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Vescovo accusato di stupro: cardinale con l'accusa

Il cardinale siro-malabarita George Alencherry, 76, si è presentato il 1° ottobre in un tribunale di Kottayam (India) come uno degli 84 testimoni del processo contro il vescovo di Jalandhar, Franco Mulakkal.

Mulakkal è accusato di aver stuprato l'ex superiore generale dei Missionari di Gesù 13 volte, nel 2014 e nel 2016, quando era patrono della congregazione.

Una fonte vicina al cardinale ha detto a MattersIndia.com (5 ottobre) che il cardinale ha supportato le tesi dell'accusa. Il tribunale ha impedito ai media di seguire le udienze.

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lamprotes
L'associazione dell'aggettivo "romano" a cattolicesimo, quasi su un piano paritario, si sa che è stata una esagerazione tridentina data, però, dal terrore protestante: tutto ciò che non era "romano", quindi sotto i diretti occhi del papa, avrebbe potuto puzzare di eresia. Di conseguenza i cattolici più ferventi amavano dirsi "cattolico-romani" e tali ancora vengono chiamati per distinguerli, ad …Altro
L'associazione dell'aggettivo "romano" a cattolicesimo, quasi su un piano paritario, si sa che è stata una esagerazione tridentina data, però, dal terrore protestante: tutto ciò che non era "romano", quindi sotto i diretti occhi del papa, avrebbe potuto puzzare di eresia. Di conseguenza i cattolici più ferventi amavano dirsi "cattolico-romani" e tali ancora vengono chiamati per distinguerli, ad esempio, dagli anglicani. Ma da che mondo è mondo, la Cattolicità (ossia la confessione della fede nella sua interezza e completezza) non ha mai voluto indicare un luogo specifico che si estendesse su tutti perché la Cattolicità doveva esprimere solo la sua Universalità (ossia la sua appartenenza all'Oikoymene).

Così nel Cattolicesimo ci sono gli ambrosiani, c'erano i lionesi, i mozarabici, i beneventani, i patriarchino-aquileiesi, solo per rimanere in Occidente!

Per quanto si possa comprende l'utilizzo paritario e universale di "cattolico" con "romani", ragionandoci su, il suo utilizzo rappresenta una vera e propria forzatura, come se la confessione della fede, nella sua interezza, comprendesse un'estensione episcopale della diocesi di Roma su tutto il mondo.

Invece la diocesi di Roma ha l'estensione che ben conosciamo, non oltre. Nel senso stretto e proprio del termine, dunque, i Cattolici-Romani sarebbero solo i credenti della diocesi di Roma. Tutti gli altri, anche se Cattolici e sotto la giurisdizione del papa (in quanto pastore universale, non in quanto semplice vescovo di Roma), non dovrebbero chiamarsi "romani" e, se si fosse nel Medioevo, avrebbero certamente i loro usi tipicamente locali nella liturgia e un Messale che, per quanto con forti somiglianze, non sarebbe detto "romano".

E' proprio per questo, infatti, che il Cattolicesimo Medioevale aveva un assetto diversificato, rispetto a quello tridentino, un assetto in cui emergevano molto più chiaramente le caratteristiche locali. Solo con l'età moderna (da Trento in poi) il localismo non romano fu visto con sospetto principalmente per le ragioni alle quali sopra ho accennato. E' proprio nello stesso periodo, infatti, che si tenta di latinizzare i riti greci dei cattolici del sud Italia.
lamprotes
Per essere più chiari ancora, è come se si associasse al nome di un ordine religioso il termine cattolico: cattolico-francescani, cattolico-benedettini, cattolico-domenicani.... Le specificità francescani, benedettini, domenicani, vengono elevate allo stesso livello del termine di accezione universalistica "cattolico". Il procedimento è strano e indica, infatti, un'operazione che nasce da un'urgenza …Altro
Per essere più chiari ancora, è come se si associasse al nome di un ordine religioso il termine cattolico: cattolico-francescani, cattolico-benedettini, cattolico-domenicani.... Le specificità francescani, benedettini, domenicani, vengono elevate allo stesso livello del termine di accezione universalistica "cattolico". Il procedimento è strano e indica, infatti, un'operazione che nasce da un'urgenza specifica. Così è stato con i cattolici nel periodo postridentino.