Turpiloqui, bestemmie e percosse, senza tregua né riposo… Nunzio Sulprizio +++++++++++++++++++ Nasceva in Pescosansonesco, piccolo paesino degli Abruzzi, il 13 aprile 1817 Nunzio Suplrizio, da Domenico …Altro
Turpiloqui, bestemmie e percosse, senza tregua né riposo… Nunzio Sulprizio
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Nasceva in Pescosansonesco, piccolo paesino degli Abruzzi, il 13 aprile 1817 Nunzio Suplrizio, da Domenico Sulprizio e Domenica Rosa Luciani.
Lo stesso giorno della nascita, nacque alla grazia col battesimo nella Chiesa di S.. Giovanni Battista, crollata poi con una frana nel 1933.
Rimase orfano a soli 3 anni e la mamma vedova si risposò con Giacomo Antonio De Fabiis che ne ebbe molta poca cura; ma la sfortuna continuò a perseguitare Nunzio, dopo il papà gli morì anche la mamma Rosa: a sei anni il bimbo era accanto a lei nell'ora del trapasso. Nunzio fu mandato dalla nonna materna Anna Rosaria del Rosso.
Fu la nonna la sua seconda madre, Anna Rosaria del Rosso, donna umile, analfabeta ma piena di esperienza e di bontà, arricchitasi nella sofferenza per l'uccisione del primo e del secondo marito per mano dei briganti.
Alla scuola della nonna Nunzio imparò le preghiere, prese a frequentare la messa tutte le mattine e iniziò, accompagnato dalla sua inseparabile corona, a recitare il rosario.
Purtroppo, quando Nunzio aveva 9 anni, anche la nonna lo lasciò.
Nunzio, dunque, alla morte della nonna, fu affidato allo zio Mingo che, essendo fabbro, lo mise a lavorare nella sua officina. Da uomo rude e violento, lo zio sottopose il ragazzo ad angherie di ogni tipo e lo costrinse a sopportare un lavoro non adeguato alle sue forze, accompagnato da turpiloquio, bestemmie, percosse, seza concedergli tregua e riposo.

Un giorno, dopo aver portato i ferri ai contadini sparsi sulla montagna, carico di un peso insopportabile, sudato e accaldato, cadde procurandosi una ferita al piede. Per trovare refrigerio immerse il piede in un laghetto; questo gesto gli fu fatale: tornato a casa, gli salì la febbre e non riuscì a riposare per tutta la notte. Il mattino successivo arrivò alla bottega zoppicante.
E un giorno nell'officina dello zio gli cadde sul piede già gonfio, una brace ardente che cauò subito una piaga; nel tempo essa gli procurò la morte.
Nunzio si portava spesso a Riparossa per immergere il piede malato nell'acqua gelida onde trovare refrigerio e pulizia.
E lì restava a lungo a pregare, con il suo Rosario stretto tra le mani, apriva il suo cuore alla Madonna e di lì tornava rinfancato nel cuore e nello spirito.
La sua santità lo rese sempre disponibile con tutti, docile al Signore che lo guidava con sentimenti di amore e carità verso tutti e col desiderio di comunicare agli altri la gioia del suo cuore. Parlava con i pastorelli a Riparossa comunicando loro le bellezze di Dio.
Non durò a lungo l'incontro di Nunzio con la solitudine e la preghiera nè con l'acqua della fonte che generosa gli alleviava il dolore. Il gruppo di donne che erano solite ritrovarsi a sciorinare i panni, fecero consiglio tra loro e decisero di mandarlo via di lì.
Cacciato da Riparossa, il giovane Nunzio, già impossibilitato al lavoro, andò di casa in casa a chiedere l'elemosina e un pò di pane. E anche qui veniva deriso dai compagni e da altri.
Lo zio Mingo non sopportando più la situazione dell'infelice nipote, lo mandò prima all'ospedale dell'Aquila e poi da qui a quello di Napoli.
Per strada, andando verso Napoli, i briganti fermarono la carrozza, ma al cospetto di Nunzio che era assorto in preghiera, furono disarmati dalla dolcezze di Nunzio e si dissuasero dal fargli del male e lo lasciarono andare.

Giunto a Napoli al Maschio Angioino, dove un suo zio era nella guarnigione delle guardie reali, fu da lui presentato al suo superiore, il colonnello Wochinger che accolse Nunzio e lo trattò, da quel momento, fino alla morte, come un figlio, dandogli tutte le cure necessarie e facendolo sentire nel calore e nell'affetto di una famiglia.
I soldati del Colonnello non erano altrettanto buoni e generosi, lo insultavano, lo deridevano, ma Nunzio rispondeva sempre con un orriso e con rispetto.
Nunzio che aveva già fatto vanamente richiesta di entrare in alcune congregazioni religiose, accompagnato dal Colonnello Wochinger, conobbe il Beato Gaetano Errico e gli espresse il suo desiderio. La sorella del Beato Gaetano fece notare al fratello che sarebbe stato "un cattivo affare" accettare il giovane per avviarlo alle fatiche dell'Apostolato, viste le sue condizioni di salute, ma Gaetano Errico non rifiutò tale richiesta, gli promise di accoglierlo al più presto, convinto di fare entrare nella sua congregazione "un santo, più che santo".
Purtroppo il sogno del giovane Nunzio non si realizzò perchè Dio lo chiamò a sè qualche mese prima che il noviziato iniziasse. Gaetano Errico aveva visto giusto, Nunzio è stato proclamato dalla Chiesa Modello e Patrono dell gioventù operaia.
Ricoverato all'ospedale S. Maria del Popolo, detto Incurabili, sopportò tutte le cure e le medicazioni che erano davvero dolorose, senza un lamento, senza ribellione.

Incurante del suo male, dei suoi dolori, pur zoppicando, andava di letto in letto a confortare ed aiutare gli altri ammalati. Fu questa carità eroica che rese Nunzio candidato alla santità.
Assorto nella preghiera aveva visioni, come quella di Gesù, si sollevava in estasi quasi a significare come si lasciasse poco condizionare dalle cose materiali.
Morente riceve la comunione promettendo preghiere per tutti. Giunto alla morte con la serenità dei santi, il cuore dei napoletani si aprì alla verità e tutti gridarono di strada in strada "E' muorto o santariello nuosto".

Nunzio nella gloria
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Nunzio Sulprizio, dopo la passione e il calvario, è finalmente nella gloria di Dio, sono ad attenderlo, la Trinità Santa con la quale ha avuto sempre un'intima unità nella preghiera, la Vergine Santa che è stata la sua tenerissima Madre, gli angeli colleghi di santità e purezza, i Papi che lo hanno elevato alla venerazione nella Chiesa.

Nunzio appare ad un suo paesano
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Inizia subito il percorso della santità gloriosa di Nunzio: dopo la morte appare ad un suo compaesano ed inizia così la sua missione di santità.

Nunzio appare al Colonnello
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Non poteva mancare una particolare visita al suo grande benefattore che gli fece da Padre e che egli amò come figlio.
Da lui ebbe quelle attenzioni, quelle carezze, quelle cure che gli erano mancate nell'infanzia, in quanto, nell'officina dello zio Mingo, ebbe solo sevizie. Il Colonnello meritava la gioia di vedere il suo Nunzio ormai nella gloria di Dio.

Nunzio salva don Ferdinando Gallo
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La protezione di Nunzio si estese ben presto a tanti altri, a don Ferdinando Gallo e ai battellieri del battello che era andato in fiamme.

Nunzio dona la vista
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Flora Giamberardino riacquista la vista invocando Nunzio Sulprizio. Ormai alla luce di Dio Nunzio poteva donarla agli altri.

Anche le bende ottengono prodigi
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Anche le bende delle sue ferite contengono la capacità prodigiosa della guarigione, ne fa esperienza la dama di corte che le applica al suo ginocchio malato.

Altri interventi prodigiosi di Nunzio
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Concetta Sardegna è strappata alla morte per l'intervento prodigioso di Nunzio Sulprizio.

Anche le malattie più incurabili del tempo, come il colera, si arrestano davanti alla potenza che emana dall'immagine di Nunzio. L'avvocato Francesco Bartoleschi guarisce poggiando su di sè l'immagine di Nunzio. Ancora l'acqua di Riparossa è protagonista di guarigione, la principessa di Caucasia è ammalata di tumore, applica sul seno l'acqua e guarisce.

Quattrocento minatori vengono salvati per l'intervento di Nunzio.
Anche un camionista, precipitato con il camion a Ponte Martello, viene salvato dal Beato.

Primo miracolo che lo porterà alla beatificazione ++++++++++++++++++++++++++++
Queto è il primo miracolo ottenuto per intercessione di Nunzio Sulprizio.

Donato Romano di Pescosansonesco ammalato di otite purulenta è totalmente guarito tanto che è dichiarato idoneo alla vita militare. Questo miracolo, insieme ad un altro, ottenne dal Papa Polo VI la dichiarazione della beatificazione di Nunzio Sulprizio.

Secondo miracolo che lo porterà alla beatificazione
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Anche Maria di Lauro di 19 anni di Napoli, colpita da tumore nella fossa iliaca destra dopo aver invocato il Beato, guarì. Fu questo il secondo miracolo per la beatificazione di Nunzio.

il terzo miracolo, avvenuto per sua intercessione è stato l’episodio che riguarda un giovane di Taranto che dopo un incidente rimase gravemente ferito entrando prima in coma e poi in uno stato vegetativo.Sul luogo dell’incidente venne trovata una immaginetta di Nunzio, così I familiari fecero arrivare, dalla parrocchia di San Domenico Soriano a Napoli, la reliquia che fu posta sulla fronte dalla madre in sala di rianimazione, con la richiesta di una benedizione. Pochi giorni dopo, i sanitari, contattarono i genitori avvisandoli che il figlio da quel dì non avrebbe avuto più bisogno della rianimazione.