La prima apparizione mariana della storia fu a Granada – Rivelazioni dalla "Mistica Città di Dio"

Tratto dalla Mistica Città di Dio della Venerabile Maria di Gesù d’Agreda

Libro VII

Capitolo 16


319. San Giacomo il Maggiore era più lontano di tutti gli altri, poiché era uscito per primo dalla città per la missione e, trascorsi alcuni giorni nei dintorni, si era recato in Spagna. Si era imbarcato a Ioppe, l'attuale Giaffa, nel trentaquattro dopo Cristo, nel mese di agosto, che allora si chiamava sestile, un anno e cinque mesi dopo la passione, otto mesi dopo la lapidazione di Stefano e cinque mesi prima della conversione di Paolo, secondo quanto ho già scritto. Da lì, facendo scalo in Sardegna, era approdato al porto di Cartagena, nel quale aveva cominciato la predicazione; presto, diretto dallo Spirito, aveva preso il cammino per Granada, dove aveva capito che la messe era abbondante e l'occasione opportuna per soffrire per Gesù, come in effetti successe.

320. Era tra i prediletti di Maria e tra coloro che ella assisteva di più, sebbene esteriormente non lo distinguesse molto, per l'uniformità con la quale prudentemente trattava tutti come pure perché egli era suo parente. Anche Giovanni, suo fratello, aveva lo stesso legame con lei, ma a suo vantaggio giocavano altre ragioni, perché tutto il collegio apostolico sapeva che il Maestro stesso dalla croce lo aveva dato come figlio a sua Madre e così, se questa lasciava trasparire il suo affetto, non c'erano gli inconvenienti che ci sarebbero stati se lo avesse fatto con Giacomo o con chiunque altro tra loro; intimamente, però, aveva un amore del tutto speciale per lui, e glielo rivelò sempre con grazie eccezionali. Egli le meritò con la riverenza e la venerazione in cui si segnalava ed ebbe necessità della sua difesa perché, essendo di cuore nobile e generoso e di animo ferventissimo, andava incontro alle tribolazioni e ai rischi con invincibile valore. Perciò, precedette i suoi compagni nell'avviarsi a portare l'annuncio e a subire il martirio. Nel tempo del suo peregrinare fu proprio un fulmine come figlio del tuono, giacché per questo ricevette tale nome quando si unì agli altri.

321. In Spagna gli si presentarono inconcepibili difficoltà e persecuzioni mosse da satana per mezzo dei giudei. Non furono piccole neppure quelle che poi dovette sopportare in Italia e in Asia minore, da dove tornò a Gerusalemme a diffondere la lieta novella e ad affrontare il supplizio, dopo aver percorso in pochi anni province tanto distanti e nazioni tanto diverse. Poiché non appartiene al mio intento riferire tutto quello che sostenne in così vari viaggi, esporrò solo ciò che conviene a questa Storia. Quanto al resto, ho compreso che la nostra Signora ebbe cura di lui in modo eccezionale per i motivi da me addotti, e che attraverso i suoi angeli lo preservò da parecchi gravi pericoli e frequentemente lo confortò mandandoli a trovarlo e a dargli informazioni e consigli, perché ne aveva bisogno più degli altri, considerata la brevità della sua vita. Spesso il medesimo Redentore fece scendere dal cielo alcuni suoi servitori affinché lo proteggessero e lo trasportassero da una parte all'altra, guidandolo nei suoi spostamenti e nella sua opera.

322. Nel periodo in cui dimorò in Spagna, tra gli altri benefici che gli furono elargiti dalla Vergine due furono assai considerevoli, perché ella stessa lo visitò e soccorse. Una di queste apparizioni, che si verificò a Saragozza, è tanto certa quanto celebrata nel mondo, e oggi non si potrebbe negarla senza distruggere una verità così pia, confermata e consolidata da mirabili prodigi e da testimonianze per più di milleseicento anni; accennerò ad essa nel prossimo capitolo. Dell'altra, che fu la prima, non mi è noto che si conservi memoria, poiché fu più nascosta. Secondo quello che mi è stato svelato, accadde a Granada, nella maniera che adesso spiegherò. Gli ebrei avevano lì delle sinagoghe fin dal momento del loro arrivo; la terra era fertile e la vicinanza ai porti del Mediterraneo consentiva loro di tenersi comodamente in contatto con la Palestina. Quando vi giunse Giacomo, avevano sentito parlare degli avvenimenti riguardanti sua Maestà: alcuni di essi ambivano di conoscere i suoi insegnamenti e il loro fondamento, ma nella maggioranza erano già stati preparati con un'empia incredulità da Lucifero a non accoglierli e a non permettere che fossero trasmessi agli altri, perché contrari ai loro riti e a Mosè; infatti, avevano paura che altrimenti i pagani avrebbero eliminato il giudaismo. Con tale diabolico inganno, impedivano la fede in costoro, che, constatando che Cristo era rigettato come impostore dal suo stesso popolo, non si persuadevano facilmente a seguirlo.

323. L 'Apostolo entrò in città e, appena ebbe iniziato a predicare, si imbatté nella loro resistenza: lo facevano passare per un avventuriero, imbroglione, inventore di sette false, stregone ed ammaliatore. Egli aveva con sé dodici discepoli, ad imitazione del suo Signore, e, siccome perseveravano tutti nella proclamazione del Vangelo, cresceva l'odio contro di essi, tanto che fu presa la decisione di ucciderli; in effetti, ne fu assassinato immediatamente uno, che si era opposto con ardente zelo. Dato che, però, non temevano la morte ed anzi aspiravano a patire per Gesù, continuarono a proporre il loro messaggio ancor più intrepidamente. Dopo che ebbero faticato in questo per vari giorni ed ebbero convertito molti abitanti di quel luogo e della zona circostante, il furore dei giudei si accese maggiormente. Infine, questi li catturarono tutti e li trascinarono in catene fuori delle mura per ammazzarli, e appena furono in campagna legarono nuovamente i loro piedi affinché non fuggissero, perché li ritenevano maghi e incantatori. Mentre stavano per decapitarli, Giacomo non cessava di implorare il favore dell'Altissimo e della sua Regina. Le disse: «Santa Madre del mio Salvatore, assistete in quest'ora il vostro umile schiavo. Voi che siete clementissima, pregate per me e per questi confessori. Se è volontà dell'Onnipotente che periamo qui per la sua gloria, supplicatelo che riceva la mia anima alla sua presenza. Ricordatevi di me e beneditemi in nome di colui che vi ha scelto tra tutti. Accettate il sacrificio che faccio di non incontrare i vostri occhi misericordiosi in quest'ora, che per me deve essere l'ultima. O Maria, o Maria!».

324. Ripeté tante volte l'invocazione finale, che ella ascoltò dal suo oratorio, da dove stava osservando distintamente tutto ciò che succedeva a quel suo amatissimo figlio. Allora, le sue viscere materne si mossero a tenera compassione per la tribolazione che egli sosteneva e nella quale le si rivolgeva, e ne provò particolare dolore pure per il fatto di essere così lontana anche se, avendo chiaro che niente era difficile al potere infinito, si inclinò a desiderare di aiutarlo in quel frangente; inoltre, tale pena aumentò in lei poiché aveva cognizione che sarebbe stato il primo a versare il proprio sangue. Comunque, non chiese a Dio o agli esseri celesti di portarla da lui, perché la trattenne dal farlo la sua eccezionale prudenza, con la quale intendeva che la provvidenza non avrebbe fatto mancare il necessario, e nel domandare queste grazie mentre viveva quaggiù si regolava sul beneplacito della Trinità, con eccellente discrezione e riguardo.

325. Il suo Unigenito, che teneva l'attenzione fissa ai suoi aneliti come santi, giusti e pieni di pietà, dispose all'istante che i suoi mille custodi eseguissero quanto ella sospirava. Questi le si manifestarono in forma umana e, palesatole l'ordine che avevano avuto, senza alcun indugio la fecero salire su un trono formato da una bellissima nuvola e la condussero in Spagna, sul campo dove erano Giacomo e i suoi e dove i nemici che li avevano fatti prigionieri avevano già sguainato le scimitarre o sciabole. Solo l'Apostolo la vide sulla nube, dalla quale ella gli parlò con dolcezza: «Mio diletto, carissimo al Redentore, state di buon animo e siate benedetto eternamente da colui che vi ha creato e vi ha chiamato alla sua luce. Orsù, servitore fedele, alzatevi e siate sciolto dai ceppi». Egli si era prostrato come meglio aveva potuto. Alle parole della fortissima Principessa, le catene di tutti si aprirono in un attimo e si trovarono liberi. I giudei, che avevano le armi in pugno, caddero a terra e vi rimasero per alcune ore privi di sensi, mentre i demoni, che li appoggiavano e provocavano furono precipitati negli abissi infernali. Così, sua Maestà poté essere magnificato senza impedimenti da quei dodici e da Giacomo, e questi ringraziò la Vergine con incomparabile sottomissione e giubilo del suo intimo; gli altri, pur non potendola contemplare, dall'accaduto si resero conto del prodigio, e il loro maestro lo rivelò nella misura che gli parve conveniente per confermarli nella fede, nella speranza e nella devozione a lei.

326. Tale singolare beneficio fu anche più mirabile perché la Signora non solo lo difese dalla morte affinché tutto quel regno traesse giovamento dalla sua predicazione, ma regolò anche i suoi spostamenti; ella, infatti, incaricò cento dei suoi angeli di accompagnarlo, guidandolo di paese in paese e proteggendolo dappertutto da ogni pericolo, e di indirizzarlo quindi verso Saragozza. Essi le obbedirono e gli altri la trasferirono al cenacolo. Con una simile scorta, Giacomo percorse quei territori più sicuro che gli israeliti nel deserto. Lasciò a Granada alcuni dei suoi, che poi vi subirono il martirio, e proseguì il viaggio in molte località dell'Andalusia con i rimanenti e con gli altri che accoglieva. Giunse a Toledo e di là passò in Portogallo, in Galizia e per Astorga; facendo delle deviazioni verso posti differenti, arrivò nella Rioja e da Logrono si recò a Tudela e, infine, a Saragozza. Nel suo peregrinare si separò via via da parecchi suoi discepoli, che designò come pastori di varie città, dove aveva piantato la Chiesa e il culto divino. In quelle regioni fece tanti e così straordinari miracoli che non devono sembrare incredibili quelli che si sanno, essendo ben più numerosi quelli che si ignorano. Il frutto che raccolse fu immenso, tenuto conto del tempo in cui vi dimorò. È stato un errore dire o pensare che convertì poche persone, perché ovunque andò stabilì la comunità, ordinando tanti vescovi per il governo dei figli che aveva generato in Cristo.

327. Per terminare questo capitolo avverto che in molteplici maniere ho conosciuto le teorie opposte degli storici ecclesiastici su quanto sto scrivendo, cioè l'uscita degli apostoli da Gerusalemme allo scopo di evangelizzare, la distribuzione tra loro delle parti del mondo, la composizione del simbolo, la partenza di Giacomo e la sua uccisione. Riguardo a tutti questi avvenimenti ho compreso che dissentono considerevolmente nell'attribuire ad essi una datazione e nell'accordarli con i libri canonici. Il Signore, però, non mi ha comandato di chiarire questi ed altri dubbi, né di comporre queste controversie; anzi, fin dal principio ho riferito che egli mi ha ingiunto di stendere il presente racconto senza opinioni, affinché non le mescoli con la verità. Quando ciò che affermo è conseguente al testo sacro, non contrasta in niente con esso e corrisponde alla dignità della materia che tratto, non posso dare maggiore autorità alla narrazione, e neppure pretenderà di più la pietà cattolica. Potrà anche capitare che per tale strada si risolvano alcuni punti dibattuti, e questo lo faranno coloro che sono dotti e letterati.