Gli Eletti del Signore
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"il cuore cede, lo stomaco va male, la Dottoressa teme un’altra ulcera.." -S. Maria Addolorata Luciani Guarda anche questo video: La seconda venuta di Gesu è vicina (Betania, Anguera) (Link che …Altro
"il cuore cede, lo stomaco va male, la Dottoressa teme un’altra ulcera.." -S. Maria Addolorata Luciani
Guarda anche questo video: La seconda venuta di Gesu è vicina (Betania, Anguera)
(Link che condivido e il video è stato realizzato da Fabio M.)

Se i tempi iniziali Covid hanno portato chiusure nelle case per mesi,
Non pensiamo che oggi il Cielo è chiuso di fronte al grande abisso in cui ormai molti stanno andando.

Visitare i malati ha un effetto, anzi un segno che ci distinguerà nel giorno del Giudizio Universale. Il valore spirituale di visitare i malati si concentra soprattutto nel pregare che gli altri vivi ammalati sopportino le sofferenze con gioia o nel pregare i defunti in Purgatorio che possano salire in Cielo al più presto con la loro anima.

Tutti indistintamente, dobbiamo passare per la sofferenza in questa vita,cosa che invece la falsa scienza ha voluto negare, anzi costringere in questi due anni un vaccino,imposto senza il quale non si poteva lavorare in molti casi.

Che terribile. Nel Giorno del Giudizio Universale si vedrà come la nudità della menzogna è orribile, figuriamoci davanti a tutti.

Accontentiamoci a rinunciare a tutto ciò che ci porta piaceri per abitudine perché i tempi futuri che verranno,
troveranno sempre più imposizioni volte a distruggere le nostre vite,e rovinare l'anima nostra .

L'esempio di S. Maria Addolorata Luciani, passionista,ci porti a lottare con gioia tutti i giorni contro il nemico di Dio.

Alcune delle sue frasi..

"non avrei mai creduto di dover entrare in paradiso; sono felice come una regina” (appena entrata in clausura).

“La sofferenza non è che un abbraccio amoroso di Gesù, con una puntura della sua corona di spine, una goccia del suo sangue, un gemito della sua Passione, uno strappo della sua agonia. Più si soffre e più si ama: la sofferenza è la misura dell’amore”.

“Prima di mettermi a letto, do uno sguardo al Cielo… e penso a quel momento beato che si separerà la mia anima dal corpo, per poter andare dal mio Gesù e con la mia Mamma Addolorata”.

“Il supplizio dei miei dolori e tutte le indifferenze e torti che ricevo, per me tutto è piacere, tutto è bello, perché è Dio che vuole così, e per Dio e per il mio monastero offro la vita e ogni dolore e tormento”.

“Il mio Crocifisso lo tengo appeso al ferro del letto sopra la mia testa, lo stringo con le mie mani, gli chiedo aiuto e conforto. Quando sento che non ne posso più, spero che il mio Sposo non mi abbandoni e neanche la mia Mamma celeste”.

“Tutte le grazie che ho chiesto alla Madonna, tante me le ha concesse, specialmente spirituali. Dunque vorrà negarmi questa di farmi santa? Ah, no! Io la voglio, deve aiutarmi”.

“… io sono tanto contenta di tutto ciò che mi fa soffrire, e vivo sempre unita a Gesù Crocifisso e alla mia Mamma celeste…”.

“… un giorno ci ritroveremo contente di aver sofferto su questa terra. Il Paradiso è aperto agli amanti della Croce; accettiamo volentieri le penitenze che il Signore ci manda…”.

“La mia salute è nelle mani di Dio, mi fanno soffrire sia i tanti dolori che le febbri continue, però sono contenta lo stesso…”.

“Non posso che offrire a Dio le mie sofferenze per ripagare tanti debiti, e siccome è poco o nulla, le unisco ai grandi patimenti di Gesù, così solo posso essere certa che ciascuno riceverà la giusta ricompensa”.

“Se sapesse, come è bello soffrire!… Io vorrei soffrire continuamente per il Signore. I miei sacrifici, mali e dolori, li offro con tutto il cuore a Gesù; ma per quanto soffra, non soffrirò mai abbastanza per ripagare Gesù morto in croce per i nostri peccati”.

“… mi sono abbandonata nelle braccia del buon Dio, perché solo Lui potrà darmi un po’ di forza per salire il Calvario, spero che la mia Mamma Addolorata mi faccia spiccare il volo per il Cielo”.

“Vedo che Gesù da me non vuole altro, solo la preghiera e l’offerta di tutto ciò che mi fa soffrire”.

“I travagli di questa vita bisogna riguardarli e accettarli come una particella della Croce di Gesù Cristo e come una goccia del suo calice”.

“Ringrazio tanto il Signore che dopo la mia prima professione, la mia vita è stata sempre un continuo patire e le sofferenze più vado avanti più aumentano”.

“Vivere sola con Gesù solo, immersa nel dolore; solo Gesù può comprendere la sofferenza di noi poveri ammalati, solo lui può consolarci”.

“Che valgono le gioie di questa terra; soffriamo, soffriamo, tutto ha fine”.

“… il cuore cede, lo stomaco va male, la Dottoressa teme un’altra ulcera… Io sono felice e contenta; aspetto che mi si apra la porta del Paradiso. Volontà di Dio, Paradiso mio”.

“Sono contenta di tutto ciò che Gesù mi presenta, però mi regala continuamente spine e croci; non chiedo altro a Gesù che la forza per compiere fino all’ultimo istante della mia vita la sua adorabile volontà”.
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In ospedale a Macerata
Settembre 1950: la prima stazione della sua via crucis sarà l’ospedale di Macerata. Seguirà una lunga convalescenza con i suoi a Morrovalle (MC), per poi rientrare nel monastero il 4 novembre 1950.
Il 28 giugno 1951 è di nuovo all’ospedale di Macerata dove viene operata di ulcera. Rientra nel monastero soltanto a ottobre. Il 15 dicembre 1951 è di nuovo in ospedale, ma a …Altro
In ospedale a Macerata

Settembre 1950: la prima stazione della sua via crucis sarà l’ospedale di Macerata. Seguirà una lunga convalescenza con i suoi a Morrovalle (MC), per poi rientrare nel monastero il 4 novembre 1950.

Il 28 giugno 1951 è di nuovo all’ospedale di Macerata dove viene operata di ulcera. Rientra nel monastero soltanto a ottobre. Il 15 dicembre 1951 è di nuovo in ospedale, ma a Ripatransone, dove resterà un mese. Perché tutto questo movimento, che poi è soltanto l’inizio? Leggiamo qualche notizia dalla Cronistoria del monastero:

“Suor Addolorata del S. Costato, l’ultima sorella professa, è tanto virtuosa e Gesù la carica di santo patire. Da tempo accusava disturbi allo stomaco e all’intestino; così, per consiglio del medico, uscì per una visita radiologica all’ospedale di Macerata e fu trovata affetta da pleurite D. interlombare”.

Queste notizie vengono confermate dalla Serva di Dio in una lettera del 10 settembre alla Madre Presidente: “Quando sono arrivata all’ospedale mi hanno fatto i raggi, ed hanno trovato la pleurite; m’hanno detto che mi tengono 4-5 giorni e poi mi prescrivono tutte le cure e mi curerà il nostro chirurgo”.[41]

È suo vivo desiderio rientrare in clausura, ma i 4-5 giorni diventano mesi.

“Madre mia, io non vedo il momento di poter rientrare al più presto possibile; la cura che mi ha prescritto è per 15 giorni, però se lei vuole può farmi entrare anche prima. Ora farà come meglio crede, io mi sottometterò alla santissima volontà di Dio, e tenendo continuamente compagnia al mio caro Gesù agonizzante, come mi scrive lei. Non posso dirle altro, soltanto che devo mettere in pratica le parole del nostro santo Padre (S. Paolo della Croce): ‘Patire e tacere’. Il Signore ha voluto privarmi di tutto, anche della S. Comunione, lo merito. Grazie!”.

“Madre, può comprendere quanto è doloroso, dopo tanto tempo di silenzio e di clausura, trovarsi in mezzo a tanto sbaraglio… Sì, sto in purgatorio, soltanto lei può liberarmi… Ma non merito altro che di stare lontana dalle pure colombe del Crocifisso…”.

Da Morrovalle, dove è convalescente, scrive alla Madre Presidente: “Il mio grande desiderio è di compiere la volontà di Dio, ma di fuggire al più presto possibile da questo mondo. Quanti peccati di ogni specie, come è cambiato il mondo, quante bestemmie sento sotto la finestra in questa strada di passaggio! A noi non resta altro che riparare”.

Voler fuggire da un mondo che ormai non sente più suo e le sta troppo stretto, anche se più vasto della clausura: ecco il desiderio della esclaustrata. Vien da pensare a qualsiasi bestiola abituata a vivere in cattività. La si vede impacciata quando si aprono le sbarre della sua gabbia e viene gettata in spazi troppo vasti per le sue abitudini. Nessuna sorpresa vederla aggirasi ancora intorno al suo vecchio nascondiglio situato nella gabbia, con l’inconscio desiderio di potervi riprendere dimora.

È ciò che avverte in sé stessa la giovane religiosa in questo periodo di convalescenza in famiglia. Questo profondo bisogno di solitudine e di intimità, che non riesce a trovare in famiglia, va a cercarlo nella casa delle Suore che a Morrovalle gestiscono l’asilo della zona.

Fine di questa parte.

Buona Festa dell'anniversario delle apparizioni di Lourdes.