San Pietro di Macra: La danza macabra come "memento mori"

in
Luogo: Macra (Cuneo)
Edificio: Cappella di San Peyre
Datazione: inizi seconda metà XV secolo
Tema: Danza della morte
Stato di conservazione: buono

Rara danza macabra, girotondo in cui si alternano un vivo e un morto, per rispondere alla volontà tutta medievale di ricordare l’incertezza dell’ora della morte e l’uguaglianza degli uomini di fronte ad essa.
Ogni coppia di ballerini si compone di uno scheletro o di un cadavere nei diversi stadi di decomposizione, e di uomini di ogni classe sociale: frati, dame, cavalieri.
I gesti sono grotteschi e volti a suscitare nel fedele il terrore della morte: ogni sequenza è accompagnata inoltre da una scritta in volgare antico, forse occitano, che illustra e descrive la morte e il giudizio finale (da www.targatocn.it/…/la-danza-macabr… )

Guardate le foto degli affreschi in www.chambradoc.it/danzeMacabre-Macra.page

La cappella, oggetto di recente restauro (2000), posta su un poggio esposto a mezzogiorno, collocata a metà strada tra la chiesa di san Salvatore (lungo la statale di fondovalle) e la parrocchiale di Macra, è immersa in una delle tipiche scalinate a terrazze,un tempo coltivate a vigneto. E' preceduta da un atrio che ripara e protegge un tratto di un'antica mulattiera medievale, aperta per decreto di Ludovico I, marchese di Saluzzo, nel 1486.

Il suo interno contiene un'interessante serie di affreschi, datati 14(61 ?) e firmati Tommaso Biasaci, che riprendono, oltre alle Storie di San Martino e ad alcuni episodi dell'Infanzia di Cristo, una delle rare immagini del beato Pietro di Lussemburgo, cardinale di Avignone, devozione particolare della famiglia marchionale saluzzese.

La Danza dei morti che si svolge nel margine inferiore delle pareti, inserisce il tema della festa popolare all'interno del genere macabro. Ai morti che trascinano nel folle ballo i vivi, si sostituisce, in una sola occasione, una donna dal corpo già in avanzato stato di putrefazione.

La ricchezza di scritte, in lingua occitana propria dei luoghi, ancora in buona parte leggibili, evidenzia come il genere venisse interpretato, in una comunità alpina di passaggio con la Francia, con autonomia di disegno e con sottile ironia. I rinvii alle scritte dei cicli similari di Bar sur Loup e Albi possono servire a definire la dimensione culturale della eccezionale documentazione linguistica.

Bibliografia:

E. Mussapi, La danza macabra di Macra, in M. Piccat – L. Ramello, Memento mori. Il genere macabro in Europa dal medioevo a oggi. Atti del Congresso internazionale (Torino, 16-18 ottobre2014), Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2014, pp. 479-496.

M. Perotti, Repertorio dei monumenti artistici della provincia di Cuneo, 1a, Territorio Antica Marca Saluzzese, quaderno 32, Cuneo, Provincia di Cuneo, 1980, pp. 180-181;

M. Piccat, Le scritte di San Peyre di Macra (Val Maira): una "Danse Macabre" in Occitania, in Bollettino dell'Atlante Linguistico Italiano, III Serie, n. 24 (2000), pp. 103-124;

L. Ramello, Una Danza « macabra » di tradizione valdese in Provenza : Bar-sur-Loup, in Atti del Convegno Internazionale “Balla con la morte. Cultura ed Estetica del Macabro dal Medioevo a oggi. Trieste, Dipartimento di Letterature Straniere, Comparatistica e Studi Culturali, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Trieste, 25-27 maggio 2007, Trieste, Edizioni Università di Trieste 2010 (“Prospero”, XV), pp. 71-87.

(M. Piccat)
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Marziale
"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare. "
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