riguardante la salvezza degli infedeli –, volle andare a parlare personalmente con suor Lucia di Fatima negli anni ’50 (con il permesso del papa Pio XII), alla fine dovette far sue le parole ardenti di verità di suor Lucia, la quale ribadì con convinzione e fermezza che la Madonna aveva detto a voce e aveva fatto vedere (nella visione dell’Inferno) come le “molte-molte” anime dei peccatori cadevano realmente, e disperate, nella voragine ardentissima di fuoco tenebroso dell’Inferno.

Piuttosto che peccare, tradendo Gesù Cristo e perdendo la divina grazia, ecco che cosa erano capaci di fare, invece, i cristiani più fedeli a Gesù Cristo, ossia i martiri, di cui accenniamo soltanto alcune spaventose sofferenze, per la loro immolazione eroica che – all’opposto diretto dei peccatori che precipitano nell’Inferno di Satana – li ha fatti salire direttamente nella beatitudine infinita del Paradiso Dio .

Sappiamo, infatti, che nell’Arabia i cristiani erano uccisi a colpi di scure. Ad Antiochia li bruciavano a fuoco lento. Nella Cappadocia troncavano loro le gambe. In Mesopotamia li sospendevano con la testa in giù sopra un braciere. Nel Ponto bruciavano le loro viscere con piombo fuso. Altrove venivano decapitati o crocifissi, lapidati e torturati o dati in pasto alle belve (proprio come avrebbe desiderato morire martire santa Teresa di Gesù Bambino...). Con la loro morte e il loro sacrificio, tutti i martiri sono stati gli splendidi modelli soprattutto dell’amore a Gesù Cristo, dell’amore totale fino al sangue versato per Lui... e anche della pratica di tutte le virtù che condannano i vizi del mondo, l’avidità dei beni terreni, la durezza di cuore, l’immonda carnalità, il veleno dell’odio e della calunnia contro la Fede cristiana. Il grande vantaggio delle testimonianze eroiche dei martiri si sa già quale sia, secondo l’antica e celebre massima di Tertulliano che dice: «Più ci martirizzate, più numerosi noi diventiamo: il Sangue dei martiri è seme di cristiani».