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Le parole di questo santo sacerdote ti daranno luce e consolazione. Leggile...

Da una lettera del (santo) sac. Dolindo Ruotolo alla figlia spirituale Romilda Lancerotto / Napoli 27 novembre 1916

Voi fate benissimo, nei momenti di sconforto e di afflizione, a pigliare il crocifisso e a baciarlo, a consolarlo con le vostre lacrime stesse. Vi può essere mai conforto più bello e più soave di questo?

Nelle amarezze voi potete dire: “Eccomi, Gesù mio, ai piedi della tua Croce, associata ai tuoi dolori. Sono la piccola figlia tua e mentre tu soffri per me io voglio gemere e piangere con te. Tu soffri nel corpo, o Gesù mio, e io ti offro questi dolori che mi opprimono... Tu sei abbandonato da tutti e io sono contenta di trovarmi in questo momento come isolata e abbandonata. Tu fosti coronato di spine e io ti offro questo male di capo che mi tormenta. Tu fosti cruciato dall’ardore dello spasimo e io ti offro questa febbre che mi brucia.

Tu mi redimesti con tanti dolori e io ti offro un cuore addolorato, per ricevere il tuo Sangue preziosissimo e la tua misericordia. Mio Gesù, mio dolce Gesù, che cosa sono ora le mie sofferenze in paragone delle tue? Io mi lamento di questa contraddizione, ma tu sei insultato da tutto un popolo che beneficasti; io mi sconfido perché sono rimasta disillusa nei miei desideri, e tu vedesti lontane da te quelle pecorelle che andasti a ricercare con tanta carità e con tanto amore, e vedesti rese vane e inutili le tue fatiche per quel popolo stesso che onorasti della tua santissima presenza. Io piango, o Gesù mio,- perché mi pare di non essere considerata, e tu fosti ridotto sopra di questa Croce come l’ultimo di tutti, tu Figliuolo di Dio.

Io piango per una parola pungente che mi si dice, o che io interpreto male, e tu sentisti tante bestemmie contro di te, persino nella tua agonia. Io mi lamento delle strettezze della vita materiale e tu fosti povero, e fosti crocifisso tutto nudo o Gesù mio... Si divisero persino le tue vesti sotto gli occhi tuoi... Io mi affliggo pensando al mio avvenire eterno e tu, Gesù mio, fosti persino abbandonato dal Padre tuo. Avrò più il coraggio di lamentarmi quando sei nel mio cuore, o Gesù? Tu vai cercando chi ti consoli e non lo trovi... Eccomi, o Salvatore mio amatissimo, eccomi, io sono la tua piccola consolatrice!

Quando mi vedrò disprezzata io dirò a te: ‘Signore mio, è un granello d’incenso che ti offro, è un omaggio del mio povero cuore: sia fatta la tua volontà!’. Quando mi sento depressa e desolata, sono contenta; io mi sforzo di togliere almeno una spina dalla tua corona: ‘Sia fatta la tua volontà!’. Quando mi vedo povera e bisognosa io offro a te la mia pena e ricopro per un poco il tuo corpo santissimo: ‘Sia fatta la tua volontà!’. Quando vedo spezzati i passi miei e mi pare che tutto mi fallisca, io lenisco le piaghe dei piedi tuoi: ‘Sia fatta la tua volontà!’.

Quando mi sento oscurata, nell’anima e mi pare di essere indegna del Cielo, e mi pare che la tua misericordia mi abbia disprezzata... io consolo o Gesù il Cuore tuo nell’abbandono che soffristi dal Padre: ‘Sia fatta la tua volontà!’. Inondami, o Sangue preziosissimo di Gesù, inondami e dammi la vita. Queste lotte che ancora avverto nel mio povero cuore mi fanno supporre che io manco ancora di vita. Guardami da questa Croce, o Salvatore mio, e non permettere mai che io mi stia lontana da te. Tu non mi scacci or che ti chiamo, io lo so; e per questo la mia fiducia rinasce nell’anima mia desolata, il mio abbandono è completo sul tuo Cuore divino... Ancora una volta io ti dico, o Gesù: ‘Sia fatta la tua volontà!’ ”.