…SU OBBEDIENZA E DISOBBEDIENZA…DIRITTI...

…si deve obbedire oppure no alla legge umana ingiusta? Deve essere rispettata oppure no la legge che contraddice i principi di morale? Tanto il “Dottore Angelico”, quanto sant’Agostino di Ippona (354 d.C.–430 d.C.) prima di lui nell’opera “De libero arbitrio”, precisano come ad una siffata legge non corrisponda alcun obbligo di coscienza…

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…L’obbedienza è una grande (anzi: grandissima) virtù. Ma bisogna stare attenti a non cadere nell’eccesso di metterla al di sopra della Veritа…

…i sudditi sono tenuti ad ubbidire in tutto ai loro superiori? San Tommaso d’Aquino risponde negativamente.

I motivi per cui non si è tenuti ad ubbidire in tutto sono due:

Il primo: l’eventuale comando di un’autoritа più grande, per esempio Dio.

Il secondo: l’eventualitа che il superiore comandi all’inferiore delle cose illecite.

Si possono distinguere tre tipi di obbedienza:

Sufficiente per salvarsi: obbedire nelle cose d’obbligo.

Perfetta: obbedire in tutte le cose lecite.

Disordinata: obbedire nelle cose illecite…

…Come si fa a sapere che ciò che viene comandato è illecito? Lo fa capire una coscienza, che sia però “retta”. Va tenuto presente che la coscienza retta non crea la norma, ma si sottomette alla legge morale, fondata su quella divina…


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…LEONE XIII, nell’Enciclica Diuturnum illud del 1881, insegna che quando l’ordine del principe è contrario al diritto naturale e divino, “obbedire sarebbe criminale”.

…Resistenza attiva armata

La resistenza attiva armata è legittima: se la tirannia è costante; se è manifesta o giudicata tale dalla “sanior pars” della società; se le probabilità di successo sono numerose; se la situazione successiva non è peggiore dell’anteriore (12).

Resistenza passiva

La resistenza passiva consiste nella non esecuzione della legge ingiusta, fino a che non vi si è costretti con la forza; ma nel caso in cui la legge ingiusta comandi qualcosa di peccaminoso, “un atto intrinsecamente cattivo in sé, la resistenza non solo è permessa, ma è sempre obbligatoria; non si possono eseguire ordini criminali” (13).

La tolleranza

La tolleranza è fondata sul rispetto per il bene comune della Società. Insomma, ci si astiene dall’opposizione alla legge ingiusta, perché si prevede che essa danneggerebbe più severamente il bene comune che non la tolleranza della legge ingiusta. In breve, la si tollera, solo per non peggiorare la situazione; come quando si ha mal di denti, ma vi è un’infezione, si è costretti a tollerare il dente malato, sino a che l’infezione non sia stata debellata da antibiotici, e solo allora si potrà estrarre il dente cariato.

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La risposta a questi interrogativi è convenzionale: in democrazia la legge è fatta dalla maggioranza, che cerca di equilibrare le opinioni degli uni e degli altri, in assenza di un punto di riferimento superiore alla volontà generale. La responsabilità di queste contraddizioni è quindi dei legislatori. Ma la «volontà generale» non può impedire l’esistenza della legge naturale, voluta da un Legislatore ben più alto, che sarà anche Giudice; lo Stesso che ispirava ad uno dei Suoi profeti: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» (1).
Non ci si impedirà di ricordarlo!

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…L’obiezione vera non è quella prevista dalla 194 ma quella classico-cristiana, quella che il professor Castellano ha denominato “obiezione della coscienza” (per distinguerla dalla “obiezione di coscienza” della vulgata contemporanea) ovvero il giudizio della ragione pratica che riconosce come male l’obbedienza ad una certa norma perchè la norma stessa è riconosciuta come ingiusta. L’obiezione della coscienza non rivendica il diritto alla coerenza con una propria convinzione ma il dovere di disobbedire e resistere alla legge ingiusta, non si colloca nel soggettivo ma giudica la norma positiva alla luce di un ordine oggettivo di giustizia razionalmente conosciuto, non si chiude nel privato ma, dichiarando ingiusta la norma che disobbedisce, pone la questione sul piano pubblico del bene (comune)

…La militanza cattolica e pro-vita deve invece fuggire dalla trappola liberal-radicale, rifiutare la logica del principio di autodeterminazione (che sostanzia pure il principio dell’obiezione di coscienza intesa come diritto al coerenza con se stessi, con la propria opinione), esercitare la vera obiezione della coscienza ovvero disobbedire alla legge perchè ingiusta, dichiararla ingiusta, dichiararla illegittima, riaffermare il principio razionale per il quale una legge ingiusta non è legge ma corruzione della legge e non obbliga proprio nessuno. Affermare con forza che una legge non è “che un comando della ragione ordinato al bene comune, promulgato da chi è incaricato di una collettivitа” (S. th. I-II, q. 90, a. 4), non un atto di volontа sovrana, e che dunque “la legge umana in tanto è tale in quanto è conforme alla retta ragione e quindi deriva dalla legge eterna. Quando invece una legge è in contrasto con la ragione, la si denomina legge iniqua; in tal caso però cessa di essere legge e diviene piuttosto un atto di violenza” (S. th. I-II, q. 93, a. 3, ad 2)


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Intervento di Mario Palmaro al convegno che si è tenuto il 21 settembre 2013 al Palazzo della Gran Guardia di Verona intitolato "Teoria del gender: per l'uomo o contro l'uomo?"


…Alcuni autorevoli costituzionalisti sottolineano il carattere “ambiguo” e la natura “bifronte” della Corte costituzionale…Si tratta di un elemento salutato positivamente, dal momento che é proprio questa flessibilitá del giudice delle leggi che gli consente di adattarsi, di volta in volta, alle concrete condizioni del sistema politico ed ai differenti problemi che la societá pluralista pone quotidianamente…Tuttavia, l’assunzione di questo presupposto significa ammettere che la Costituzione, o meglio le disposizioni costituzionali che entrano nei giudizi di costituzionalitá o nei conflitti di attribuzione, hanno una normativitá a contenuto variabile…Detto in termini meno scientifici: alla Costituzione, quale “vestito della societá”, si puó far dire tutto ed il contrario di tutto…La realizzazione del Testo costituzionale, allora, risiede nel suo carattere “aperto”…In questo modo, peró, non si garantisce alcun ordine politico, bensí la moltiplicazione dei conflitti…Le Costituzioni, quindi, teoricamente concepite come progetto di organizzazione politica e sociale, altro non sono che l’opera di un potere politico…A partire dall’effetto irradiante del principio personalistico, accolto nell’art. 2 della nostra Costituzione e che consente la libera realizzazione della personalitá umana e della sua “dignitá”, si pongono le premesse per un dis–ordine sempre piú nichilistico

“Sono stata abortita quando sia la mia madre biologica che il mio padre biologico avevano 17 anni.Mia madre era al settimo mese di gravidanza quando si rivolse al “Planned Parenthood”, il più grande ente abortista al mondo. Le consigliarono un aborto salino tardivo; si inietta una soluzione salina che corrode il bambino nel grembo materno. Questo viene partorito morto nelle successive 24 ore.
Ma con grande sorpresa di tutti non sono arrivata morta, ma viva, il 6 aprile 1977, nella clinica abortista della contea di Los Angeles…