Sant'Antonio da Padova, il “Martello degli Eretici”
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Quando la Chiesa Cattolica tribola, le sue virtù divine risplendono più forti di prima. È nei momenti di grande tumulto che i grandi santi hanno fatto la loro comparsa. La Salvezza per la Chiesa di Cristo proviene da quegli uomini e quelle donne che combattono il “fumo di Satana” al suo interno e all'esterno con Fede, Speranza e Carità.
Nel tumultuoso XIII secolo, tra rivoluzioni materiali e spirituali, la Chiesa Cattolica fu sul punto di disgregarsi. Chierici disonesti e lontani da Cristo, laici approfittatori e regnati spergiuri avevano condotto Roma alla perdizione. Tuttavia alcuni “astri luminosi” illuminavano le strade ai fedeli dispersi, ricordando loro qual era la retta via: Cristo, la Stella Polare nel nostro firmamento, e le tante stelle, i tanti santi che hanno dedicato la loro vita a Lui.
Sant'Antonio da Padova, al secolo Fernando de Bulhoes, fu il “Martello degli Eretici”, frate e teologo, ma anche uomo di carità, che diede se stesso all'annuncio apostolico, sfidando pubblicamente eresiarchi e chierici lestofanti.
Nel tempo delle grandi eresie e dello smarrimento personalità come quella del santo lusitano ci aiutano a ricordare l'Insegnamento di Gesù.
Nacque probabilmente il 15 agosto 1195 a Lisbona in una nobile e ricca famiglia. Visse tra agi e piaceri, ma, come San Francesco d'Assisi, che conobbe e che decise di seguire, rinunciò a tutto per servire Cristo e fare opera apostolica.
La sua figura si lega indissolubilmente a quella del santo assinate. Presi gli abiti monacali fu trasferito a Coimbra; qui incontro alcuni frati francescani diretti in Marocco per convertire i musulmani. Si stupì per la disposizione d'animo dei primi francescani che non temevano la persecuzioni e attendevano al loro compito con devozione. Ebbe modo di conoscere San Francesco durante il Capitolo Generale dell'Ordine francescano nel 1221. Alla Porziuncola Antonio incontrò questa straordinaria personalità che lo affascinò per la sua umiltà e per la fede sincera che dimostrava. Fu un incontro edificante per il giovane monaco che sentì dentro di sé l'esigenza di seguire la stessa missione del frate assinate. Si distinse subito per le sue prediche erudite, chiare e dirette a rinnovare la fede in Cristo. Divenne francescano, un membro dell'Ordine che più di tutti era votato al rinnovamento e alla purificazione spirituale, e fu destinato dalla stesso Poverello d'Assisi allo studio teologico, a Bologna. La sua viva intelligenza, il suo nobile senso del dovere e la sua fede lo resero celebre come un grande predicatore, capace di convincere le folle e i dotti dell'epoca.
Un tempio di eretici in Lombardia
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La mula liberata, quando si presentò il santo, lasciò il fieno per inginocchiarsi di fronte all'Ostia consacrata tra lo stupore dei presenti.
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