Un libro contro la religione politically correct

Ha scatenato un putiferio di polemiche il libro del generale Roberto Vannacci.
Quando si contrasta la religione del politicamente corretto e la dittatura della "minoranze" si incorre ad una condanna senza appello. Non si possono discutere i dogmi di questa nuova religione, altrimenti i fanatici "sacerdoti" del laicismo politically correct ti mettono alla berlina.
Non occorre nemmeno leggere il libro, la condanna è automatica perché certi tabù non si toccano.


il generale Vannacci replica alle critiche:

"Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni”.

E ha aggiunto: “Sono pronto a confrontarmi sulle mie opinioni e nel campo delle argomentazioni, del merito, non di altri aspetti - aggiunge Vannacci -. La libertà di opinione è una delle radici della nostra radice libera e occidentale. Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti e mi auguro che nessuno voglia tornare indietro, che nessuno voglia imporre un modo di vedere la realtà”. Alla fine, ha sottolineato, “hanno fatto una grande pubblicità al libro, magari le vendite aumenteranno. Per le illazioni fatte io non ho problemi a rispondere nel merito, sarò ben lieto di farlo”.

“Cari gay, non siete normali”. Bufera sul libro del generale Vannacci. Lui: “Frasi decontestualizzate”

Roma, 17 ago. (askanews) – In pochi giorni ha scalato le classifiche di Amazon il controverso libro “Il mondo al contrario” scritto dal generale Roberto Vannacci, ex capo dei paracadutisti della Folgore.

“Quando gli occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari – si legge nella quarta di copertina -; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale; quando l’estrema difesa contro il delinquente che ti entra in casa viene messa sotto processo; quando veniamo obbligati ad adottare le più stringenti e costosissime misure antinquinamento, ma i produttori della quasi totalità dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano; quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e Famiglie sono costretti ad abbandonarle; quando definirsi padre o madre diventa discriminatorio, scomodo ed esclusivo perché urta con chi padre o madre non è; quando si inneggia a larga voce per l’adozione di sempre più disparati diritti senza prevedere un altrettanto fitta schiera di doveri; quando non sai più come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all’evidentissima e palese tinta della sua pelle viene considerato un’offesa. Molti chiamano questa condizione Civiltà e Progresso. Ecco, questo libro è dedicato a tutti gli altri!”.

Il mondo al contrario del generale Vannacci

Roberto Vannacci (La Spezia, 20 ottobre 1968) è un generale italiano, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore" e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.

Sulla questione dell'uranio impoverito
Vannacci è stato al centro di un acceso dibattito in merito all'esposizione dei militari italiani ai rischi dell'Uranio impoverito e dei metalli pesanti in zona d'operazione. Sulla base di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, fra le quali la trasmissione Sono le venti di Peter Gomez,[12] Il Fatto Quotidiano[13] e La Notizia,[14] durante il comando della missione Prima Parthica in Iraq (2017-2018), il generale Vannacci ha presentato due esposti alla Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma denunciando gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano. Sulla vicenda, il tenente colonnello incursore (Aus.) Fabio Filomeni ha pubblicato un libro dal titolo "Baghdad, Ribellione di un Generale"[15] che ripercorre gli avvenimenti vissuti in prima persona durante la missione in Iraq in qualità di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del contingente.[16] Il generale Vannacci, nominato datore di lavoro negli ultimi mesi del suo comando in Iraq ha denunciato il pericolo di esposizione alle particelle di uranio impoverito all'interno del suo Documento di valutazione dei rischi (DVR) smentendo, de facto, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l'inesistenza di tale minaccia per la salute.
Roberto Vannacci - Wikipedia
warrengrubert
sperando che non abbia ragione (come spesso ce l'ha) Cesare Sacchetti.
Cesare Sacchetti
... Avendo letto Vladimir Volkoff...
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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Fedele A Cristo Scanu
Sono con il generale!!!! Magari fosse seguito da tanti altri