*Un Dio vivo! CAPITE, un Dio Vivo che si consegna per amor nostro! UN DIO VIVO NELLA SACRA OSTIA. Leggendo queste parole non possiamo non immaginare quanta tristezza, dolore veri gemiti, nel voler …Altro
*Un Dio vivo! CAPITE, un Dio Vivo che si consegna per amor nostro! UN DIO VIVO NELLA SACRA OSTIA. Leggendo queste parole non possiamo non immaginare quanta tristezza, dolore veri gemiti, nel voler comunicarsi e ricevere l'Ostia Sacra con freddezza, senza umiltà, senza corrisposta Adorazione anche con il proprio corpo, magari a stomaco pieno, in peccato mortale, consegnata poi velocemente senza amore, con guanti, con pinzette, amuchine etc..*

SESTO GIORNO - 21 Dicembre.

La sorte di Gesù neonato nella grotta di Betlemme è meno dura che *nell’Eucaristia* ,
a causa dell’abbandono delle creature. Onde dopo è ritornato il mio dolce Gesù. Era tenero bambinello. Vagiva, piangeva e tremava per il freddo e si è gettato nelle mie braccia per essere riscaldato. Io me l’ho stretto forte, forte, e secondo il mio solito mi fondevo nel
suo Volere, per trovare i pensieri di tutti insieme coi miei e circondare il
tremante Gesù con le adorazioni di tutte le intelligenze create; per trovare gli sguardi di tutti, per far guardare Gesù e distrarLo dal pianto; le bocche, le parole, le voci di tutte le creature, affinché tutte lo baciassero per non farLo vagire e col loro fiato lo riscaldassero. Mentre ciò facevo, l’Infante Gesù non più vagiva, ha cessato dal piangere e come riscaldato mi ha detto:
“Figlia mia, hai visto che Mi faceva tremare, piangere e vagire? *L’abbandono delle creature.* Tu Me le hai messe tutte intorno. Mi sono sentito guardato, baciato da tutte, ed Io mi sono quietato dal pianto. *Sappi però che la mia sorte Sacramentale è più dura ancora della mia sorte infantile.*
La grotta, sebbene fredda, era spaziosa, aveva un’aria da respirare; *l’Ostia è anche fredda e tanto piccola, che quasi Mi manca l’aria.* Nella grotta ebbi una mangiatoia con un poco di fieno per letto; nella mia vita Sacramentale anche il fieno Mi manca e per letto non ho altro che metalli duri e gelati. Nella grotta ci avevo la mia cara Mamma, che molto spesso Mi prendeva
con le sue mani purissime, mi copriva con baci infuocati da riscaldarMi, Mi quietava il pianto, Mi nutriva col suo latte dolcissimo. Tutto al contrario nella mia vita Sacramentale: non ho una Mamma; se Mi prendono, *sento il tocco di mani indegne* , *mani che danno di terra o di letame* … *Oh, come ne sento la puzza, più del letame che sentivo nella grotta!* Invece di coprirMi
con baci Mi toccano con atti irriverenti e invece di latte Mi *danno il fiele dei sacrilegi,* della noncuranza, delle freddezze. Nella grotta San Giuseppe non Mi fece mancare una lanternina di luce la notte; qui nel *Sacramento, quante volte resto al buio anche la notte!*
Oh, come è più dolorosa la mia sorte Sacramentale! Quante lacrime nascoste, non viste da nessuno, quanti vagiti non ascoltati! Se ti ha mosso a pietà la mia sorte infantile, molto ti deve
muovere a pietà la mia sorte sacramentale”. (Vol 12°, 25 Dicembre 1920)

Il gelo dell’ingratitudine che trovò Gesù al nascere: dopo la Mamma, la prima
che Gesù chiamò fu la sua piccola Figlia e in lei gli altri figli del suo Volere.
TrovandoMi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere Bambinello, tutto intirizzito dal freddo, e gettandosi nelle mie braccia Mi ha detto:
“Che freddo, che freddo, riscaldaMi per pietà, non Mi lasciare più gelare”.
Io Me l’ho stretto al cuore dicendogli: “Nel mio cuore posseggo il tuo Volere,
sicché il calore di Esso è più che sufficiente per riscaldarti”.
E Gesù tutto contento: “Figlia mia, il mio Volere contiene tutto e chi lo
possiede può darMi tutto. La mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, Mi
formò, Mi fece crescere e Mi fece nascere, e se la mia cara Mamma contribuì col darMi il Sangue, lo potette fare per la mia Volontà che contenevaassorbita in sé. Se non avesse avuto il mio Volere non avrebbe potuto
contribuire a formare la mia Umanità, sicché la mia Volontà diretta e la mia
Volontà assorbita nella mia Mamma mi diedero la vita. L’ umano non aveva
potere su di Me di darMi nulla, ma solo il Volere Divino col suo alito Mi
alimentò e Mi diede alla luce. Ma credi tu che fu il freddo dell’aria che Mi
gelò? *Ah, no, fu il freddo dei cuori che mi intirizzì e l’ingratitudine,* che al
primo uscire alla luce Mi fece piangere amaramente. Ma la mia diletta
Madre Mi quietò il pianto, sebbene pianse anch’Essa; le nostre lacrime si
mescolarono insieme e dandoci i primi baci ci sfogammo in amore. Ma la
nostra vita doveva essere il dolore e il pianto, e Mi feci mettere nella mangiatoia per ritornare al pianto e chiamare coi miei singhiozzi e con le mie lacrime i miei figli; volevo intenerirli con le mie lacrime e coi miei gemiti per farMi ascoltare.
Ma sai tu chi fu la prima dopo la mia Mamma che chiamai con le mie
lacrime a Me vicino nella stessa mangiatoia, per sfogarMi in amore? Fosti
tu, la piccola figlia del mio Volere. Tu eri tanto piccola che superasti la mia
cara Mamma nella piccolezza, tanto che ti potetti tenere a Me vicina nella stessa mia mangiatoia e potetti versare le mie lacrime nel tuo cuore; ma
queste lacrime suggellarono in te il mio Volere e ti costituivano figlia
legittima della mia Volontà. Il mio Cuore ne gioì, vedendo ritornare in te, integro nella mia Volontà, ciò che nella Creazione il mio Volere aveva fatto uscire. Ciò per Me era importante ed indispensabile; al primo uscire alla luce di questo mondo, dovevo rinsaldare i diritti della Creazione e ricevere la Gloria, come se la creatura mai si fosse partita dal mio Volere. Onde per
te fu il primo bacio e i primi doni della mia infantile età”.
Ed io: “Amor mio, come poteva essere ciò, se io non esistevo allora?”
E Gesù: “Nella mia Volontà tutto esisteva e tutte le cose erano per Me un
punto solo. Ti vedevo allora come ti vedo tuttora, e tutte le Grazie che Ti ho
dato non sono altro che conferma di ciò che abeterno ti era stato dato; e non solo vedevo te, ma vedevo in te la mia piccola famiglia che sarebbe vissuta nel mio Volere. Come ne fui contento! Questi Mi quietavano il pianto,
Mi riscaldavano e, facendoMi corona intorno, Mi difendevano dalla perfidia delle altre creature”.
Io sono rimasta pensierosa e dubbiosa. E Gesù: “Come, ne dubiti? Io non ti
ho detto niente ancora dei rapporti che ci sono tra Me e l’anima che vive nel
mio Volere. Ti dico per ora che la mia Umanità viveva del continuo sbocco
della Volontà Divina. Se facessi un solo respiro che non fosse animato dal
Volere Divino, sarebbe come degradarMi, snobilitarMi. Ora, chi vive nella
mia Volontà è la più immediata a Me e [di] tutto ciò che fece e soffrì la mia
Umanità, è la prima tra tutti a ricevere i frutti e gli effetti che Essa contiene.”
(Vol 13°, 25 Dicembre 1921)

6º GIORNO (21 Dicembre)

Oggi è un giorno speciale: eccomi a te, nel tuo cuore con la mia piccola culla... Oggi è il sesto giorno, come quando creai l’uomo e a lui alitai il mio Spirito... Oggi portami il perdono, sì, il tuo perdono, accettare, capire, accogliere, giustificare, dimenticare il male,
l’odio, il dolore, la ferita, il trauma, la perdita, l’indifferenza, la calunnia, il tradimento che l’altro ti ha inferto, provocato, gettato addosso, causato ingiustamente, perpetrato.
Quale grande amore conduce a questo, può condurre al vero perdono del cuore? Solo il riflesso vero e puro dell’Amore di Dio in un cuore può condurre a questo... Tu, anima
eterna, ama e perdona: troverai riposo nelle dimore eterne, ti donerò altre beatitudini. Anime che hanno perdonato per vero amore nel mio Santo Nome dimorano nei cieli superiori, dove incantevoli armonie le circondano e avvolgono le anime eternamente in
Dio... Se ancora non hai la forza per perdonare con tutto il tuo cuore, Io ti aiuterò, ma tu devi donarmi la tua memoria, non tenerla stretta al tempo che già è passato, dalla a Me e
poi lasciami fare...
Lasciami fare questo solo per amore...
Lasciami entrare nel tuo cuore per chiamarti.
Lascia che ti chiami per parlarti con la lingua degli Angeli.
Lascia che ti parli per illuminarti d’immenso.
Lascia che ti illumini per salvarti in Eterno.
Lascia che ti salvi per portarti con Me nelle Dimore Eterne.
Lascia che nelle Dimore Angeliche possa darti l’Eterna beatitudine nella Gloria Divina.
Lascia che ti dia la Vita Eterna per stare sempre insieme a Me e all’Amore che ti creò.
Lasciami fare questo solo per abbracciarti con tenero amore e rimanere per sempre con te, poiché fu per questo che ti creai.
Lasciami bruciare d’amore Divino ed Eterno solo per te.
Lasciami fare, lasciami fare tutto questo solo per Amore...
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