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gioiafelice
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Una grande allenza per l'Africa: Mons. Galantino risponde a Dotti: si può fare. Ma il tema su cui Dotti vuole mettere l’accento è quello delle migrazioni. «Sull'Africa lasciatemi dire che siamo solo …Altro
Una grande allenza per l'Africa: Mons. Galantino risponde a Dotti: si può fare.

Ma il tema su cui Dotti vuole mettere l’accento è quello delle migrazioni. «Sull'Africa lasciatemi dire che siamo solo all'inizio di un fenomeno. L'Africa duplicherà la popolazione nei prossimi anni. Io sono figlio di un emigrante. Mi chiamo Johnny per questo, non perché voglio fare il cow boy. Mio padre andò in Australia per cercare lavoro. Siamo solo all'inizio, continuare ad affrontare il fenomeno in senso emergenziale è sbagliato».

A questo punto Dotti rilancia il suo appello per un grande piano di Cooperazione per l'Africa tutto italiano.«Decidiamo se l'Africa è una nostra amica o una nemica. E non è una scelta che deve fare Renzi, la deve fare il popolo. C'è un flusso inevitabile. Possiamo costruire un'amicizia. La maggior parte delle missioni in Africa sono di ordini religiosi italiani. Chiedo alla Cei che versi metà dell'8 per mille per un progetto così. Bisogna fare alcune scelte. Questo non risolve il problema dei barconi domani mattina. Ma risponde a lungo termine in modo strategico ad un problema enorme che dovranno affrontare in nostri figli. La storia ci insegna che le migrazioni sono sempre esistite. Dobbiamo capire che si tratta di una sfida alla nostra civiltà, che ci spingerà o verso il bene o verso il male. Se non si trova una risposta ci saranno le guerre».

La parola torna a Mons. Galantino. «Conosco Vita e sono stato un abbonato. Dotti sa che tanti di quei soldi sono spesi dalla Chiesa già oggi proprio in Africa», ha sottolineato il segretario della Cei, «certo ancora non basta. La svolta che serve è di mentalità. Capire veramente se vogliamo che l'Africa resti lì e noi qui, oppure se vogliamo andare oltre. Come dice Francesco la globalizzazione peggiore è quella dell'indifferenza».

«La prima ondata migratoria è stata quella dei romeni che sono venuti in Italia a fare i badanti», ribadisce Dotti che torna a cercare l’appoggio di Galantino, «finché quindi sono serviti sugli immigrati c'è stato silenzio. Significa che con i popoli si può trovare interscambi e incontrarsi sui bisogni. Io chiedo che non siano solo testimonianze, non abbiamo bisogno solo di testimonianze, dobbiamo entrare in una fase in cui costruiamo nuove istituzioni. Ma non troviamo l'autorità in grado di innescare questo processo. Dobbiamo provarci Monsignore, insieme. Dobbiamo provare a farlo».

E, in chiusura di trasmissione, è arrivata l’apertura del segretario della Cei che ha chiosato, «la sfida fondamentale è smetterla di considerare chi sta arrivando come un disturbo per noi. Dobbiamo cambiare testa e cuore. I sentimenti non c'entrano. Il cuore è luogo delle decisioni. Non lascerò cadere, per questo, la sfida di Johnny».

www.vita.it/…/135505