Accordo agricoltori sull’Irpef: franchigia sotto i 10 mila euro, dimezzata fino a 15 mila

di Mariangela Tessa
13 Febbraio 2024 09:33

La protesta dei trattori porta a casa un nuovo risultato, dopo il dietrofront dell’Europa sui pesticidi.

Questa volta però ci si muove all’interno dei confini nazionali, dove il governo ha dato l’ok al taglio dell’Irpef: salta l’imposta per i redditi fino a 10mila euro e viene dimezzata per quelli da 10mila a 15mila. La norma riguarderebbe solo gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti in forma individuale o in società semplice, spiegano fonti parlamentari.

Soddisfatta la premier Giorgia Meloni, che ha spiegato: “La maggioranza è compatta, anche se con sfumature diverse”. E ha poi aggiunto: “Capisco gli agricoltori”, a cui dà appuntamento alle Europee: “Contiamo di fare la differenza contro quella che dicevano essere la transizione ecologica e invece era transizione ideologica”.

Esulta la Lega, che ha rivendica l’accordo.

Sul fronte degli agricoltori, il gruppo Riscatto agricolo si dice pronto a smobilitare la protesta. L’ala più dura della mobilitazione conferma tuttavia la manifestazione con 20mila persone e mezzi agricoli al Circo Massimo per giovedì alle 15.

Come funziona l’esenzione dell’Irpef agricola

Facciamo un passo indietro per capire meglio la questione dell’Irpef agricola.

La sua esenzione è stata introdotta dal governo di Matteo Renzi nel dicembre del 2016 per andare incontro alle richieste del settore, che già lamentava difficoltà economiche. Con la legge di bilancio 2017 venne decisa una proroga per i tre anni successivi, fino al 2019, ma con un limite: sarebbe rimasta in vigore un’esenzione dell’IRPEF sui redditi dominicali, ovvero quelli che derivano dal possesso di un terreno, sui redditi agricoli, quelli relativi all’utilizzo di quei terreni, cioè alla possibilità di coltivarli e renderli produttivi).

Dal 2020 in poi, questa esenzione è stata prorogata fino all’autunno scorso, quando il governo ha deciso di eliminarla l’ultima legge di bilancio.

I redditi prodotti dalle attività agricole a quel punto sono tornati nell’alveo delle regole ordinarie di tassazione.

Il motivo? Secondo quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni, in un intervento alla Camera lo scorso 24 gennaio, i principali beneficiari di questa esenzione, in questi anni, sono state le imprese con grande estensione di terreno e redditi elevati, “mentre le piccole imprese con terreni di estensione ridotta e reddito basso non ne hanno quasi mai beneficiato”.

Per questa ragione, “la misura, in pratica, rischiava di diventare un privilegio, piuttosto che un aiuto diffuso”. Ora il passo indietro

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