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Mario Angheran16 dic
corriere.it

«Quante previsioni abbiamo sbagliato». Il Wall Street Journal chiude l'anno con un'autocritica

Il più importante quotidiano economico americano, The Wall Street Journal (appartenente al gruppo Murdoch, ma con un’indipendenza editoriale comprovata), non ha mai fatto sconti a Donald Trump sui due punti decisivi della sua politica economica: i dazi e l’immigrazione. Il WSJ rimane fedele a un’altra tradizione del partito repubblicano, il liberismo del presidente Ronald Reagan negli anni Ottanta (che però fece vistose eccezioni alzando barriere contro il Giappone); sull’immigrazione il quotidiano è in sintonia con gli interessi del capitalismo americano che l’ha sempre considerata una risorsa.
In questo contesto è degna di nota l’autocritica in prima pagina con cui il giornale si avvia alla chiusura del 2025: un elenco di previsioni che aveva fatto, e che si sono rivelate errate.
La categoria che ne esce più intaccata nella sua credibilità è quella degli economisti. Ci sono pure delle previsioni sbagliate da parte di Trump. Il bilancio è imparziale da tutti i punti …

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