Oremus pro
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"...aveva un brutto carattere, era un avaro senza cuore e nella sua casa mai aveva visto la pace, la sua passione era il denaro." Finché gli giunse Il Santo Manto di San Giuseppe. Raccontano le antiche …Altro
"...aveva un brutto carattere, era un avaro senza cuore e nella sua casa mai aveva visto la pace, la sua passione era il denaro." Finché gli giunse Il Santo Manto di San Giuseppe.

Raccontano le antiche tradizioni conservate nei primi monasteri di vita contemplativa e trasmesse ai nostri giorni, che San Giuseppe è sollecito nell’intercedere davanti a Dio per ottenere le grazie necessarie a coloro che lo pregano.

La recita del “Sacro Manto di San Giuseppe” s’ispira a una leggenda fatta storia, conservata per secoli dalla tradizione orale della Chiesa.

San Giuseppe doveva andare sulle montagne di Hebron a ritirare un carico di legname ma senza esser riuscito a raccogliere tutto il denaro per pagarlo; aveva raccolto metà del denaro e non poteva più aspettare.

Disse la Vergine Maria: “Se per te va bene, lo chiederò ai parenti”. Uscì, al ritorno gli disse: "L’ho chiesto in varie case e tutti si sono scusati. Non ci sono soldi altrimenti li avrebbero dati. Lasceremo come pegno il tuo Manto e il proprietario del legname sarà soddisfatto."

Al momento del commiato disse Maria: "Il Dio di Abramo ti accompagni e il Suo angelo ti diriga. " Rispose Giuseppe: "E mi faccia presto ritornare". Così, con metà del denaro e con il Manto nuovo che Maria gli aveva regalato nel giorno del loro sposalizio, s’incamminò.

Appena giunse alla presenza del padrone dei tronchi, lo salutò dicendo: “Dio ti benedica, Ismaele”.

Ismaele aveva un brutto carattere, era un avaro senza cuore e nella sua casa mai aveva visto la pace, la sua passione era il denaro.

Giuseppe lo conosceva sin da quando aveva instaurato la trattativa, per questo aveva poca fiducia e anche paura di dichiarare il denaro che aveva nelle sue tasche.

Scelse i tronchi, li separò da una parte e giunto il momento, prima di partire per Nazareth, chiamò Ismaele, e gli parlò in questo modo: "Tu sai che ti ho sempre pagato in contanti, dispensami perché ti porto solo la metà del denaro. Abbi pazienza, ti pagherò e come pegno ti lascio il mio Mantello."

Ismaele, protestò e fu sul punto di rompere il contratto, ma poi accettò come pegno il Manto delle nozze di San Giuseppe.

L’avaro Ismaele aveva da molto tempo ulcere agli occhi e nonostante medici e medicine non era riuscito a recuperare la salute. Aveva ormai perso la speranza di guarire, e si sorprese al mattino seguente quando vide che i suoi occhi erano sani come se non avesse mai sofferto. Raccontò il prodigio a sua moglie. Questa aveva un temperamento fiero e da quando aveva sposato Ismaele, mai aveva avuto pace, né tranquillità, né gusto nella vita matrimoniale; ma quel giorno era un agnello.

"Chi ha portato questo cambiamento" si chiese Ismaele; "deve essere il Manto di Giuseppe, il falegname di Nazareth, che ha portato guarigione, pace e tranquillità nella mia casa. Da quando l’ho messo sulle mie spalle, sento di essere cambiato."

Una notte Ismaele sentì un forte rumore nella stalla e si precipitò a vedere cosa fosse. La sua mucca migliore, la più grossa e si contorceva per un orribile dolore. Con sua moglie si prodigò per migliorare la situazione ma era inutile. Poi pensando al Manto lo mise sull’animale che era al suolo, subito si alzò guarita e si mise a mangiare come se nulla fosse successo.

Disse Ismaele "Questo Manto è un tesoro, da quando sta con noi, siamo felici e non ci staccheremo da lui per tutto l’oro del mondo.
Io perdono il debito e sono disposto a dargli tutto il legno di cui ha bisogno d’ora in poi. "
Aggiunse sua moglie "Gli porterò in regalo a suo figlio Gesù un paio di agnelli bianchi e un paio di colombe come la neve, e a Maria olio e miele."

Mentre stavano preparando i cammelli per recarsi a Nazareth, arrivò correndo il fratello minore di Ismaele portando la notizia che la casa del padre stava bruciando. I due fratelli corsero precipitosamente e arrivati alla casa del padre, tagliarono un pezzo dal miracoloso Manto e lo gettarono nel fuoco. Senza versare una goccia d’acqua, il fuoco si spense immediatamente. La gente fu sorpresa di vedere il prodigio e benedisse il Signore.

Alcuni giorni dopo giunsero alla porta del falegname di Nazareth dopo essere entrati, il vecchio usuraio e sua moglie, si prostrarono ai piedi di Giuseppe e Maria.

Disse Ismaele: "Mia moglie ed io veniamo per ringraziare per gli immensi doni che abbiamo ricevuto dal cielo da quando mi hai lasciato il mantello in pegno e vorremmo il tuo consenso per tenere il Manto per continuare a proteggere la mia casa, il mio matrimonio, i miei interessi e i miei figli.

Attraverso il tuo manto sono guarito. Ero un usuraio, altero, dispettoso e un uomo senza coraggio; mia moglie era dominata dalla rabbia e ora lei è un angelo di pace; mi dovevano grandi somme e le ho riscosse senza costarmi alcun lavoro.
La mia migliore mucca era malata e improvvisamente è guarita; alla fine si è incendiata la casa di mio padre e il fuoco si è spento istantaneamente quando ho gettato in mezzo alle fiamme un pezzo del tuo manto.

Non sei un uomo come gli altri, ma un Santo, un Profeta, un Angelo in terra.
Ti porto un nuovo Manto dei migliori che si tessono a Sidone; a Maria tua sposa, gli portiamo olio e miele, e a Gesù tuo figlio, mia moglie gli dà un paio di agnelli bianchi e un paio di piccioni più bianchi della neve del Libano. Accetta questi poveri regali, disponi della mia casa, del mio bestiame delle mie foreste, delle mie ricchezze, di tutto ciò che abbiamo ma non chiedermi il mantello."

Rispose Giuseppe: "Resta con il Manto per il tempo utile. Ringrazio per le vostre offerte e regali. " E mentre si alzavano disse loro Maria:

"sappiate, buoni sposi, che Dio ha stabilito di benedire tutte quelle famiglie che si mettono sotto il Manto protettivo del mio santo sposo.

Non vi stupite per i prodigi operati; altri maggiori ne vedrete. Amate Giuseppe, servitelo, mettete il Manto, dividetelo con i vostri figli e sia questa la migliore eredità che lasciate loro nel mondo."


Gli sposi mantennero fedelmente i consigli della Santissima Vergine Maria e furono sempre felici, come i loro figli e i figli dei loro figli.
Oremus pro
La recita delle orazioni in onore del suo Sacro Manto è volta a onorare la Sua persona e mettersi sotto il Manto della Sua protezione.
L’origine della devozione risale al 22 agosto 1882, data in cui l’arcivescovo di Lanciano, Mons. F.M. Petrarca, ha approvato la devozione a questa pratica invitando i fedeli a farne un uso frequente.Altro
La recita delle orazioni in onore del suo Sacro Manto è volta a onorare la Sua persona e mettersi sotto il Manto della Sua protezione.

L’origine della devozione risale al 22 agosto 1882, data in cui l’arcivescovo di Lanciano, Mons. F.M. Petrarca, ha approvato la devozione a questa pratica invitando i fedeli a farne un uso frequente.