"I Segreti di Maria", libro sulle apparizioni mariane di Saverio Gaeta

1. Presentazione

Le apparizioni mariane sono un fenomeno ricorrente nella storia della Chiesa. Si tratta di eventi in cui la Madre del Signore si lascia vedere da determinate persone, perché ascoltino quanto ella ha da dire con le parole, il silenzio ed eventuali segni.

Spesso, il messaggio che la Vergine Maria viene a comunicare è una profezia, della quale non sempre si coglie il carattere autentico. I veggenti, ai quali è apparsa la Madonna, dovranno poi avere la pazienza e la forza di annunciare agli altri quello che essi hanno sperimentato, anche se tutto ciò procurerà loro difficoltà e sofferenze.

Alle singole apparizioni mariane sono state dedicate decine di volumi. Ora, questo libro di Saverio Gaeta, uno dei massimi esperti e studiosi dell’argomento, le presenta tutte insieme, permettendo così di cogliere quell’ideale “filo azzurro” che lega indelebilmente tutte le apparizioni mariane.

Da Rue du Bac a Medjugorje un percorso affascinante tra “i segreti di Maria”, i suoi messaggi e le sue profezie, da cui emerge come l’unico desiderio della Madre di Dio e Madre nostra sia quello di salvare tantissime anime, di portarle a Gesù, strappandole in questo modo al potere di Satana.

2. Introduzione (G. M. Roggio, Docente di apparizioni e santuari nella Pontificia Facoltà Teologica “Marianum“)

Le apparizioni mariane sono un fenomeno ricorrente nella storia della Chiesa.

Fondamentale, per comprenderle, è la categoria dell’incontro. Si tratta, infatti, di eventi in cui la Madre del Signore visita determinate terre e i loro “rappresentanti”: donne e uomini, giovani e anziani, scelti dalla Provvidenza perché vedano Maria e ascoltino quanto ella ha da dire con le parole, il silenzio ed eventuali segni (come l’acqua scaturita a La Salette e a Lourdes, il miracolo del sole a Fatima, la terra prodigiosa delle Tre Fontane, le lacrime della Madonnina di Siracusa). E questi veggenti dovranno poi avere la pazienza e la forza di annunciare agli altri quello che essi hanno sperimentato, anche se tutto ciò procurerà loro difficoltà e sofferenze.

Di fatto, le manifestazioni mariane non si esauriscono in puri e semplici fenomeni mistici, destinati quindi solo a coloro che ne possono beneficiare, ossia i veggenti; ma assumono un carattere pubblico, cioè aperto a tutta la Chiesa. Rimangono rivelazioni “private” che, pur essendo riconosciute dall’autorità ecclesiastica, non fanno parte dell’universale rivelazione “pubblica”; tuttavia la loro importanza non va certamente minimizzata.

Simili visite e incontri, sebbene Maria ne sia la protagonista, non hanno però la Madre di Gesù come loro centro. Ella non viene per annunciare se stessa, bensì per divulgare quel che la Trinità le chiede di far conoscere a determinati individui e comunità. Le apparizioni nascono dunque dalla “preoccupazione” di Dio per la vita e il futuro dei suoi figli. Se la Trinità si preoccupa di certi luoghi e di certe persone, vuol dire che costoro non le sono indifferenti. Essere conosciuti da Dio è la “grande notizia”, il “lieto annuncio” del cristianesimo. Nessuno è ignorato da Dio. Nelle sue manifestazioni, la Vergine è quindi prima di tutto la testimone che rende tangibile la preoccupazione di Dio per la Terra e per i viventi: in questo modo, ella documenta la consolante realtà che la Bibbia condensa nel termine “alleanza”.

Come tutti i veri testimoni di Dio, Maria non è estranea al messaggio che deve portare. Non si pone come un puro e semplice canale di trasmissione, ma è pienamente coinvolta nel messaggio da comunicare, al punto tale che la preoccupazione di Dio si trasforma nella sua preoccupazione. Ella ne è, in un certo senso, la dimora: abita nella preoccupazione di Dio, e la preoccupazione di Dio abita nella sua carne, nella sua anima, nella sua mente. La Madre del Signore si mostra così come la Donna dell’alleanza, ella offre il proprio “cuore” quale esempio e modello del come si possa vivere la Parola delle Sacre Scritture.

Spesso, il messaggio che la Donna dell’alleanza viene a comunicare nel nome della Trinità è una profezia, della quale non sempre si coglie il carattere autentico, confondendola talvolta con il preannuncio del futuro nello stile degli indovini e dei cartomanti di turno. Con il proprio intervento, la Madonna rende pubblicamente conoscibile e comprensibile il futuro che potrebbe riguardare alcune comunità cristiane e il loro territorio. Senza tale rivelazione particolare, questo futuro non è benedetto, bensì maledetto, nel senso che è all’insegna della morte e della sofferenza, e non della vita. In una parola: un futuro che è frutto non del caso o della sfortuna, ma di scelte malvagie, poiché la malvagità e il male hanno sempre delle conseguenze che vanno ben oltre chi li vive e li compie.

La conoscenza del futuro offerta dalla profezia ha quindi lo scopo di rendere evidente, nel presente, una malvagità che si camuffa, presentandosi come bontà e giustizia. Stanare questo male, obbligandolo a mostrarsi per quel che è veramente, risulta il passaggio necessario affinché il futuro maledetto non accada, anzi possa essere modificato in futuro di benedizione. In sostanza, la profezia non rende nota l’immutabilità del futuro, ma illumina il presente per costruire un futuro nuovo e diverso, che corrisponda alla preoccupazione di Dio per la salvezza dell’uomo.

3. Estratto del libro (di S. Gaeta, pp.301; 304-305)

FATIMA E CIVITAVECCHIA. ALL'INIZIO E ALLA FINE DEL XX SEC.

Nelle settimane immediatamente successive alle lacrimazioni, tra marzo e giugno del 1955, Fabio Gregori cominciò ad udire una voce maschile che gli diede alcuni messaggi, a partire dal preavviso di quanto sarebbe accaduto: « la strada sarà lunga, tortuosa, sofferente, ma poi splenderà la luce del Signore » (15 marzo). E quando divenne problematico il rapporto con gli inquirenti, la medesima voce dirà ancora: « la strada della verità è nella Chiesa di Dio, la verità viene da Dio. Non temere l'uomo, temi Dio » (6 maggio).

Di tutte queste locuzioni per anni si è saputo ben poco. Soltanto recentemente padre Flavio Ubodi, incaricato sin dai tempi di monsignor Grillo di seguire da vicino la famiglia Gregori, le pubblica nel suo volume “La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi” (…).

Dal luglio 1995 cominciò ad apparire a Fabio anche la Madonna mentre delle numerose manifestazioni a Jessica non ci sono precise notizie: in tutto tra il 1995 e 1996 i messaggi furono 93 e l’incaricato diocesano padre Flavio Ubodi ha garantito che « gli eventi mi sono stati narrati e i messaggi consegnati via via per iscritto da Fabio Gregori. E’ documentato che sono di quel preciso periodo ».

Il 15 giugno 1996 la bambina (Jessica) incontrò nel Carmelo di Coimbra suor Lucia di Fatima e confidò: « abbiamo parlato del terzo segreto, tutto quanto… e ci siamo passate il messaggio a vicenda, ci siamo passate quello che voleva la Madonnina ». Padre Ubodi ha aggiunto che Jessica precisa di essere ancora l'unica depositaria testuale di un ultimo messaggio riguardante il Terzo segreto di Fatima e per obbedienza alla Vergine dovrà rivelarlo direttamente solo al Papa quando ne sarà il momento.

Secondo il papà (Fabio) la Madonna avrebbe detto a Jessica « HO SCELTO FATIMA PER L'INIZIO DEL SECOLO XX E CIVITAVECCHIA SUL SUO FINIRE ».

Monsignor Grillo ha rivelato che la bambina, con un immagine simile a quella della terza parte del Segreto (che a quell'epoca ancora non si conosceva essendo stata resa pubblica soltanto nel 2000) gli parlò di « una strada davanti alla quale c'era il Santo Padre con una croce in mano e dietro a lui tanti vescovi, sacerdoti, frati, uomini e persone di ogni età. Tanti angeli portavano via tanti bambini mentre la Mamma celeste piangeva chiedendo di pregare molto, di chiedere perdono al suo Figlio per ottenere la salvezza da un immenso fuoco che incombeva su di loro ».

Soltanto così – la Madonna avrebbe aggiunto – si può ottenere la purificazione ed Ella avrebbe potuto fermare la mano di suo Figlio.
Sempliciotto
Come?
La Madonna che dice di voler fermare la mano di suo Figlio?
Se la sente mons. Becciu la fa sospendere a divinis.