ISPIRAZIONI DIVINE NON AUTENTICHE
Buongiorno!
Sono stanca di sperimentare quotidianamente quanto il cosiddetto popolo di Dio sia cieco e non distingua gli insegnamenti autentici, quelli del Vangelo da quelli che non lo sono e sono impronta evidente di altre entità spirituali. Figuriamoci in che acque navighino le altre persone, quelle lontane da Dio.
Questo, ad esempio, è uno stralcio di uno studio molto più ampio, non mio, copiabile e scaricabile gratuitamente. Se si è guidati dallo Spirito Santo e non da altro, si intuisce piuttosto facilmente che le ispirazioni della Santa non derivano da Dio, perché in netto contrasto con il suo insegnamento.
Di storture e di inganni non c'è che l'imbarazzo della scelta. Probabilmente, ce ne sono di più significativi di quelli che seguono. È, proprio, il caso di dire che sia un "maremagnum" di eresie. Se gli occhi dell'anima non fossero così ciechi, si resterebbe attoniti di fronte a ciò che si accetta da anni e anni.
Senza che ribadisca che per discernere è indispensabile essere particolarmente rigidi, inflessibili e non fagocitare o assorbire qualsiasi cosa incondizionatamente e aprioristicamente, altrimenti, ammetto, diventa un'impresa alquanto ardua e laboriosa.
SUOR FAUSTINA KOWALSKA
Nel diario di suor Faustina Kowalska (“Diario. La misericordia divina nella mia anima” Libreria Editrice Vaticana) la religiosa polacca racconta che colui che appare sotto le sembianze di Gesù, desidera essere venerato attraverso un dipinto conforme alla propria immagine mostrata alla religiosa.
N. 47 - «Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria."
"Poi colui che appare dà la definizione e indica la funzione di questa immagine.
N. 327 - «Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia. Il recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido in te».
A parte i dubbi che si possono sollevare riguardo all’autenticità dell’immagine (che non è certamente corrispondente al Vangelo), colpiscono le promesse fatte da colui che appare: “Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici”.
Non è accettabile che la venerazione di un’immagine, di qualsiasi genere, comporti automaticamente la salvezza eterna, la quale dipende soltanto dallo stato di grazia in cui si trova l’anima.
Un altro episodio raccontato nel diario di suor Faustina Kowalska solleva molti dubbi.
N. 474 - La sera, mentre ero nella mia cella, vidi un Angelo che era l’esecutore dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente; una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio. In quel momento vidi la Santissima Trinità. … Cominciai a implorare Dio per il mondo con parole che si udivano interiormente.
N. 475 - Mentre pregavo così vidi l’impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta punizione, che era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con una tale potenza interiore come allora. Le parole con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: «Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi».
Colui che appare vuole far capire a suor Faustina che non tutte le invocazioni sono sufficienti per trattenere la “collera di Dio”, mentre quella usata dalla religiosa polacca ha la capacità di farlo.
Questa “formula” è la cosiddetta “coroncina alla Divina Misericordia”, che è uno dei capisaldi della devozione a Gesù Misericordioso.
Colui che appare, evidentemente, vuole convincere suor Faustina che con la “coroncina” si può ottenere tutto, anche l’impossibile.
Più tardi, infatti, “colui che appare” estende l’efficacia salvifica della “coroncina” a tutti gli “agonizzanti”.
N. 811 - Quando entrai nella mia cameretta d'isolamento udii queste parole: «Nell'ora della morte difenderò come Mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino ad un agonizzante, ed otterranno per l'agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l'ira di Dio e l'imperscrutabile Misericordia avvolge l'anima e si commuovono le viscere della Mia Misericordia, per la dolorosa Passione di Mio Figlio». Oh, se tutti conoscessero quanto è grande la Misericordia del Signore, e quanto noi tutti abbiamo bisogno di questa Misericordia e specialmente in quell'ora decisiva!
Qui si promette veramente qualcosa di eccessivo!
Fin che si dice che l’agonizzante prega Dio con cuore contrito e invoca la Sua Misericordia, tutto bene. Il ricorso volontario alla Misericordia Divina è segno che nel cuore dell’agonizzante, anche se è stato un peccatore incallito, è successo qualcosa di grande: il pentimento e il ritorno a Dio.
Ma qui risulta che la “coroncina” ha lo stesso effetto salvifico anche quando “altri” la recitano vicino ad un agonizzante.
In poche parole, l’agonizzante può essere anche il più grande dei peccatori e può non essersi nemmeno convertito, ma la recita della “coroncina” da parte di altri che sono “vicino” a lui ottiene la sua salvezza!
Per i motivi detti all’inizio, ciò non può essere accettato perché le grazie che noi chiediamo a Dio per altri devono essere accolte da loro. E, nel caso degli agonizzanti, deve intervenire il loro sincero pentimento.
Questa promessa di salvezza contenuta nel diario di suor Faustina si può definire “automatismo della salvezza”, mentre noi sappiamo che la salvezza non è mai automatica, in quanto è frutto di un atto volontario dell’anima che accoglie la grazia di Dio. Come dice Sant’Agostino (Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923): “Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi”.
Alla “coroncina alla Divina Misericordia”, in un altro punto del diario, viene attribuita una definizione veramente singolare: quella di “ultima tavola di salvezza”. Il termine “tavola di salvezza” viene ricavato dall’immagine del naufragio, durante il quale coloro che hanno abbandonato la nave cercano di attaccarsi ad una tavola di legno per galleggiare.
N. 687 - Una volta mentre attraversavo il corridoio andando verso la cucina, sentii nell'anima queste parole: «Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell'ora della morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla Mia infinita Misericordia. Desidero che tutto il mondo conosca la Mia Misericordia. Desidero concedere grazie inimmaginabili alle anime, che hanno fiducia nella Mia Misericordia».
La stessa definizione di “ultima tavola di salvezza” viene poi attribuita anche alla “Festa della Divina Misericordia” che, secondo le richieste di colui che appare, deve essere celebrata la prima Domenica dopo Pasqua e deve essere preceduta da una novena alla Divina Misericordia.
N. 965 - Gesù mi ha guardato ed ha detto: «Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia».
Questa definizione di “ultima tavola di salvezza”, riferita sia alla coroncina alla Divina Misericordia sia alla Festa della Divina Misericordia, è chiaramente in contrasto con l’insegnamento cristiano, perché non si può negare che esistano altri rimedi per ottenere la salvezza eterna, in particolare il Sacramento della Riconciliazione.
L’anomalia di questa definizione di “ultima tavola di salvezza” ha messo sicuramente a disagio anche il Secondo Teologo Censore sugli scritti di suor Faustina (cfr. I.A.T.C., pp. 374-375) che ha dovuto concludere: “Non si può affermare, né teologicamente né secondo il buonsenso, che la festa della Misericordia, con le sue grandi promesse, sia l’ultima tavola di salvezza per le anime”.
Ma, come sappiamo, il decisivo intervento del cardinale Karol Wojtyla, vescovo di Cracovia (Polonia) ha ribaltato le sorti della devozione proposta da suor Faustina Kowalska, il cui diario in precedenza era stato iscritto nell’Indice dei libri proibiti dal Sant’Uffizio.
Poi, quando il cardinale è diventato Papa Giovanni Paolo II, ha appoggiato tale devozione ancor più efficacemente, anche in considerazione degli stretti collegamenti con la Polonia contenuti nel Diario della suora polacca. Ad esempio, vi si trovano riportate queste parole:
N. 1732 - Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: «Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta».
Non si può negare che prima suor Faustina, poi il suo confessore don Michele Sopocko e infine il Vescovo e Papa Karol Wojtyla si dovevano sentire chiamati ad un compito veramente particolare, se dalla Polonia doveva uscire quella “scintilla”.
L’affermazione “Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta” è assurda anche perché la fine del mondo non è affatto prossima.
Poi, i colori bianco e rosso dei raggi che escono dall’immagine richiesta dall’apparizione sono gli stessi della bandiera polacca.
I “riferimenti nazionalistici” sono certamente motivo di inattendibilità delle rivelazioni private, in quanto i messaggi celesti autentici sono sempre rivolti a tutta l’umanità ed hanno portata mondiale.
La stessa critica può essere riferita alle rivelazioni a suor Maria Natalia Magdolna (vedi in seguito), dalle quale emerge una predilezione per l’Ungheria.
Per tutti gli altri aspetti discutibili delle rivelazioni di suor Faustina Kowalska è utile leggere il mio scritto “Misericordia e Giustizia di Dio - Due attributi antagonisti?”.
Sono stanca di sperimentare quotidianamente quanto il cosiddetto popolo di Dio sia cieco e non distingua gli insegnamenti autentici, quelli del Vangelo da quelli che non lo sono e sono impronta evidente di altre entità spirituali. Figuriamoci in che acque navighino le altre persone, quelle lontane da Dio.
Questo, ad esempio, è uno stralcio di uno studio molto più ampio, non mio, copiabile e scaricabile gratuitamente. Se si è guidati dallo Spirito Santo e non da altro, si intuisce piuttosto facilmente che le ispirazioni della Santa non derivano da Dio, perché in netto contrasto con il suo insegnamento.
Di storture e di inganni non c'è che l'imbarazzo della scelta. Probabilmente, ce ne sono di più significativi di quelli che seguono. È, proprio, il caso di dire che sia un "maremagnum" di eresie. Se gli occhi dell'anima non fossero così ciechi, si resterebbe attoniti di fronte a ciò che si accetta da anni e anni.
Senza che ribadisca che per discernere è indispensabile essere particolarmente rigidi, inflessibili e non fagocitare o assorbire qualsiasi cosa incondizionatamente e aprioristicamente, altrimenti, ammetto, diventa un'impresa alquanto ardua e laboriosa.
SUOR FAUSTINA KOWALSKA
Nel diario di suor Faustina Kowalska (“Diario. La misericordia divina nella mia anima” Libreria Editrice Vaticana) la religiosa polacca racconta che colui che appare sotto le sembianze di Gesù, desidera essere venerato attraverso un dipinto conforme alla propria immagine mostrata alla religiosa.
N. 47 - «Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria."
"Poi colui che appare dà la definizione e indica la funzione di questa immagine.
N. 327 - «Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia. Il recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido in te».
A parte i dubbi che si possono sollevare riguardo all’autenticità dell’immagine (che non è certamente corrispondente al Vangelo), colpiscono le promesse fatte da colui che appare: “Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici”.
Non è accettabile che la venerazione di un’immagine, di qualsiasi genere, comporti automaticamente la salvezza eterna, la quale dipende soltanto dallo stato di grazia in cui si trova l’anima.
Un altro episodio raccontato nel diario di suor Faustina Kowalska solleva molti dubbi.
N. 474 - La sera, mentre ero nella mia cella, vidi un Angelo che era l’esecutore dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente; una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio. In quel momento vidi la Santissima Trinità. … Cominciai a implorare Dio per il mondo con parole che si udivano interiormente.
N. 475 - Mentre pregavo così vidi l’impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta punizione, che era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con una tale potenza interiore come allora. Le parole con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: «Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi».
Colui che appare vuole far capire a suor Faustina che non tutte le invocazioni sono sufficienti per trattenere la “collera di Dio”, mentre quella usata dalla religiosa polacca ha la capacità di farlo.
Questa “formula” è la cosiddetta “coroncina alla Divina Misericordia”, che è uno dei capisaldi della devozione a Gesù Misericordioso.
Colui che appare, evidentemente, vuole convincere suor Faustina che con la “coroncina” si può ottenere tutto, anche l’impossibile.
Più tardi, infatti, “colui che appare” estende l’efficacia salvifica della “coroncina” a tutti gli “agonizzanti”.
N. 811 - Quando entrai nella mia cameretta d'isolamento udii queste parole: «Nell'ora della morte difenderò come Mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino ad un agonizzante, ed otterranno per l'agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l'ira di Dio e l'imperscrutabile Misericordia avvolge l'anima e si commuovono le viscere della Mia Misericordia, per la dolorosa Passione di Mio Figlio». Oh, se tutti conoscessero quanto è grande la Misericordia del Signore, e quanto noi tutti abbiamo bisogno di questa Misericordia e specialmente in quell'ora decisiva!
Qui si promette veramente qualcosa di eccessivo!
Fin che si dice che l’agonizzante prega Dio con cuore contrito e invoca la Sua Misericordia, tutto bene. Il ricorso volontario alla Misericordia Divina è segno che nel cuore dell’agonizzante, anche se è stato un peccatore incallito, è successo qualcosa di grande: il pentimento e il ritorno a Dio.
Ma qui risulta che la “coroncina” ha lo stesso effetto salvifico anche quando “altri” la recitano vicino ad un agonizzante.
In poche parole, l’agonizzante può essere anche il più grande dei peccatori e può non essersi nemmeno convertito, ma la recita della “coroncina” da parte di altri che sono “vicino” a lui ottiene la sua salvezza!
Per i motivi detti all’inizio, ciò non può essere accettato perché le grazie che noi chiediamo a Dio per altri devono essere accolte da loro. E, nel caso degli agonizzanti, deve intervenire il loro sincero pentimento.
Questa promessa di salvezza contenuta nel diario di suor Faustina si può definire “automatismo della salvezza”, mentre noi sappiamo che la salvezza non è mai automatica, in quanto è frutto di un atto volontario dell’anima che accoglie la grazia di Dio. Come dice Sant’Agostino (Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923): “Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi”.
Alla “coroncina alla Divina Misericordia”, in un altro punto del diario, viene attribuita una definizione veramente singolare: quella di “ultima tavola di salvezza”. Il termine “tavola di salvezza” viene ricavato dall’immagine del naufragio, durante il quale coloro che hanno abbandonato la nave cercano di attaccarsi ad una tavola di legno per galleggiare.
N. 687 - Una volta mentre attraversavo il corridoio andando verso la cucina, sentii nell'anima queste parole: «Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell'ora della morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla Mia infinita Misericordia. Desidero che tutto il mondo conosca la Mia Misericordia. Desidero concedere grazie inimmaginabili alle anime, che hanno fiducia nella Mia Misericordia».
La stessa definizione di “ultima tavola di salvezza” viene poi attribuita anche alla “Festa della Divina Misericordia” che, secondo le richieste di colui che appare, deve essere celebrata la prima Domenica dopo Pasqua e deve essere preceduta da una novena alla Divina Misericordia.
N. 965 - Gesù mi ha guardato ed ha detto: «Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia».
Questa definizione di “ultima tavola di salvezza”, riferita sia alla coroncina alla Divina Misericordia sia alla Festa della Divina Misericordia, è chiaramente in contrasto con l’insegnamento cristiano, perché non si può negare che esistano altri rimedi per ottenere la salvezza eterna, in particolare il Sacramento della Riconciliazione.
L’anomalia di questa definizione di “ultima tavola di salvezza” ha messo sicuramente a disagio anche il Secondo Teologo Censore sugli scritti di suor Faustina (cfr. I.A.T.C., pp. 374-375) che ha dovuto concludere: “Non si può affermare, né teologicamente né secondo il buonsenso, che la festa della Misericordia, con le sue grandi promesse, sia l’ultima tavola di salvezza per le anime”.
Ma, come sappiamo, il decisivo intervento del cardinale Karol Wojtyla, vescovo di Cracovia (Polonia) ha ribaltato le sorti della devozione proposta da suor Faustina Kowalska, il cui diario in precedenza era stato iscritto nell’Indice dei libri proibiti dal Sant’Uffizio.
Poi, quando il cardinale è diventato Papa Giovanni Paolo II, ha appoggiato tale devozione ancor più efficacemente, anche in considerazione degli stretti collegamenti con la Polonia contenuti nel Diario della suora polacca. Ad esempio, vi si trovano riportate queste parole:
N. 1732 - Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: «Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta».
Non si può negare che prima suor Faustina, poi il suo confessore don Michele Sopocko e infine il Vescovo e Papa Karol Wojtyla si dovevano sentire chiamati ad un compito veramente particolare, se dalla Polonia doveva uscire quella “scintilla”.
L’affermazione “Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta” è assurda anche perché la fine del mondo non è affatto prossima.
Poi, i colori bianco e rosso dei raggi che escono dall’immagine richiesta dall’apparizione sono gli stessi della bandiera polacca.
I “riferimenti nazionalistici” sono certamente motivo di inattendibilità delle rivelazioni private, in quanto i messaggi celesti autentici sono sempre rivolti a tutta l’umanità ed hanno portata mondiale.
La stessa critica può essere riferita alle rivelazioni a suor Maria Natalia Magdolna (vedi in seguito), dalle quale emerge una predilezione per l’Ungheria.
Per tutti gli altri aspetti discutibili delle rivelazioni di suor Faustina Kowalska è utile leggere il mio scritto “Misericordia e Giustizia di Dio - Due attributi antagonisti?”.