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Come riconoscere coloro che ci portano lontano dalla Parola di Dio

Predicatori, catechisti, insegnanti di Religione Cattolica
(agli adulti e ai ragazzi)

1. Al nr. 11 della “Dei Verbum”, documento del Concilio Vaticano II°: «La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo».

2. Il Santo Padre Papa Francesco nella Messa a S. Marta (10.11.2014), riferendosi a Gesù afferma: “È lui stesso a dire, come scrive Luca, che «è inevitabile che vengano scandali»; ma aggiunge anche: «Guai a colui a causa del quale vengono!». E più precisamente: «Guai a chi scandalizza uno di questi piccoli, il popolo di Dio, i deboli nella fede, i bambini, i giovani, gli anziani che hanno vissuto tutta una vita di fede, guai a chi scandalizza questi! Meglio morire!».

1.
E’ in grave errore dottrinale quel predicatore, catechista, insegnante che invoglia adulti e ragazzi ad avere un criterio soggettivo interpretativo, personalistico della Parola di Dio (un approccio di tipo luterano), senza riportare ciò che a quel testo biblico riferisce il Magistero della Chiesa o i santi; non offre «una coesione delle verità della fede tra di loro»[1], collegandole a un pensiero organico, ma insinua più dubbi che certezze nelle menti delle persone.

Facciamo qualche esempio concreto. Prendiamo la Parabola della vite e i tralci del Vangelo di Giovanni cap. 15 v.1-8: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto». Qualche versetto più avanti afferma: «Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

In questi versetti Gesù pone se stesso come vite, mentre i tralci siamo noi uomini, e Dio Padre é il vignaiuolo. Gesù esprime chiaramente il concetto che noi tutti dobbiamo essere uniti a Lui per portare frutto, e il brano evangelico termina sul concetto che portando frutto si diviene discepoli di Gesù. In un altro passo evangelico Gesù afferma: «Se rimanete fedeli alla mia Parola sarete veramente miei discepoli»[2]. Perciò essere discepoli e quindi uniti a Lui significa essere per prima cosa fedeli alla sua Parola, con la quale Egli dice di non aver abolito la Legge e i Profeti, ma è venuto a portarla a compimento (si veda Matteo cap. 5,17). Perciò inclusa in questa sua Parola ci sono i dieci Comandamenti che ci fanno da guida e discernimento per non andare fuori dalla retta via. Tornando al predicatore, o all’insegnante disonesto che cosa dirà invece rispetto alla Parabola della vite e ai tralci? Egli non farà mai riferimento all’essere uniti a Gesù, come un dovere morale e spirituale di fedeltà alla sua Parola, in primo luogo ai dieci Comandamenti, che non spiegherà mai, ma ribadirà con continui maneggi letterari, che Cristo ci dà sempre la linfa a noi tutti e noi siamo già tutti uniti a Lui, senza affermare che ci vuole volontà, impegno da parte nostra a fare il bene e mettere in pratica nella nostra vita la S.Parola di Dio. Invece, secondo questo insegnante, il vignaiuolo, Dio Padre ha solo il compito di abbellirci, potando le cose che non vanno, quindi a noi non resta da fare nulla. Fa tutto Dio. Il testo sacro non afferma questo tutt’altro, dice che i tralci da potare, da tagliare siamo noi e una volta tagliati lo saremo per sempre, perché non avremo seguito Gesù che ci indicava la strada. Questi concetti stravolti della Parola di Dio portano gli uditori o l’assemblea che ascolta a pensare che anche verso le persone malvagie, Dio metta mano alla loro vita indipendentemente dalle loro scelte e li fa essere buoni. Questa favoletta non regge, perché il Dio dei cristiani non forza la libertà di nessuno, tanto meno delle persone malvagie e disoneste; le richiama sempre, ma non forza la loro libertà. Infatti, in un altro passo evangelico Gesù afferma: «Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa»[3]. Perciò, se la visione offerta da questo insegnante disonesto è che Dio salva tutti, senza che lo vogliano, senza impegno, ciò smentisce la Parola di Dio, che dice il contrario, perché Dio è perfettissimo nell’amore e l’amore richiede giustizia, altrimenti non viene esercitato l’amore. Può una mamma amare un figlio che ruba, che ammazza, si droga, fa una vita dissoluta? Si, se lo amerà richiamandolo in ogni modo e volendo da lui una diversa condotta secondo giustizia, e non dicendo “fai pure, va bene lo stesso”. Dio nel suo Regno di Amore non può tollerare i malvagi, anche perché scomparirebbero, verrebbero bruciati dalle loro impurità di fronte alla perfezione divina. Nella parabola del ricco epulone citata da Gesù, Abramo afferma che tra coloro che sono in Paradiso e coloro che sono nell’inferno c’è un abisso che li separa e sono nettamente distinti: gli uni e gli altri sono nel posto che meritano in base alle loro azioni durante la vita[4]. Tornando al nostro insegnante disonesto; egli non farà mai riferimento alla somma misericordia di Dio, quella vera, che ha istituito anche il Purgatorio, dove le anime salvate attendono di essere completamente purificate secondo la Divina Provvidenza per entrare nel Regno di Dio. Dio non ci ha creati perché stiamo in questo mondo, ma che siamo con Lui, a godere di Lui e della sua gloria dopo questa vita. Questo insegnante sta insegnando una bella favola, vuole che stiamo qui, non nomina mai la salvezza delle nostre anime dalla dannazione eterna, mentre Gesù per questo è venuto ed è morto sulla croce; ha istituito anche con la sua morte i sacramenti che ci danno la salvezza: il sacramento della Confessione, il sacramento dell’Eucaristia, il Santo Battesimo, con il quale siamo annoverati tra i figli di Dio. Tante omissioni per distorcere la Parola di Dio e condurre gli uditori al suo intento, quello di portare i cristiani al protestantesimo luterano, dove tutti potranno dire la propria idea su tutta la Verità espressa nel Vangelo, prendendo ognuno di noi ciò che ci fa comodo, fa piacere, non disturba, ed escludendo ciò che non piace, facendo sì che la fede sia basata all’appartenenza ai luoghi di culto (si va in chiesa ogni tanto), vivendo una vita scollegata dai principi evangelici e dai dieci Comandamenti e così da accettare la perversione che stiamo vivendo in quest’epoca (convivenze, immoralità ecc…), come fossimo dei buoni cristiani, ma che non lo siamo affatto. Questo era il pericolo denunciato dal Santo Padre Papa Benedetto XVI° sul relativismo.

2.
E’ in grave errore dottrinale quel predicatore, catechista, insegnante che nega singoli avvenimenti raccontati nei testi sacri, come mai avvenuti o mettendoli in forse; lo stesso dicasi di profeti, o personaggi biblici come Mosè o Adamo ed Eva, considerati come mai esistiti, allo scopo di negare così anche i Dieci Comandamenti, riducendo il tutto a una favoletta, mettendo in forse anche Adamo ed Eva, così da negare la salvezza, voluta da Dio per l’uomo con la venuta di Gesù, che è venuto a redimere l’umanità peccatrice, che con Adamo e Eva ha avuto inizio. E’ inutile che tali insegnanti citino teologi di spicco, che scrivono libri sull’argomento: sono eretici questi teologi, e lo sono pure i loro seguaci. Papa Benedetto XVI° afferma che quando gli esegeti[5] «si mettono in cattedra diffondendo un magistero parallelo diverso da quello della Chiesa, commettono moltissimi errori….E’ negata la storicità degli elementi divini (fatti, eventi riconducibili all’intervento di Dio). Di conseguenza si propongono interpretazioni personali»[6].

3.
E’ in grave errore dottrinale quel predicatore, catechista, insegnante che afferma che il Dio della Religione cristiana è uguale a quello delle altre religioni, mentre invece il Dio della Religione cristiana è un Dio personale e non lontano dall’uomo; è un Dio che ama l’uomo fatto da Lui a sua immagine e somiglianza. Per l’uomo ha presentato un piano di redenzione, perché il male è entrato nel mondo a causa del peccato di Adamo ed Eva. Per questo Dio Padre ha inviato il suo Figlio Gesù a espiare i peccati dell’uomo e ha istituito i sacramenti che ci danno salvezza: il S.Battesimo, la S. Confessione, la S.Eucaristia.

4.
E’ in grave errore dottrinale quel predicatore, catechista, insegnante che mescola la verità evangelica con credenze anticristiane, allo scopo di avvicinare le persone al cristianesimo: per esempio con l’Oroscopo cristiano, che veicola contenuti cristiani con uno strumento che invoglia la superstizione. Si aprono così le “porte” ai maghi, alla cartomanzia, ai nemici di Cristo, agli operatori dell’occulto. Inoltre, con l’uso di questi strumenti si opera una confusione, unendo la superstizione alla religione. Tutto ciò è in abominio a Dio e contrario al primo Comandamento: “Non avrai altro Dio al di fuori di me” e di conseguenza non riporrai alcuna fede in cose, persone, credenze, idoli; perciò non ti farai alcun idolo.

5.
E’ in grave errore dottrinale quel predicatore, catechista, insegnante che nega l’esistenza dei miracoli, riportando il tutto a livello psicologico e di autosuggestione. Così facendo nega il rapporto con il soprannaturale (Dio) che anche attraverso un miracolo vuole risollevare le sorti di una persona, alimenta lo scetticismo nei ragazzi di fronte a qualunque fatto fosse straordinario, ma realmente avvenuto. I miracoli che fa Gesù al suo tempo sono segno non solo dell’amore di Dio per l’uomo, ma anche dell’autenticità della sua missione, di essere veramente il Messia, il Salvatore. Disse Gesù: «Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di Me» (Gv 10,25). «Se non altro credetelo per le opere stesse» (Gv14,11)[7].
Joshua

[1] Sua Ecc. S.B.Cazzaro, “Fede alla deriva – Non lasciatevi ingannare”, stampato in proprio, 2013, p. 17.
[2] Gv 8,31-32
[3] Mt 7,13-14.
[4] Lc 16, 25-26
[5] Esegeti: coloro che hanno il compito di studiare e approfondire la Parola di Dio.
[6] Sua Ecc. S.B.Cazzaro, “Fede alla deriva – Non lasciatevi ingannare”, stampato in proprio, 2013, p. 16.
[7] Ivi, p. 23