Da Garibaldi a Putin tutta la storia degli Italiani in Crimea
Gli italiani e la Crimea, gli italiani di Crimea. Una terra così unica e per molti versi simile all'Italia, che da sempre attrae viaggiatori, mercanti, architetti ed altri geni dal Belpaese. Finalmente un libro raccoglie le storie degli italiani che hanno lasciato la propria penisola per scrivere il loro nome nella storia dell'altra.
A Sputnik Italia presenta il volume "Italiani di Crimea. Storia e destini" Giulia Giacchetti Boico, autrice e a sua volta italiana di Crimea.
Successivamente in Crimea arrivarono emigrati politici, comunisti ed antifascisti italiani. Nel 1942 la comunità fu deportata forzatamente nelle regioni settentrionali del Kazakhstan ed in Siberia.Dal dopoguerra ad oggi non tutte le famiglie sono riuscite a tornare, adesso in Crimea (per lo più nella città di Kerch) abitano piu' o meno cinquecento persone di origine italiana, membri in larga parte di famiglie miste. Altre famiglie abitano nei luoghi dell'esilio e in Russia.
Questo è il terzo libro che scrivo sugli italiani di Crimea. Il primo, "L'Olocausto sconosciuto. Lo sterminio degli italiani di Crimea" venne scritto in italiano, russo ed ucraino nel 2007 con il professor Giulio Vignoli, il secondo "Il genocidio dimenticato, italiani di Crimea" vide la luce nel 2012 solo in italiano e sempre in collaborazione con lo stesso professor Giulio Vignoli ed il giornalista Rai Sterano Mensurati. Come si evince dai titoli, questi libri raccontano la storia degli italiani di Crimea dal punto di vista della deportazione.Con questo nuovo, terzo, volume abbiamo voluto raccontare la nostra storia come la capiamo oggi, farla sapere ai popoli della penisola, che sentiamo come nostri vicini.
E Garibaldi ci venne mai in Crimea? Sappiamo che a Kerch ancora prima dell'Unità d'Italia si fermarono diversi sostenitori dell'Eroe di due mondi, come Marco Simone, seppellito in camicia rossa e Mauro Di Pierro, sulla tomba del quale al cimitero di Kerch è scritto in italiano "garibaldino". Senza dubbi, anche Giuseppe Garibaldi fu qualche volta a Kerch durante i viaggi nei porti dei Mar Nero e Mar d'Azov, anche perchè non sarebbe possibile attraversare lo stretto di Kerch per andare a Taganrog o Mariupol senza fare quarantena a Kerch. Esistono anche testimonianze contemporanee secondo cui Giuseppe Garibaldi, già famoso, si recò a Kerch per andare a trovare lo zio.
Il libro è edito in russo, uscirà anche in Italia? Per ora no, non ci abbiamo pensato. In diverse città italiane abbiamo portato la nostra mostra "Tragedia Dimenticata — Storia degli Italiani di Crimea". Nell'ultima occasione, il 7 gennaio, a Napoli, una giovane ricercatrice italiana, Heloisa Rojaz Gomes, ha presentato i nuovi documenti emersi dagli archivi russi e del Kazakhstan, dove oltre ai deportati della comunità italiana di Crimea è documentata la presenza di oltre 900 prigionieri dell'Armir, dati per dispersi e da noi ritrovati.