29 Giugno. SANTI PIETRO E PAOLO. La Santa Madre Chiesa festeggia oggi i Santi Pietro e Paolo, nei quali la Tradizione Cristiana riconosce i “due pilastri” della Chiesa stessa. Se Pietro, il primo Papa …Altro
29 Giugno.
SANTI PIETRO E PAOLO.

La Santa Madre Chiesa festeggia oggi i Santi Pietro e Paolo, nei quali la Tradizione Cristiana riconosce i “due pilastri” della Chiesa stessa.
Se Pietro, il primo Papa e capo degli Apostoli, ha conosciuto direttamente il Maestro, ascoltando le Sue Parole; Paolo invece, illuminato dalla Grazia di Cristo, da persecutore è divenuto, per richiamo Divino, Annunciatore del Santo Vangelo, diventando così l’Apostolo delle genti, il Missionario per eccellenza.
Due uomini diversissimi, trasformati in fratelli dalla Fede in Cristo Gesù.
Entrambi, il Discepolo imperfetto, messo a capo della Chiesa, nonché il persecutore, diventato perseguitato, moriranno durante la persecuzione di Nerone, fra il 64 e il 67 d. C.

Dal III secolo, il Culto Liturgico del Martirio dei Santi Pietro e Paolo è attestato in questo giorno (che era nell’epoca romana il giorno della festa dei fondatori di Roma).
Tale data è entrata subito nel Calendario di tutte le Chiese.
Nei Sacramentari più antichi le due colonne della Chiesa Universale vengono celebrate in un’unica Festa (mentre una Festa particolare è dedicata alla “Cattedra di San Pietro”, il 22 Febbraio, nonché alla “Conversione di San Paolo”, il 25 Gennaio).
Nel Nuovo Testamento la persona di Pietro ha un posto eminente.
Nato a Betsaida di Galilea, insieme al fratello Andrea conobbe Giovanni Battista e ne divenne Discepolo, fino a quando incontrò Gesù, Che ne fece il Capo del gruppo degli Apostoli.
Nella prima parte degli Atti degli Apostoli (cc. 1-12) egli appare come il Capo ed il portavoce del Collegio Apostolico, designato come “Pietro con gli altri Undici” (2,14).
Il posto assegnato a Pietro è fondato sulle Parole stesse di Cristo, così come Esse sono ricordate nelle Tradizioni Evangeliche (Mt 16, 17-19; Lc 22,31-32; Gv 21,15-19; 1 Cor 15,5).
La Tradizione antica ha legato il nome di Pietro a due grandi Sedi dell’epoca apostolica: Antiochia, di cui fu forse il primo Vescovo; poi Roma, ove subì il Martirio sotto l’Imperatore Nerone, crocifisso – secondo la concorde Tradizione – sul Colle Vaticano, con il capo all’ingiù (probabilmente il 67 dopo Cristo).
Paolo, invece, nacque all’inizio dell’Era Cristiana a Tarso, allora vivace centro cosmopolita, dove ricevette la formazione in ambiente rabbinico (che poi completò a Gerusalemme, alla scuola di Gamaliele), ma conobbe anche la raffinata cultura ellenistica.
Dall’ora decisiva della visione di Damasco, che provocò la sua Conversione a Gesù Cristo, fino al Martirio a Roma, la sua esistenza fu un movimentato peregrinare, annunciando il Vangelo di Gesù, Crocifisso e Risorto, prima ai Giudei, ma subito dopo, su un raggio universale, ai popoli pagani.
Gli Atti raccontano queste peregrinazioni in tre grandi viaggi missionari; l’ultimo, probabilmente, avvenne dopo la sua liberazione dal carcere romano, ma non se ne conserva narrazione, solo si trovano indizi nelle sue Lettere.
Paolo, secondo antica e costante Tradizione, venne decapitato (pena riservata ai cittadini romani) alle porte di Roma “ad Aquas Salvias”, nei pressi della via Ostiense, contemporaneamente al Martirio di Pietro.
Per entrambe le “Colonne” della Chiesa, è importante rilevare come in loro sia la debolezza a manifestare la Potenza di Dio e della Sua Grazia, non i titoli di prestigio, o le prestanze personali.
L’uomo con le chiavi (Pietro) e l’uomo con la spada (Paolo) sono spesso associati; un abbinamento presente tanto nella Storia della Missione, quanto nella Liturgia, per non parlare delle rappresentazioni artistiche.
Come ha ricordato Papa Benedetto XVI, «La Tradizione Cristiana da sempre considera San Pietro e San Paolo inseparabili: in effetti, insieme, Essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo».
Pietro e Paolo, due uomini diversissimi, trasformati in fratelli dalla Fede comune, ricevuta da Cristo Gesù.
Questi due Apostoli inseparabili, però, non avrebbero potuto essere più diversi nella loro origine e formazione umana: Pietro era un pescatore galileo, stabilitosi a Cafarnao, sulle rive del Lago di Tiberiade; Paolo, invece, era un ebreo della diaspora di Tarso, in Asia Minore, fariseo e cittadino romano.
Ad accomunare due vite così tanto diverse sarà la chiamata di Gesù, Che chiederà a entrambi di seguirLo, sconvolgendo per sempre le loro esistenze.
Pietro e Paolo saranno poi riuniti nella loro confessione di Fede, fino a versare il proprio sangue a Roma.
È a Roma che saranno martirizzati a motivo della loro Fede in Gesù Cristo.
Proprio a Roma, come ha ricordato sempre Benedetto XVI, si cementerà il loro «legame come fratelli nella Fede».
La Comunità Cristiana Romana considerò, infatti, i due grandi Apostoli come «una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli, a cui si faceva risalire la Fondazione di Roma».
Ma non è l’unico parallelismo positivo sul tema della fratellanza, prosegue Papa Benedetto; in questo senso Pietro e Paolo sono anche il contraltare di Caino e Abele.
Infatti la prima coppia biblica di fratelli aveva mostrato l’effetto nefasto del peccato, anche sulla fratellanza; per cui Caino era arrivato a uccidere Abele, versando il sangue del proprio fratello.
Al contrario Pietro e Paolo «benché assai differenti umanamente l’uno dall’altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico, reso possibile proprio dalla Grazia del Vangelo di Gesù Cristo, operante in loro».
Il messaggio della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, dunque, si può riassumere così, sempre prendendo in prestito le parole di Benedetto XVI: «Solo la sequela di Gesù ci rende Figli di Dio e ci rende realmente fratelli nel Suo Amore».
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo