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L'AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA [campionario per togliere il sonno a molti e far cadere la polvere dagli occhi a tanti altri...]

Nel mare di dichiarazioni fatte spesso a denti stretti dalle autorità della Chiesa, partendo dalle prime timide ma chiare affermazioni di Paolo VI per finire a Papa Benedetto XVI che nell’ottobre del 2008 preconizza addirittura il pericolo di scomparsa del cristianesimo, propongo al lettore questo campionario che dà sufficienti spunti per meditare, tanto da togliere il sonno a molti e a far cadere la polvere dagli occhi a tanti altri.

“ La Chiesa attraversa oggi, un momento di inquietudine. Taluni si esercitanoall’autocritica, si direbbe persino all’autodemolizione. E’ come un rivolgimento interiore acuto e complesso, che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. Si pensava a una fioritura, a una espansione serena dei concetti maturati nella grande assise conciliare. C’è anche questo aspetto della Chiesa, c’è la fioritura, ma… si viene a notare maggiormente l’aspetto doloroso. la Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte!”

Paolo VI, Allocuzione ai seminaristi lombardi 7 dicembre 1968

“Un fermento praticamente scismatico divide, suddivide, spezza la Chiesa “

Paolo VI, Omelia in coena Domini 1969

“(…) Nel momento stesso in cui la proclamazione della Parola di Dio nella liturgia, registra, grazie al Concilio un meraviglioso rinnovamento, l’uso della Bibbia diventa sempre più familiare in mezzo al popolo cristiano; i progressi della catechesi, purché attuati secondo gli orientamenti conciliari, permettono di evangelizzare in profondità; la ricerca biblica, patristica e teologica offre spesso un prezioso contributo all’espressione viva del dato rivelato: ecco che molti fedeli sono turbati nella loro fede da un cumulo di ambiguità, d’incertezze e di dubbi che la toccano in quel che essa ha di essenziale. Tali sono i dogmi trinitario e cristologico, il mistero dell’Eucaristia e della presenza reale, la Chiesa come istituzione di salvezza, il ministero sacerdotale in mezzo al popolo di Dio, il valore della preghiera e dei sacramenti, le esigenze morali riguardanti ad esempio, l’indissolubilità del matrimonio o il rispetto della vita umana. Anzi, si arriva a tal punto da mettere in discussione anche l’autorità divina della Scrittura, in nome di una radicale demitizzazione. Mentre il silenzio avvolge a poco a poco alcuni misteri fondamentali del cristianesimo, vediamo delinearsi una tendenza a ricostruire, partendo dai dati psicologici e sociologici, un cristianesimo avulso dalla tradizione ininterrotta che lo ricollega alla fede degli Apostoli, e ad esaltare una vita cristiana priva di riferimenti religiosi”.

Paolo VI, Esortazione apostolica QUIDEM IAM ANNI TRANSACTI 8 dicembre 1970

“Uno degli aspetti più sconcertanti della Chiesa postconciliare è la sua divisione interna. Tensioni acute ne turbano la vita a tutti i livelli. Quasi dovunque, sul piano religioso come sul piano profano, i cattolici militano su fronti opposti. Le divergenze non sono puramente teoriche, a investono la vita personale e comunitaria. Non riguardano questioni di dettaglio ma mettono globalmente incausa la vita cristiana, sacerdotale, religiosa”.

Giulio Girardi in “Quale Chiesa” p.141- Cittadella editrice, 1970.

“E’ mio convincimento che nella Chiesa Cattolica si stia attraversando una crisi gravissima, sul cui esito (…) non oso azzardare nessuna previsione. L’attuale crisi è ben più grave di quella modernista (…) forse più grave ancora di quella protestante (…). La mia fede e la mia speranza non mi autorizzano a scartare a priori l’ipotesi che la Chiesa (…) possa conoscere nell’epoca attuale giorni di grandi tribolazioni, apostasie vaste e clamorose, smarrimenti di pastori (…). Io non mi domando (…) se la Chiesa avrà un domani, ma quale sarà il domani della Chiesa dopo il passaggio dell’attuale ciclone (…). Papa Giovanni XXIII (…) disse: ‘Mi sembra di dover dissentire da questi profeti di sventura’ (…) mai e poi mai immaginando quale turbine si sarebbe scatenato all’indomani stesso della chiusura del Concilio, proprio all’interno della Chiesa. Un turbine di dottrine ereticali e di fatti aberranti (…). La crisi attuale è gravissima proprio perché all’inizio di essa, esiste una crisi di fede (…). Un tale cataclisma non può essere, evidentemente da Dio. Un Concilio non può essere, di per sè, che seminagione di bene. E allora, alla domanda trepidante: ‘Signore (…) da dove proviene la zizzania?’, non si trova altra risposta plausibile che quella data nella parabola del Regno: ‘Un nemico ha fatto ciò (…). Il nemico che l’ha seminata è il diavolo’ (…). La sua caratteristica (…) sta a mio avviso nel fatto che la crisi è esplosa dopo un Concilio, anzi in nome di un Concilio”.

Luigi Maria Carli: ”NOVA ET VETERA”, Roma, Istituto Editoriale del Mediterraneo,1969, pp 10-23. (Citazione tratta da SI si no no 31 ottobre 2008.)

“.Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio: c’è il dubbio,l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale, per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne, invece, già noi padroni e maestri. E’ entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce…”

Paolo VI – 29 giugno 1972

“L’apertura al mondo è divenuta una vera e propria invasione del pensiero secolare nella Chiesa. Forse siamo stati troppo deboli e imprudenti?”

Paolo VI 1973

Il Cardinale Wyszynski, nell’omelia del 9 aprile 1974, nella cattedrale di Varsavia, descrive una Chiesa postconciliare “la cui vita si allontana sensibilmente dall’evento del Calvario; una Chiesa che diminuisce le sue esigenze e che non risolve più i problemi secondo la volontà di Dio, ma secondo le possibilità umane; una Chiesa il cui Credo è diventato elastico e la morale relativistica; una Chiesa nella nebbia e senza le tavole della Legge; una Chiesa che chiude gli occhi davanti al peccato, che teme di essere rimproverata come non moderna”. (tratto da Jota Unum, di R.Amerio; Epilogo,324).

“C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di S.Luca: ‘Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora fede sulla terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri (…). Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge per quanto piccolo esso sia”

Paolo VI all’amico Jean Guitton 8 settembre 1977

L’ora presente è ora di tempesta. Il Concilio non ci ha dato tranquillità… ma turbamento e certo non di modesta portata, bensì di dimensioni di tempesta e di turbine”.

Paolo VI 15 luglio 1970

La Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte…L’interesse per il rinnovamento conciliare è stato da molti rivolto all’accettazione delle forme dello spirito della riforma protestante…non ci si fida più della Chiesa…è entrato il dubbio nelle coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere opere di luce…Qualcosa di preternaturale è venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del Concilio: il suo nome è il diavolo”

Paolo VI

“Bisogna ammettere realisticamente e con sofferta sensibilità, che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la liturgia; immersi nel relativismo intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo vagamente sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva”.

Giovanni Paolo II 6-2-1981

Negli anni del postconcilio si è prodotta nella Chiesa Cattolica una forte confusione dottrinale e pastorale che ha spinto uno studioso al di là di ogni sospetto come Rahner a parlare di criptoeresia. Questo clima purtroppo genera un profondo disorientamento nei fedeli stessi. E’ necessario uscire da questa situazione seguendo l’invito di San Paolo di attuare la Verità nella Carità”

Card. Ugo Poletti Osservatore Romano del 7 ott.1984 (Cit. Jota Unum; epilogo, 324).

I risultati del Concilio sembrano crudelmente opposti alle attese di tutti, a cominciare da quelle di Giovanni XXIII e poi di Paolo VI: ci si aspettava una nuova unità cattolica e si è invece andati incontro a un dissesto che è apparso passare dall’autocritica all’autodistruzione. Ci si aspettava un balzo in avanti e ci siamo invece trovati di fronte a un processo progressivo di decadenza che si è sviluppato in larga misura proprio sotto il segno di un richiamo al Concilio, e ha quindi contribuito a screditarlo per molti. Il bilancio sembra dunque negativo. E’ incontestabile che questo periodo è stato decisamente sfavorevole per la Chiesa cattolica”.

Card. J. Ratzinger (cit. dall’Osservatore Romano 29.11.1984)

Secondo il Card.Ratzinger (Osservatore .Romano.1984) le cause della crisi della Chiesa sarebbero quattro: si son perdute la fede in Dio, la fede nella Chiesa, la fede nel dogma e la fede nella Scrittura letta dalla Chiesa. Saliente è l’affermazione di Ratztnger sull’alterazione dell’ecclesiologia, dove l’autorità di Pietro è stata indebolita dall’indebito rafforzamento delle Conferenze Episcopali, le quali hanno altresì distrutto l’autorità personale dei vescovi.

(cfr, R. Amerio – Jota Unum, Epilogo, 324)

“E’ incontestabile che gli ultimi vent’anni sono stati decisamente sfavorevoli per la Chiesa Cattolica. I risultati che hanno seguito il Concilio sembrano crudelmente opposti alle attese di tutti, a cominciare da quelle di Papa Giovanni XXIII e poi di Paolo VI. I cristiani sono di nuovo minoranza, più di quanto lo siano mai stati dalla fine dell’antichità”.

Card. J. Ratzinger “Rapporto sulla fede” di V.Messori, 1985 – Cap.II

Il ‘Vaticano II non voleva di certo cambiare la fede, ma rappresentarla in modo efficace. Voglio dire inoltre che il dialogo con il mondo è possibile solo sulla base di una identità chiara: che ci si può, ci si deve aprire, ma solo quando si è acquisita la propria identità e si ha quindi qualcosa da dire. L’identità ferma è la condizione dell’apertura. Così intendevano i Papi e i Padri conciliari, alcuni dei quali certamente indulsero a un ottimismo che noi, a partire dalla nostra prospettiva attuale, giudicheremmo come poco critico e poco realistico. Ma se hanno pensato di potersi aprire con fiducia a quanto c’è di positivo nel mondo moderno, è proprio perchè erano sicuri della loro identità, della loro fede. Mentre da parte di molti cattolici c’è stato in questi anni uno spalancarsi senza filtri e freni al mondo, cioè alla mentalità moderna dominante, mettendo nello stesso tempo in discussione le basi stesse del ‘depositum fidei’ che per molti non erano più chiare“.

Card. Joseph Ratzinger, Rapporto sulla fede, cap.II.1985

“Chi oggi parla di ‘protestantizzazione’ della Chiesa cattolica intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo nella Chiesa, un’altra visione del rapporto fra Chiesa e Vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integralista”.

Card. J.Ratzinger (V.Messori, ‘Rapporto sulla fede” Cap. XI – 1985)

“L’atteggiamento di certo ecumenismo cattolico postconciliare è stato segnato da un certo masochismo, come da un bisogno un po’ perverso di riconoscersi colpevoli di tutti i disastri della storia”.

Card. J. Ratzinger (V.Messori, “Rapporto sulla fede” Cap.XI – 1985

“La crisi della Chiesa moderna appare manifesta nel fatto che non le è riuscito quell’influsso sul mondo nel quale essa aveva fatto consistere il proprio rinnovamento. La contraddizione dell’evento all’intento conciliare spunta in tutti i campi”.

Romano Amerio, (Jota Unum, Epilogo, 325)

“Ora però non è più possibile farsi illusioni, troppo evidenti essendo divenuti i segni della scristianizzazione nonché lo smarrimento dei valori umani e morali fondamentali. In realtà tali valori, che pur scaturiscono dalla legge morale inscritta nel cuore di ogni uomo, ben difficilmente si mantengono, nel vissuto quotidiano, nella cultura e nella società, quando vien meno o si indebolisce la radice della fede in Dio e in Gesù Cristo”.

Giovanni Paolo II (dal discorso al Convegno di Palermo del 20 – 24 novembre 1995)

“Una pastorale sapiente ed efficace (…) deve nutrirsi il più possibile di quelle ricchezze di fede e di cultura che sono maturate attraverso tutta la nostra storia”.

“Questa sembra la condizione per
arrestare e possibilmente invertire la tendenza a un progressivo restringersi dell’adesione alla fede e all’etica cristiana con il passaggio delle generazioni”.

“Avvenire” 23.5.1995

Le correnti di scristianizzazione che attraversano la modernità mutano volto ma non sembrano affatto arrestarsi nel passaggio alla cosiddetta post-modernità; mettono infatti in discussione Dio stesso. Ma anche nella Chiesa stessa varie sono state le crisi che, sfumando i fondamenti teologici, hanno indebolito ‘il fondamento stesso dello slancio missionario’ mentre la pastorale si è ripiegata su se stessa perdendo la capacità di impregnare e trasformare la vita”.

Card. Camillo Ruini – Presidente CEI 29.9.1996

Non si può infatti negare che la vita spirituale attraversi in molti cristiani un momento di incertezza che coinvolge non solo la vita morale, ma anche la preghiera e la stessa rettitudine teologale della fede. Questa, già messa alla prova dal confronto col nostro tempo, è talvolta disorientata da indirizzi teologici erronei che si diffondono anche a causa della crisi di obbedienza nei confronti del magistero della Chiesa” (cit. “Tertio millennio adveniente -Giov.Paolo II – par.36).

In riferimento a quella parola ‘Incertezza’ citata dal Papa, il filosofo Romano Amerio commenta: “Questo ci sembra un eufemismo. Sarebbe oggi meglio dire: ‘Un momento di decadenza. La crisi del mondo cattolico non è una crisi sulla quale si può essere incerti. E’ una crisi certissima. Bisogna sigillare gli occhi, per non vederla .(…) . Il Pontefice con gli occhi dissigillati fu Paolo VI (…): ‘La Chiesa si trova in un’ora di inquietudine, di autocritica, si direbbe persino di autodemolizione!’

R. Amerio (Stat Veritas – 1997 – Chiosa 32)

“Proprio questo tentativo di una nuova interpretazione del sempre identico Vangelo di Cristo, ha fatto credere a qualcuno che tutto dovesse cambiare, essere diverso…Si è arrivati a chiedersi se ci fosse ancora l’autorità della Chiesa e della tradizione o se tutto potesse essere ricostruito con i parametri delle scienze umane e dell’analisi storica”.

Card. J. Ratzinger (Intervista a ‘Famiglia Cristiana’ n°17 del 1997)

“Certamente le situazioni di cristianità si riducono sempre più. Società finora impregnate dal cristianesimo diventano sempre più pagane o almeno religiosamente neutre”

Card. J. Ratzinger (Intervista a “Famiglia cristiana” – 1997)

“Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio.

Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa?
A quante volte si abusa del Santo Sacramento della Sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso Egli entra!

Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la Sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie!

Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui!

Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il Sacramento della riconciliazione, nel quale Egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute!

Tutto ciò è presente nella Sua Passione.
Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del Suo Corpo, certamente sono il Suo più grande dolore, quello che Gli trafigge il cuore.

Non ci rimane che rivolgerGli dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore salvaci!”

Card. J.Ratzinger (Dalla “Via Crucis” al Colosseo – 2005 – stazione IX

Fonte:

www.radiospada.org/…/lautodemolizion…
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