Miracolo Eucaristico di Trani (anno mille circa)

MIRACOLO EUCARISTICO DI TRANI (Anno 1000 circa)
Miracolo dell’ostia fritta
Presente nel Duomo di Trani
Indirizzo: Cattedrale MARIA SS. ASSUNTA
Piazza Duomo - 70059 TRANI BA


Nella Puglia, la regione delle Murge e del Tavoliere, del Gargano e della Penisola Salentina, vi è la città di Trani, che custodisce nella chiesa Cattedrale il Miracolo Eucaristico dell'ostia fritta. Il Duomo, risalente al XII secolo, intitolato a Maria SS. Assunta, il 28 aprile del 1960 è stato elevato a Basilica Minore da Sua Santità Giovanni XXIII.

La vicenda del miracolo eucaristico ci porta a sostare davanti ad un altro monumento d'arte che corrisponde alla chiesa di S. Andrea (in origine di S. Basilio), costruzione meravigliosa, tutta in pietra, in stile romanico-pugliese, officiata ai primordi dai monaci Basiliani.

In questa chiesa, intorno al mille, epoca della maggiore concentrazione di immigrati ebrei in città, come ne fanno fede la chiesa di S. Anna (ex sinagoga, con l'ingresso principale ad oriente) e le varie denominazioni ebraiche delle vie (Giudaica, Sinagoga ecc...), incise sulla pietra viva e tuttora leggibili, si consumò il primo atto del sacrilego proposito, che sta all'origine dell'evento miracoloso che ci accingiamo a narrare.

Una donna ebrea, con la complicità dolosa o colposa di una cristiana, riuscì a mescolarsi tra i fedeli in una assemblea liturgica e, recitando bene la parte della devota, si accostò alla comunione, con intenzione malvagia. Ricevuta l'ostia consacrata per le mani del celebrante, tornò al suo posto. Invece di consumare la particela, evitando ogni minimo sospetto, finì per avvolgere l'ostia in un panno o fazzoletto. Terminata la celebrazione, con fare discreto, riprese la via di casa, portandosi quel sacro pane. L'intenzione era quella di irridere e schernire la fede dei cristiani nell'Eucaristia, attuando un empio disegno, concepito nella mente, covato nel cuore e attuato con atto sacrilego.

Giunta a casa, senza frapporre indugi, passò alla attuazione del piano satanico. Accese il fuoco, vi pose su una padella con olio e, quando l'olio cominciò a friggere, vi immerse la santa ostia. A contatto, con l'olio bollente, la particola divenne miracolosamente carne sanguinolenta e l'emorragia di sangue, chiamiamola così, non si arrestò immediatamente. Dinanzi a tale imprevista reazione e a tale folgorante mutazione, l'incredula donna ebrea, presa da tremore e terrore, in un primo momento, cercò di occultare il misfatto. Ma, poi, costatata l'impossibilità di disfarsi del corpo del reato, vinta dal rimorso, si sciolse in lacrime amare e fece risuonare per l'aria alte grida di dolore. Dalle vie adiacenti fu un accorrere di gente curiosa e sgomenta. Alla vista dell'accaduto, tutti rimasero trasecolati e la notizia del prodigio, in un baleno, fece il giro della città.

Qualcuno giustamente si precipitò ad informarne il Vescovo.
Il Pastore, sgomento per l'orrendo sacrilegio, si portò tosto sul posto, si prostrò in un gesto di adorazione e di implorazione, indisse una processione penitenziale di riparazione. I resti dell'Ostia fritta furono devotamente raccolti e portati in Cattedrale processionalmente, tra due ali di folla, che andavano ingrossando strada facendo, come arteria di fiume che scende verso la foce.
Questa in sintesi la sostanza dell'evento miracoloso.

La reliquia contenente una ostia fritta fu messa in un artistico reliquiario, dono del tranese Fabritio de Cunio, che ha la forma di una casetta, con quattro colonnine, sormontate da una cupoletta. Al centro del reliquiario vi è un tubicino di cristallo, dentro il quale, in un batuffolo di bambagia (ovatta), si trovano due pezzi ineguali di ostia fritta. Il colore della parte superiore è bruno nerastro; il colore della parte inferiore è bruno rossastro lucente.
Con ogni probabilità la differenza di colore è imputabile o meglio ascrivibile alla diversa intensità di frittura cui le parti dell'ostia andarono soggette.
I due pezzi o frammenti sono ben visibili, per cui ognuno può rendersene conto ancora oggi.

Il Couet, in una raccolta in lingua francese, dal titolo: «Les Miracles Historiques du Saint Sacrament», Tourcoing 1898, scrive: «La città di Trani in Puglia, possiede in un ricco reliquiario d'argento, un'Ostia miracolosamente convertita in carne... L'Ostia si è conservata in questo stato, senza corruzione, alla grande ammirazione dei fedeli. È tradizione, fra gli abitanti di Trani, che Dio operò questo miracolo per confondere l'audacia sacrilega di una donna giudea, che voleva fare bruciare la divina ostia su una padella di ferro».

Sei episodi del Miracolo in questione (consegna della sacra particola all'ebrea; sacra particela fritta in padella e convertita in carne; processione di penitenza; processo all'ebrea; ebrea giustiziata; lotta degli angeli e dei demoni per il possesso della sua anima) si trovano raffigurati nel Palazzo Ducale di Urbino, opera del pittore toscano Paolo Uccello, che fu ad Urbino nel 1465.

Non tutti i dettagli della raffigurazione pittorica sono storicamente fondati. L'artista non si limita semplicemente a registrare i fatti, ma li completa ed aureola di elementi creativi e fantastici, in risposta alla personale concezione e visione del reale. Egli non ha giurato fedeltà ai canoni della storiografia, ma si muove liberamente nel colorito universo della contemplazione artistica, dove gli sconfinamenti nell'irreale sono pienamente giustificati. L'arte più che agli episodi è interessata ai segni, ai simboli, ai significati, ai valori, alle evocazioni profonde. Più che ai fatti è attenta alle risonanze interiori dello spirito. Più che dato accertato è linguaggio, interpretazione, illuminazione. Al servizio della vita, oltre il nudo fatto documentabile o verificabile. Ma torniamo alle vicende storiche del Miracolo.

La Reliquia veniva regolarmente portata in processione tutti gli anni, in occasione della Pasqua, e questo sino agli anni compresi tra il 1717-53. In questo periodo mons. Davanzati, con una decisione personale e discutibile, decise e fece sostituire i frammenti dell'Ostia bruciata con le sacre specie consacrate il Giovedì Santo, per la processione del Venerdì Santo. La Reliquia del miracolo venne chiusa e custodita dentro un'urna insieme alle altre reliquie. In seguito fu ripristinata l'antica usanza, anche se il giorno della processione fu cambiato, in ossequio alle mutate norme liturgiche.

Alla processione penitenziale del Venerdì santo, chiamata dal popolo «la processione grande», tutti i partecipanti erano obbligati a camminare a piedi nudi, compreso l'Arcivescovo. Come a soddisfare la curiosità del lettore, ricordiamo tra gli altri, la visita del rè Gustavo di Svezia nel 1968; della regina Elena di Savoia nel 1943; del rè Guglielmo II, imperatore di Germania, nel 1905; del Pontefice Urbano IV nel 1384.

Una indiretta conferma al miracolo di Trani la possiamo rintracciare nell'affermazione uscita dalla bocca di Padre Pio, lo stigmatizzato cappuccino, il quale ebbe a dire: «Trani è fortunata, perché per ben due volte il Sangue di Cristo ha bagnato la sua terra». Il riferimento era diretto al miracolo eucaristico e al miracolo del Crocifisso di Colonna, dal cui naso, sfregiato da mano infedele, fuoruscì un'abbondante fiotto di sangue. La tradizione narra che iI Crocifìsso, rubato da pirati turchi, fu messo in una barca, per essere portato via. La barca cominciò ad inclinarsi dalla parte dove era il Crocifisso. Uno dei predoni, attribuendo al Crocifisso l'inconveniente, pieno di sdegno, impugnò la scimitarra e vibrò un colpo sul volto del Cristo, colpendolo al naso, da cui uscì vivo sangue.

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alda luisa corsini
Domenica 6 giugno 2021 ore 21 Rosario Carismatico con catechesi di DON GASPARE SUTERA.
Tema: CORPUS DOMINI E I MIRACOLI EUCARISTICI.

Sua anche la preghiera di intercessione finale. Sul canale youtube.com/channel/UCnIX5D6ZhmsbkesN0mQSuqQ
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