Ma... insomma, quando è infallibile la Chiesa Cattolica?... Una questione spinosa ed attuale! - risposte sulla fede del servo di Dio Pier Carlo Lanucci

Nella risposta n. 9, a proposito della condanna di Galileo, si legge : Il suo divino magistero di verità la Chiesa lo esercita invece ordinariamente con decreti e direttive non infallibili. . . Ma il magistero ordinario della Chiesa è infallibile come quello solenne. Cfr. ; Conc. Tat. 1 sess. III. cap. 3. (C. F. - Piancastagnaio).

Questa volta mi trovo davanti a un’obiezione alla rovescia. All’attento rocchigiano di Piancastagnaio non è sfuggito cioè un mio avverbio e cortesemente me lo rinfaccia come restrittivo dell’infallibilità della Chiesa.

Egli mi porge così un’occasione preziosa per precisare un concetto e un fatto di somma importanza. La citazione di C.F. è esattissima, e si riferisce a una delle più celebri definizioni del Concilio Vaticano I apertosi nel 1869 sotto Pio IX e sospeso nel ’70. Eccola : « Deve credersi con fede divina e cattolica tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o trasmessa per tradizione, e che dalla Chiesa viene proposto da credere come divinamente rivelato, sia per solenne giudizio, sia per ordinario e universale magistero ».

È chiaro che, trattandosi di vera adesione di fede, si tratta proprio dell’infallibile magistero. Per procedere con perfetta chiarezza bisogna, innanzi tutto, precisare il valore dei termini. La fede si dice divina in quanto riguarda le verità rivelate da Dio (dogmi). Si dice divino cattolica in quanto coteste verità sono, come tali, proposte da credere dalla Chiesa cattolica. Si sa infatti che non tutte le verità di fede sono state dalla Chiesa esplicitamente proposte a credere fin dall’inizio, benché siano tutte implicitamente contenute nell’immutabile deposito della Rivelazione, che è la S. Scrittura e la Tradizione divino-apostolica, come è successo, per es. del dogma dell’Assunzione della Madonna.

Le due maniere con le quali la Chiesa può proporre le verità di fede sono poi la definizione solenne e il magistero ordinario e universale. La prima si ha tipicamente nelle definizioni del Papa « ex cathedra », come per la proclamazione del dogma dell’Assunta, e nelle definizioni dei Concili ecumenici, ossia universali. Il magistero ordinario e universale riguarda l’insegnamento sia in senso proprio, sia in senso equivalente, come sarebbe la liturgia, l’approvazione delle consuetudini religiose, ecc.: ma sempre supposto che la verità sia presentata come rivelata.

Le verità proposte nella prima maniera si chiamano di fede definita, le altre, di fede non definita. Però già che ci siamo, terminiamo il quadro. L’infallibilità della Chiesa non è ristretta soltanto alle verità rivelate, cioè di fede divina nel senso spiegato sopra, e cui si riferisce la suddetta definizione del Concilio Vaticano. Essa deve estendersi anche, per necessità logica, a tante altre verità, che sono così collegate con le verità rivelate da non poter essere messe in dubbio senza infirmare quelle.

Si sogliono anche chiamare verità di fede ecclesiastica. Anch’esse sono infallibilmente certe, pur non essendo rivelate, cioè non essendo di fede divina. La teologia ne fa un’accurata classificazione di cui mi limiterò a riportare i nomi. Sono le conclusioni teologiche, ossia le deduzioni razionali da premesse di cui una rivelata, i fatti dommatici, come la legittima elezione d’un Papa, la disciplina generale della Chiesa, Fapprovazione degli ordini religiosi e le canonizzazioni dei Santi.

A niente di tutto questo si riferisce quel mio ordinariamente dal sig. F. C. incriminato. Non basta. Vi sono tante altre verità e disposizioni della Chiesa non così strettamente collegate ai dommi di fede da rientrare nell’infallibile magistero, ma che fanno parte tuttavia del normale governo e insegnamento della Chiesa: sono esposte nei discorsi ordinari e lettere dei Pontefici, nelle direttive e prescrizioni delle S. Congregazioni romane, ecc., relative a filosofia, etica, liturgia, ecc.

Ecco finalmente a cosa si riferisce quel mio : «ordinariamente con decreti e direttive non infallibili ». È chiaro che, per il buon andamento della Chiesa, a quest’ultimo insegnamento e governo è dovuto un ossequio non infallibile, ma religiosamente devoto e pieno, interiore ed esteriore. È mediante esso infatti che viene
regolato tutto il ritmo quotidiano della vita religiosa e vengono indicate le condizioni migliori per la conservazione teorica e per l’applicazione pratica delle verità infallibili. Anziché trattarsi quindi di una obbedienza e di un ossequio secondario, si può dire che esso è, in linea pratica, fondamentale.

Ed è un ossequio ragionevolissimo. È ben giusto infatti presumere che la Chiesa, infallibile nel dogma e nelle cose ad esso indissolubilmente connesse, sia supremamente autorevole nelle altre cose, anch’esse realmente benché non indissolubilmente connesse a quelle infallibili. È un ovvio criterio di saggezza e di prudenza che lo suggerisce. V’è un fondamento sia di prudenza umana che di fede.
Il fondamento di prudenza umana è dato dalla scienza degli uomini preposti, per es., ai dicasteri della Curia romana, dall’universalità della loro visione stando al centro della Chiesa e dall’essere superiori alle ristrette passioni e agli interessi locali, e dalla plurisecolare esperienza di dottrina e di governo: tutti elementi che lo scacco galileiano, come ho mostrato nella risposta al q. 9, non infirma.

Il fondamento di fede è dato dall’assistenza dello Spirito Santo che, come è infallibile in certi casi, non può non essere speciale e quindi particolarmente efficace in questi altri. Un ultimo rilievo su questa serie di sottili distinzioni, (cfr. anche q. 59). Non vengono esse ad attenuare dannosamente quell’assolutezza d’infallibilità della Chiesa, sola capace di dare completa garanzia ? Tutt’altro. Esse non fanno che consolidarla nell’equilibrio della verità, sola capace di creare l’adesione veramente fiduciosa.

Certo, alcuni settori teorico-pratici potranno restare incerti. I teologi e i moralisti disputeranno. Ma in tal modo ogni pericolo di totalitarismo e assolutismo dottrinale, nel senso oppressivo e tirannico del termine, è eliminato. Ogni abuso umano della suprema investitura divina è, nella generalità dei casi, scongiurato. V’è una mirabile plasticità umana nella granitica sicurezza dottrinale della Chiesa divina. Dove invece tiranneggiano le fallibili ideologie umane v’è l’incatenamento tirannico, spietato e indiscriminato d’ogni attività dell’uomo.
Carlo Maria
In realtà, contrariamente alla visione comune, riguardo al Caso Galileo, Galileo aveva torto e la Chiesa Cattolica ragione come è dimostrato rigorosamente, in base alla logica e alla scienza attuale, in un libro recentemente pubblicato:
Pace C. M., IL CASO GALILEO: Perché Galileo aveva torto e la Chiesa Cattolica ragione, Youcanprint, Lecce 2020
cfr. www.youcanprint.it/…/il-caso-galileo…
Sempliciotto
Quando? Sicuramente da quasi cinque anni.