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EzioB
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PENSIERI a VOCE ALTA ♦ CLICCA QUI e VISUALIZZA il SOMMARIO dei 133 «PENSIERI»
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Agosto 2001
001. San Bernardo di Chiaravalle come l'Arcivescovo Milingo?
La venuta intermedia di GESÙ


Egregio Direttore,
nella sua rivista ‘Il Segno del soprannaturale’ trova spesso spazio un tema come quello della ‘venuta intermedia’ di Gesù che può lasciare perplessi i lettori che non vi siano preparati.
Una volta una mia amica, lettrice dei miei libri in alcuni dei quali affronto in maniera approfondita questo argomento, mi chiese come mai io sostenga l’idea di questa ‘venuta’ di troppo, inserita fra quella iniziale dell’Incarnazione e quella finale del Giudizio universale, quando è noto che l’opinione corrente dei teologi odierni è che questa venuta ‘intermedia’ sia una fantasia.
Eppure i ‘teologi’ non sono infallibili, e lo dimostrarono quelli del tempo di Gesù che, nonostante una profezia molto precisa come quella famosa di Daniele sulle settanta settimane di anni per la Venuta (la prima) del Messia e nonostante le altre che dipingevano la figura del futuro Messia, non solo non lo riconobbero ma addirittura lo respinsero quando Gesù disse che quel Messia profetizzato era proprio Lui.
Numerosi Padri della Chiesa dei primi secoli del cristianesimo, quindi i più vicini alle più genuine e fedeli tradizioni cristiane, sostenevano con convinzione questa vernuta, anzi la consideravano imminente.
L’Apocalisse di S.Giovanni, testo profetico per eccellenza, se interpretata in chiave letterale e non allegorica, la prevede infatti con estrema chiarezza.
Questo è un testo ostico, è vero, ma - fra tante cose apparentemente astruse, perché nel perfetto stile profetico della ‘profezia velata’ Giovanni ricorre ad allegorie e simbolismi - un quadro emerge con abbagliante chiarezza.
Gli avvenimenti che San Giovanni vide in visione duemila anni fa profetizzavano – usando anche immagini simboliche mutuate dai profeti del Vecchio testamento - fatti riguardanti il percorso futuro dell’Umanità dopo Cristo e non avvenimenti biblici anteriori alla sua Incarnazione.
In questo futuro era possibile leggere la visione di un progressivo allontanamento dell’Umanità e del Cristianesimo da Dio e dalla fede dei primi cristiani (apostasia).
Questo allontanamento avrebbe disgustato Dio che – ad un certo punto del percorso della Storia - avrebbe abbandonato a se stessa l’Umanità la quale, priva del sostegno di Dio, si sarebbe ‘fabbricata’ con le proprie mani la cosiddetta ‘grande tribolazione’, cioè una serie catastrofica di eventi storici funesti che noi chiamiamo appunto, da come vengono allegoricamente descritti, ‘apocalittici’ e che culminano con la manifestazione sulla terra di un misterioso personaggio, l’Anticristo, figura finale di tante altre figure precedenti di ‘Anticristo’, cioè i ‘precursori’ di quest’ultimo, che avrebbero contraddistinto la storia dell’Umanità.
Dio si sarebbe servito della sofferenza dell’Umanità da un lato per punirla e dall’altro per purificarla e salvarla grazie al suo valore espiatorio.
L’Umanità è ferita a morte e diventa consapevole che quelle sofferenze immani sono state provocate dai suoi errori dovuti al proprio allontanamento da Dio per seguire logiche e comportamenti di vita empi.
Il Verbo, che già era venuto una prima volta sulla terra incarnandosi in Gesù Cristo per redimere l’Umanità, ritorna sulla terra (L’Apocalisse ce lo presenta sotto l’immagine di un Cavaliere sul cavallo bianco, il Vincente, alla guida di un esercito di angeli per distruggere i nemici di Dio guidati dall’Anticristo e sobillati da Satana), debella l’Anticristo, relega Satana all’inferno per mille anni e restaura l’ordine delle cose.
E’ questo l’inizio del famoso ‘Regno di Dio’ in terra, il ‘millennio felice’, quella che anche le tradizioni di altre religioni chiamano ‘età dell’oro’, interpretandola in maniera materiale ma che lo sarà soprattutto spiritualmente.
Satana – sempre secondo la rivelazione dell’Apocalisse - sarebbe messo per questo periodo nell’impossibilità di nuocere e gli uomini avrebbero potuto dimostrare quel che di buono essi sarebbero stati in condizione di fare con la propria buona volontà una volta tolto di mezzo il Tentatore.
In tale lungo periodo – e qui potremmo anche convenire con chi ritiene che il ‘millennio’ sia un numero simbolico per attestare un lunghissimo periodo nella storia dell’Umanità - finalmente il cristianesimo e comunque il vero culto di Dio si sarebbe diffuso in tutto il mondo.
Ma alla fine di tale periodo, dimenticata nei secoli la primitiva lezione e liberato Satana dalla sua ‘carcerazione’ negli Abissi, gli uomini avrebbero cominciato a sbagliare come e più di prima, portando Dio a decretare la fine della razza, essendo ormai completo il numero dei ‘santi’ salvati facenti parte del Progetto divino.
A questo punto, e cioè alla fine del mondo, ci sarebbe nell’Apocalisse la venuta finale di Gesù Cristo, nella sua veste di Giudice.
Si sa che Sant’Agostino nel quarto secolo, pur non considerandosi un esperto nella difficile scienza apocalittica ma vedendo che questa venuta intermedia tardava troppo rispetto alle aspettative dei primi cristiani, che come già detto se l’attendevano come imminente, aveva ritenuto di poter concludere che essa ‘tardasse’ per il semplice fatto che l’Apocalisse doveva essere stata ‘interpretata’ erroneamente in maniera ‘letterale’ e che tale venuta di cui si parlava dovesse in realtà essere la stessa della Incarnazione e, conseguentemente, che il millennio felice del Regno di Dio in terra successivo a tale venuta dovesse essere proprio il primo millennio dopo Cristo che lui – Agostino - stava vivendo, con il Cristianesino che dopo tante persecuzioni atroci si stava sempre più felicemente diffondendo nell’Impero romano, essendo addirittura diventato ‘Religione di Stato’.
Quanto quello non sia stato in realtà un ‘millennio’ felice e quanto dunque Agostino di Tagaste al proposito si sbagliasse è la Storia a raccontarcelo.
Ma il prestigio indiscutibile di cui Sant’Agostino godeva ha fatto il resto.
I teologi successivi accettarono infatti l’impostazione di Agostino, che oggi definiremmo un ‘opinion leader’, e questa venuta ‘intermedia’, senza alcun serio approfondimento critico da parte della Teologia, viene considerata ancor oggi come una ‘fantasia’.
Le numerosi voci carismatiche che da almeno un cinquantennio la profetizzano in tutto il mondo e anzi la affermano come imminente, suscitano perplessità e non vengono conseguentemente prese in seria considerazione, con il risultato che la seconda venuta (intermedia), quando avverrà, coglierà l’Umanità impreparata come la prima volta al tempo di Israele.
Ad esempio nei giorni scorsi, quando la ‘bagarre’ giornalistica sull’Arcivescovo Milingo era ancora in piena effervescenza, mi è capitato di leggere su Avvenire (29.5.01) uno dei tanti articoli riportati dalla stampa mondiale sulla nuova vocazione…matrimoniale dell’Arcivescovo cattolico.
Mi ha fatto riflettere una osservazione di Massimo Introvigne, direttore del ‘Centro studi di ricerca sulle nuove religioni’: ‘Credo che chi ha seguito Milingo in questi ultimi anni ha notato una deriva verso posizioni tipiche di quella corrente del mondo protestante americano detta premillenarismo, la quale prevede il rapimento degli eletti in cielo seguita da avvenimenti apocalittici, la manifestazione dell’anticristo, e poi un regno di mille anni dei fedeli con Gesù sulla terra…’.
Dunque – per Massimo Introvigne ma anche per molti altri - sostenere oggi una interpretazione letterale e non allegorica dell’Apocalisse sarebbe considerata una ‘deriva’ verso una ‘corrente tipica americana detta premillenarismo’.
Il fatto poi che la teoria della ‘venuta intermedia’, la sostenesse anche un personaggio già ‘contestato’ e oggi ormai ‘squalificato’ come Milingo, che oggi non si può considerare in ‘odor di santità’, potrebbe indirettamente avvalorare – in tanti movimenti carismatici che a tale venuta credono – l’impressione che si tratti di fantasie da ‘falso profeta’, insomma teorie ‘sataniche’, e quindi scoraggiamento.
Nell’immaginario collettivo il passo fra la ‘deriva’ di cui parla Introvigne e la ‘setta’ eretica può essere breve, per chi non sappia che questa ‘deriva’ costituiva addirittura un ‘Credo’ dei Padri della Chiesa.
Nell’epoca moderna insigni teologi di fama mondiale, ad esempio quelli cresciuti alla scuola di un teologo del calibro di un Bultmann, hanno tranquillamente introdotti criteri cosiddetti scientifici di critica dei vangeli che li hanno poi portati alla conclusione che…Gesù è un mito.
Il Cristo dei Vangeli secondo costoro sarebbe stato un ‘uomo’ esistito realmente ma al quale i primi cristiani avrebbero cucito addosso il vestito di un ‘dio’, mitizzandolo, oppure un uomo mai esistito, o meglio un ‘dio’ completamente inventato dalle prime comunità fabulatrici dell’era cristiana.
In questo clima culturale in cui – oltre alla esistenza storica di Gesù stesso - viene messa in discussione la realtà della resurrezione, dei miracoli, dell’ascensione, per non parlare del peccato originale e della verginità della Madonna, parlare di venuta intermedia potrebbe fare addirittura sorridere, anche se a questo punto costituirebbe una cosa molto più credibile delle altre verità di fede.
Su questo tema non sarebbe allora forse male prestare attenzione a quanto predicava invece chiaramente nel XII secolo un Dottore della Chiesa come San Bernardo di Chiaravalle.
Bernardo di Chiaravalle, è un personaggio famoso, un vero e proprio ‘gigante’ spirituale, considerato il massimo genio del secolo XII, morì nel 1153, fu canonizzato nel 1174 e da Pio VIII fu proclamato ‘Dottore della Chiesa’ nel 1830, cioè in epoca relativamente recente.
Fu abate e consigliò dottrinariamente sacerdoti, vescovi, papi e re.
Dicono le cronache: ‘…lo Spirito Santo parlava per mezzo suo e operava miracoli senza numero…’.
Un grande personaggio, insomma, che ricoprì anche ruoli rilevanti non solo nel campo religioso ma anche in quello politico del suo tempo.
Fu uomo d’azione, ma anche un mistico.
Ebbene, è proprio aprendo il Breviario (Liturgia delle Ore, I° volume,Tempo di Avvento – Editrice poliglotta vaticana, 1975) che nel Mercoledì della 1^ settimana di Avvento ho potuto leggere uno stralcio tratto dai suoi ‘Discorsi’ (Disc. 5 sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Ed. Cisterc. 4, 1966, 188-190) che così (le sottolineature in grassetto sono le mie) testualmente recita:
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Il Verbo di Dio verrà in noi
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Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti fra le altre due che sono manifeste.
Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono.
Nell’ultima venuta ‘ogni uomo vedrà la salvezza di Dio’ (Lc 3,6) e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19,37).

Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate.
Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria.
Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita,
in questa è nostro riposo e nostra consolazione…’
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Potremmo quindi paradossalmente concludere che i sostenitori della ‘venuta intermedia’ di Gesù come Verbo, in questo mondo che ha dimenticato la vera fede, sono ‘eretici’ come il Santo Bernardo da Chiaravalle, addirittura poi nominato ‘Dottore’ della Chiesa?
San Bernardo – dall’alto della sua autorità indiscussa – chiariva in particolare che si sarebbe trattato di una venuta del Verbo ‘occulta’, cioè di una venuta ‘interiore’ nei cuori, di una venuta nella potenza dello Spirito Santo.
Il problema, dunque, sarebbe semmai quello di mettersi d’accordo sulla ‘terminologia’, cioè su cosa debba intendersi per ‘venuta del Verbo’, per ‘ritorno di Gesù’.
Una cosa ‘materiale’ - come in effetti la propugnano alcune sette che interpretano le distruzioni della ‘grande tribolazione’ dell’Apocalisse connesse a tale venuta come riferite alla fine del mondo, ma non lo è – o non piuttosto una cosa altamente spirituale, insomma una sorta di Nuova Pentecoste, magari nel terzo millennio, un ‘millennio’ di pace spirituale, in terra?
Ovviamente, dopo la manifestazione sulla terra del cosiddetto Anticristo, come, letteralmente, recita appunto l’Apocalisse.