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Le tre tentazioni che Gesù subì nel deserto, cosa sono per noi? La spiegazione Santa di Don Dolindo Ruotolo.Altro
Le tre tentazioni che Gesù subì nel deserto, cosa sono per noi?
La spiegazione Santa di Don Dolindo Ruotolo.
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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San Michele Arcangelo
*ASCOLTIAMO DON DOLINDO*
In Cielo, Dio è il nostro tutto e il nostro unico bene
*La Legge Divina ci viene data perché essa rappresenta il nostro ultimo fine e quello che dovremo fare nel Cielo.* Come operiamo sulla terra *dove siamo di passaggio, così opereremo nella vera terra promessa.* Là Dio è il nostro tutto, il nostro unico bene; là si adora Dio nella Verità, *là noi lo glorifichiamo senza …Altro
*ASCOLTIAMO DON DOLINDO*

In Cielo, Dio è il nostro tutto e il nostro unico bene

*La Legge Divina ci viene data perché essa rappresenta il nostro ultimo fine e quello che dovremo fare nel Cielo.* Come operiamo sulla terra *dove siamo di passaggio, così opereremo nella vera terra promessa.* Là Dio è il nostro tutto, il nostro unico bene; là si adora Dio nella Verità, *là noi lo glorifichiamo senza idoli di creature* , lo amiamo come Padre, siamo come suoi angeli senza miserie di carne, viviamo nella Carità, nella Giustizia e nella Verità. *È proprio questa la vita che Egli ha voluto da noi in quest’arido deserto,* comandandoci di riconoscerLo, di adorarLo, di fare la Sua Volontà, di onorarLo in quelli che rappresentano la Sua Paternità, di amarci gli uni gli altri, *di non infangarci nella carne,* *di non attaccarci delittuosamente ai beni della terra* , di amare la Verità.
*L’ osservanza della Divina Legge è per noi sapienza e grandezza vera* . Quale sapienza più alta quanto il conoscere Dio, e quale grandezza più nobile quanto l’essere suoi servi? Gli stessi autori profani e pagani non poterono non riconoscere la superiorità del popolo ebreo su tutti gli altri popoli. Noi sentiamo tanto magnificare i Greci e i Romani, e la loro civiltà ci viene presentata come la più brillante; *ma sono parole vacue che non rispondono affatto alla realtà oggettiva.* *Quale civiltà potevano avere questi popoli abbrutiti nella loro mente e nel loro cuore da idoli infami?*
*La religione è quella che forma la mente di un popolo;* i *filosofi* , anche se eccellono per acume e per verità, *non penetrano mai la mente delle moltitudini, ma sono gente isolata che rappresenta soltanto un’eccezione,* un pallido fiore spuntato sull’arida terra. *Chi adora Dio e crede in Lui è elevato nelle più alte e trascendentali verità.* Il popolo dove Dio è adorato, è un popolo di sapienti, di cui il più umile gregario rappresenta un vero scienziato; *è un popolo di grandi, perché non si fossilizza in opere sterili d’arte, espressione muta di un’elevazione individuale e sporadica,* ma è tutto un’opera d’arte viva e palpitante in ogni manifestazione della sua vita. Si dice che gli Ebrei non hanno dato i capolavori d’arte che hanno dato i Greci e i Romani, giudicando perciò la civiltà ebraica come una civiltà inferiore. *È un errore madornale.* Quando tutto un popolo è scienziato e artista, quando ogni atto della Sua vita soprannaturale è un capolavoro di vita, di pensiero, di sentimento, le opere d’arte si possono dire inutili; esse rifluiscono tutte nella vita. È una verità importantissima. Il Mosè di Michelangelo è un’opera d’arte non tanto per la perfezione materiale della scultura, quanto per l’espressione della statua. L’arte sta in quel pensiero che traluce dal volto di Mosè; in quell’atteggiamento poderoso di forza, di energia e di maestà, di cui non tutti sono capaci. Ma se gli uomini, nella loro totalità, avessero quel tratto e quella robustezza, l’opera d’arte sarebbe superflua; quell’atteggiamento così singolare sarebbe continuamente sotto lo sguardo di tutti.

(Sac. Dolindo Ruotolo - Servo di Dio)