Giosuè
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AI SACERDOTI – Confidenze di Gesù a Mons Ottavio Michelini

Perché riporto gli scritti di Mons Ottavio Michelini mistico ed esorcista su i sacerdoti? Non per giudicarli, anzi, ma perché oltre alle mie preghiere per loro, possano anch’essi esercitare un atto di umiltà ed esaminare la loro coscienza. Si rammenti la visione che ebbe dell’inferno S. Veronica Giuliani e la Parabola di Gesù sul servo infedele, perciò sono tutto preoccupato, che sacerdoti, religiosi, e noi credenti, siamo tutti consci dei nostri doveri davanti a Dio e alla Chiesa e tramite questi scritti possiamo averne una visione chiara. Ma andiamo a leggere le ispirazioni interiori di Gesù a Mons Ottavio Michelini, che morì il 15 ottobre 1979.

AMICI E CORREDENTORI - 26 Agosto 1975
Ti ho detto che ogni cosa mi appartiene: il mondo visibile ed invisibile. Tutto e tutti mi appartengono, tutto è stato fatto per mezzo di Me, e senza di Me nulla è stato fatto di ciò che esiste. Ma in modo tutto particolare, come ti ho già manifestato, mi appartengono i miei sacerdoti. I sacerdoti sono i miei corredentori; investiti di poteri misteriosi e soprannaturali, debbono tenere con Me rapporti di grande intimità. Non servi ma amici vi chiamo. Figlio mio, sono pochi i sacerdoti che hanno compreso la portata di questo dono, della mia reale amicizia. Sono pochi perciò i sacerdoti consapevolmente responsabili della necessaria e insostituibile solidarietà di fede e di amore che deve intercorrere tra Me Maestro e Salvatore e loro miei amici e corredentori. Sono pochi quelli che hanno compreso che tra Me e loro deve esserci uno scambio reciproco di forze e di energie. Io mi dono interamente a loro, ed essi dovrebbero donarsi esclusivamente a Me. Se viene a mancare questo interscambio assolutamente essenziale e insostituibile, si ha la morte spirituale dei miei ministri; e morte vuol dire putredine che contagia e perde le anime. Molti non sembrano rendersi conto delle conseguenze che ne derivano. Interrotta la linfa vitale, il mio ministro, da amico mio e corredentore diventa alleato di Satana, diventa come un demonio e dei demoni compie le gesta. L’insensibilità di molti miei ministri dinnanzi allo scandalo del rifiuto di Dio, dinnanzi allo scandalo della apostasia universalizzata, la passività con cui essi assistono alla perdizione di tante anime, sono veramente una lacerante ferita al mio Cuore Misericordioso. Tu mi dirai che molti si muovono. Si agitano, ma non si muovono nella direzione giusta! Almeno sentissero il bisogno di chiedermi la loro conversione, che non nego a nessuno di coloro che la chiedono con sentimento di fede viva e di sincera umiltà.
- Non mi amano -
• ben vero che non mancano santi sacerdoti, ma sono pochi.
Mancano bravi confessori e direttori spirituali. Figlio mio, potessi farti comprendere a fondo quante anime sono appena vive, vivacchiando come piante ammalate; ingialliscono per mancanza di illuminata direzione spirituale. Perfino nei conventi, tra le anime consacrate, manca una valida direzione spirituale. Vi sono anime che se fossero ben dirette, avrebbero raggiunto i più alti livelli della santità. Qui non diligit manet in morte. Molti miei sacerdoti sono nella morte perché non mi amano, perché non hanno voluto conoscermi. S. Giovanni dice: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto». Ma che non mi accolgano nel loro cuore i miei prediletti, questo, figlio mio, è peccato enorme. Che all’amore si risponda con la freddezza e con l’ingiustizia è una ferita grande che viene incessantemente inferta al mio Cuore Misericordioso. Fui scacciato quando ero ancora nel seno materno. Continuo ad essere cacciato via dai miei ministri, prescelti con Amore Infinito. Per dignità e potenza i miei sacerdoti li ho posti al di sopra delle stesse schiere angeliche. Mi sono affidato al loro arbitrio. Io ho concesso a loro il Potere Divino di rimettere i peccati, di transustanziare il pane e il vino, nel mio Corpo, nel mio Sangue, Anima e Divinità. Chi poteva supporre che il mio Amore fosse arrivato a tanto? Figlio mio, amami tanto da riparare così mostruosa ingratitudine: donami tutto te stesso, con quello che hai, con quello che sei. Ripara, figlio, ripara per gli innumerevoli Giuda che quotidianamente mi tradiscono. Accetta di soffrire. Vagano i miei ministri nell’oscurità, ignorando colpevolmente ciò a cui vanno incontro. Non hanno raccolto, con cosciente responsabilità, i numerosissimi interventi della Madre mia. Dovevano, con chiarezza inequivocabile, rendere edotti i fedeli. Invece! Presunzione, orgoglio, rispetto umano, incredulità li hanno acciecati. Quale emorragia di anime consacrate! Quanti Giuda vi saranno ancora! Quanto sangue, quanto sangue sarà versato... Quanto tempo hanno avuto, a quanti avvenimenti hanno assistito! La rivoluzione spagnola, la persecuzione nei paesi dove impera il comunismo, non sono serviti a nulla o ben poco. La crisi di fede li ha materializzati a tal punto che non pochi hanno perfino perduto il senso cristiano della vita. Come possono questi miei sacerdoti, che nonostante tutto Io voglio salvi, addestrare le anime contro Satana, se essi di Satana sono diventati zimbelli? Hanno ignorato i ripetuti richiami del mio Vicario sulla terra. Non amano il mio Vicario e come potrebbero educare le anime all’amore del mio Vicario, all’amore mio? Figlio, quale desolazione! Prega, ripara, accetta di soffrire per la salvezza di questi miei ministri.
Ti benedico, figlio mio, voglimi bene.


DOVREBBERO VEGLIARE - 25 Agosto 1975
Hai letto le parole del Vangelo di questa mattina da Me rivolte a Pietro? «Tu sei Pietro e su questa pietra Io edificherò la mia Chiesa e le porte degli Inferi non prevarranno su di essa». In queste ultime parole: «le porte degli Inferi non prevarranno» è chiaramente indicata la tremenda e gigantesca lotta, l’urto continuato, lo scontro inevitabile delle potenze del bene contro le oscure e misteriose potenze del male. Ma se non si crede più a Me, Verbo Eterno di Dio, con che coraggio si osa ancora predicare in mio Nome? O se non credono, o fortemente dubitano perfino coloro che sono deputati a plasmare e formare i miei futuri sacerdoti di domani, che cosa si potrà pensare del domani? Potrà mai un albero cattivo produrre frutti buoni? Quanto ripugna al mio Cuore Misericordioso, la visione delle rovine spirituali che vengono compiute nei seminari, nei conventi, nelle famiglie religiose. Ma come evitare la giusta ira del Padre mio? Oh sì, figlio mio, la frana è in atto; sarà tremenda la sua discesa travolgente. In un esercito in guerra se gli ufficiali, anziché vigilare e far di tutto per scoprire le mosse del nemico, dormono e si trastullano in divertimenti, la disfatta è inevitabile. Nella mia Chiesa, la battaglia divampa su tutti i fronti, le sentinelle non tutte sono vigilanti. Coloro che dovrebbero vegliare, troppo hanno dormito e troppo dormono; non si fa uso dei grandi poteri dati ai miei sacerdoti, e purtroppo molti si trovano in un tale torpore da fare fortemente dubitare del loro risveglio.
- Satana spadroneggia -
Non si crede, figlio, all’evidenza, perché si vive superficialmente. Basterebbe meditare, riflettere un poco, su quanto sta avvenendo nella Chiesa e nel mondo, per arrivare alla logica conclusione che quello che sta succedendo nel mondo non è frutto di tabù, ma bensì del Principe delle tenebre e dei suoi seguaci. Non si è dato peso ai miei molteplici interventi. Non si sono debitamente ascoltati i suggerimenti della Madre mia nei suoi numerosi interventi, per indicare ai cristiani, e ai sacerdoti in particolare, il modo per arginare, con preghiera e mortificazione, l’azione omicida di Satana e dei suoi seguaci. Non sono valsi i molteplici richiami del mio Vicario; anzi ci si è ulteriormente materializzati, ipocritamente parlando di rinnovamento. No, figlio; il solo rinnovamento possibile è una vera, sincera conversione. Satana con orgogliosa tracotanza spadroneggia; e molti miei ministri insensibili non se ne accorgono o fingono di non accorgersene. Fino a quando? Per molto tempo ancora? Prega, ripara, offrimi le tue sofferenze, voglimi bene, figlio. Tu sei nel mio Cuore Misericordioso. Tu, «la piccola goccia d’acqua», sarai assorbito nell’oceano infinito di Amore del mio Cuore, squarciato per la salvezza di tutti.
Ti benedico.


INDOSSANO LA TUTA - 11 Settembre 1975
Ritorno, figlio, su di un discorso che ti ho già fatto, ma sul quale necessita fermare spesso la vostra mente per pensare e meditare, per poi pensare e meditare di nuovo. Intendo riferirmi alla rinnovazione del santo Sacrificio della Croce, perpetuamente continuato nella S. Messa. Tu sai come siano pochi i sacerdoti che si accostano all’Altare per compiere l’Azione tre volte santa, con lo spirito di fede e di grazia dovuti. Non parliamo di coloro che profanano sacrilegamente il mio Corpo, il mio Sangue, e che non sono pochi. Parliamo ancora di quelli che si accingono ad indossare i sacri paramenti con la disinvoltura e con la mentalità degli operai che, prima di dare inizio al loro manuale lavoro quotidiano, indossano la tuta chiacchierando del più e del meno. Senza un pensiero di raccoglimento, procedono alla celebrazione del Sacro Rito, mentre la loro mente corre alle cose più strane. Arrivano alla Consacrazione, ben lontani dal rendersi conto che in quel momento nelle loro mani si ripete il prodigio dei prodigi: si compie l’Incarnazione di Me, Verbo di Dio. «Et Verbum caro factum est». Non si rendono conto che nelle loro mani, in quel momento, provocano l’intervento simultaneo della SS.ma Trinità.
La Madre mia, con il suo «fiat», provocò il simultaneo intervento
• del Padre che in Lei creò l’anima umana di Me Verbo,
• di Me Verbo che mi unii all’anima creata dal Padre,
• dello Spirito Santo, causa efficiente del mio Virgineo Concepimento nel seno purissimo di Maria.
Da quel momento Io fui vero Dio e vero Uomo.
Fra le mani del sacerdote celebrante, nel momento della Consacrazione si rinnova realmente il Mistero dell’Incarnazione. A questo ben pochi dei miei sacerdoti pensano. Tolta questa fede, questa vissuta convinzione, è reso evidente il perché il sacerdote celebrante compie la più santa fra tutte le azioni, come l’operaio compie il suo ordinario lavoro. Il sacerdote diventa un mestierante, ecco tutto. Sul suo volto non scorgerai un solo segno di compunzione e di raccoglimento. Così, con la stessa nauseante indifferenza, si procede fino alla fine, fino alla Comunione, costringendo Me, Vittima, a subire l’atroce sofferenza della Croce.

- L’amore respinto -
Figlio mio, ferisce più acutamente il mio Cuore Misericordioso, l’apatico atteggiamento dei miei sacerdoti, che non la rabbiosa offesa dei miei sacerdoti che abitualmente così mi trattano!...
• l’Amore che urta contro una barriera di freddezza, di indifferenza. È l’Amore respinto, nonostante tutte le grazie, gratuitamente date e per nulla dovute. Non scendo nei particolari per dirti di tutte le indelicatezze e licenze che si prendono nei miei riguardi e che bene si guarderebbero dal prendersi con tante altre persone del mondo cosiddette importanti. Tanto con Me tutto è lecito... Mi vedono e mi guardano come un vago e lontano ricordo storico, ignorando colpevolmente la viva Realtà di cui essi hanno parte così importante. Se anche teoricamente ammettono che il santo Sacrificio della Messa è lo stesso Sacrificio della Croce, praticamente lo negano con un comportamento che rivela l’assenza della fede, della speranza e dell’amore. Figlio, che oceano infinito di miserie, di profanazioni, di tradimenti, di oscurità spirituale! Oh, se i miei sacerdoti fossero tutti animati da una fede viva, da un amore ardente quando mi tengono fra le mani, quali fiumi di grazie potrebbero strappare dal mio Cuore Misericordioso, e per loro e per le anime che essi debbono pascolare! Perché molti miei sacerdoti sono così lontani e ostinati, sono così restii ai miei ripetuti inviti alla conversione? Orgoglio, presunzione, vanità, impurità! Quanti si perdono, essi, i corredentori! Quale atroce tormento il loro Inferno! Erano i dispensatori e i depositari dei frutti della mia Redenzione. Essi, gli amici prediletti, non mi hanno voluto conoscere, la loro opera nel mio Corpo Mistico è stata resa sterile per avere spento la fede nel loro cuore, per essersi rifiutati di seguirmi sulla via della croce, per aver infranto l’unità del mio Corpo Mistico.

- Mosso dall’Amore -
Figlio, ti sarai accorto dell’insistenza con cui ritorno su questi penosi argomenti. È urgente mettere nella giusta luce una situazione quanto mai dolorosa, poiché quando la frana inizierà la sua azione distruggitrice, quando si conoscerà l’azione rigorosa della Giustizia del Padre mio, si sappia con chiarezza che non sono mancati moniti, interventi e richiami, da molti inascoltati, per evitare alla cristianità i mali indescrivibili che l’attendono. Bisogna che si sappia ancora, specie dai buoni, che il Padre, pur nel rigore della sua Giustizia,
• sempre mosso dall’Amore perché Dio è Amore. Dio non vuole la morte del peccatore, ma vuole che il peccatore si converta e viva. Non avendo gli uomini, e anche molti miei sacerdoti, accolto i reiterati inviti alla conversione, non avendo fatto tesoro dei castighi parziali, permessi e voluti per richiamarli alla realtà, scoppierà su di loro l’ira divina. Hanno cancellato Dio dal loro cuore. Nella loro insipienza, dicono che Dio non è, e Dio cancellerà dalla faccia della terra i frutti della loro follia e del loro orgoglio. Figlio mio, prega e fa’ pregare; la frana è in atto.


COSTRUISCONO MATERIALMENTE - 24 Agosto 1975
Figlio mio, scrivi:
• sacerdote cattivo: equivalente a demonio che porta anime alla perdizione; deicida e omicida;
• sacerdote tiepido: come arbusto spinoso in terra arida e sterile;
• sacerdote buono: equivale ad un poco di bene;
• sacerdote fervoroso: equivale a fiamma che illumina, riscalda e purifica;
• sacerdote santo: uguale a tante anime salvate e santificate.
Figlio, molti sacerdoti si agitano, si dimenano, costruiscono materialmente. Se tante energie fossero spese alla costruzione del mio Regno nelle anime, quanto bene... Invece, come sono fieri questi miei sacerdoti delle loro opere! In realtà sono come il fico di cui parla il Vangelo: foglie, foglie e neppure un frutto. Lo sai che è assurdo pensare di santificare, senza santificarsi. Rifletti su tutto quello che Io ho fatto perché i miei Apostoli fossero santi, su tutto quello che Io ho fatto e faccio perché i miei sacerdoti siano santi. Un briciolo di vera fede basterebbe ad evitare le terrificanti conseguenze della sterile aridità dell’animo sacerdotale. La sterilità è colpevole per carenza responsabile di fede, speranza e carità, cioè della Vita Divina.

- Li voglio salvi -
Hai veduto le molte anime ferme, pressoché immobili, stagnanti come l’acqua delle paludi, per la colpevole carenza di buoni esperti confessori. Hai veduto la stasi di molte anime consacrate per la carenza colpevole di santi e abili direttori spirituali. Molte di queste anime, se ben guidate, avrebbero raggiunto cime altissime di perfezione. Che desolazione, figlio mio, che desolazione! Queste anime non hanno realizzato il fine supremo della loro vocazione per la cieca incapacità di coloro a cui vennero e sono affidate. Perché ti parlo quasi esclusivamente dei mali che affliggono la mia Chiesa? Perché il medico si cura della parte ammalata del corpo, non di quella sana. E non sono Io il Medico Divino delle anime? Non sono venuto per curare i sani, ma gli ammalati, non sono venuto per i giusti ma per i peccatori. E chi più bisognoso di un sacerdote in crisi di vita interiore? Li voglio salvi questi miei sacerdoti. Li amo infinitamente, voglio la loro conversione. Ho detto conversione, perché di conversione si tratta. Figlio, è in gioco la loro anima, la salvezza o la perdizione eterna della loro anima. Prega quindi, ripara. È un dovere di giustizia e di carità. Offrimi le tue sofferenze e voglimi bene. Ti benedico.

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