Ancora sull'ECUMENISMO come lo ha visto Gesù
Valtorta - Evangelo 145.5Gesù invita i samaritani a seguire Lui se non il Tempio di Gerusalemme
(Gesù in Samaria)
(…) Poi inizia a parlare a tutti.
«Ho udito molti di voi, e in tutti ho sentito un segreto dolore, una pena, di cui forse neppure voi ve ne rendete conto, piangere nei vostri cuori. Sono secoli che essa si accumula e non le ragioni che vi dite, né le ingiurie che vi vengono lanciate, valgono a scioglierla. Ma anzi sempre più si indurisce e pesa come neve che si muta in ghiaccio.
Io non sono voi e non sono neppure uno di quelli che vi accusano. Io sono Giustizia e Sapienza. E vi cito, a soluzione del vostro caso, ancora Ezechiele (Ez 23). Egli, profeticamente, parla di Samaria e di Gerusalemme dicendole figlie di un seno e chia¬mandole Oolla e Ooliba.
La prima a cadere in idolatria fu la prima, di nome Oolla, perché già privata dell'aiuto spirituale dell'unione col Padre dei Cieli. L'unione con Dio è salvezza, sempre. Scambiò la vera ricchezza, la vera potenza, la vera sapienza con la povera ricchezza, potenza e sapienza di uno, ancor più di essa, inferiore a Dio, e ne fu sedotta tanto da farsi schiava del modo di vivere di questo uno che l'aveva sedotta. Per essere forte divenne debole. Per essere da più divenne da meno. Per essere imprudente impazzì. Quando uno imprudentemente si è contaminato con una infezione, ben a fatica può salvarsi da essa. Voi direte: "Da meno? No. Noi fummo grandi". Grandi, sì, ma come? A che prezzo? Voi lo sapete. Quante anche fra le donne conquistano la ricchezza al prezzo tremendo del loro onore! Acquistano una cosa che può finire. Pèrdono una cosa che non ha mai fine: il buon nome.
Ooliba, vedendo che la follia di Oolla le era valsa ricchezza, la volle imitare e impazzi più di Oolla, e con doppia colpa, perché essa aveva con sé il Dio vero e non avrebbe mai dovuto calpestare la forza che da questa unione le veniva. E dura, tremenda punizione è venuta, e più verrà, alla doppiamente folle e fornicatrice Ooliba. Dio le volgerà le spalle. Già lo sta facendo, per andare a quelli che non sono di Giuda. Né si potrà accusare Dio di essere ingiusto perché Egli non si impone. Apre a tutti le braccia, tutti invita, ma se uno gli dice: "Va' via" Egli se ne va. Va a cercare amore, a dare invito ad altri, finché trova chi dice: "Vengo". Perciò Io vi dico che voi potete avere sollievo al vostro tormento, dovete averlo, pensando a queste cose.
Oolla, torna in te! Dio ti chiama. La sapienza dell'uomo sta nel sapersi ravvedere, la sapienza dello spirito sta nell'amare il Dio vero e la sua Verità. Non guardate né Ooliba, né la Fenicia, né l'Egitto, né la Grecia. Guardate Iddio. Quella è la Patria di ogni spirito retto. Quella: il Cielo. Non vi sono molte leggi. Ma una sola: quella di Dio. Per quel codice si ha la Vita. Non dite: "Peccammo", ma dite: "Non vogliamo più peccare". Che Dio vi ami ancora, in questo di avervi mandato il suo Verbo a dirvi: "Venite", ne avete la prova. Venite, vi dico. Siete ingiuriati e proscritti? E da chi? Da esseri simili a voi. Ma Dio è da più di questi, ed Egli vi dice: "Venite". Un giorno verrà che voi giubi-lerete per non essere stati nel Tempio... Con la mente giubilerete di questo. Ma più giubileranno gli spiriti perché sui retti di cuore, sparsi per la Samaria, sarà già sceso il perdono di Dio. Preparatene l'avvento. Venite al Salvatore universale, o figli di Dio che avete smarrito la Via».
145.6 «Ma, almeno qualcuno, noi verremmo. Sono quelli dell'altra parte che non ci vogliono».
«E ancora col sacerdote e profeta (Ez 37,19) Io vi dico: "Io prenderò il legno di Giuseppe che è nella mano di Efraim con le tribù d'Israele a lui unite e le congiungerò al legno di Giuda e ne farò un solo legno...". Si. Non al Tempio. A Me venite. Io non respingo. Io sono quello chiamato il Re dominante su tutti. Il Re dei re Io sono. Io vi purificherò tutti, o popoli che volete esser purificati. Io vi radunerò, o greggi senza pastore o con pastori idoli, perché Io sono il Pastore buono. Io vi darò un unico tabernacolo e lo metterò in mezzo ai miei fedeli. Esso tabernacolo sarà fonte di vita, pane di vita, sarà luce, sarà salvezza, protezione, sapienza. Tutto sarà perché sarà il Vivente dato in cibo ai morti per farli vivi, sarà il Dio che si effonde con la sua santità per santificare. Questo Io sono e sarò. Il tempo dell'odio, dell'incomprensione, del timore è superato. Venite! Popolo d'Israele! Popolo separato! Popolo afflitto! Popolo lontano! Popolo caro, tanto, infinitamente caro perché malato, perché indebolito, perché svenato da una freccia che ti ha aperto le vene dell'animo e ne ha fatto fuggire l'unione vitale col tuo Dio, vieni! Vieni al seno da cui sei nato, vieni al petto da cui ti venne vita. Dolcezza e tepore è ancora qui per te. Sempre. Vieni! Vieni alla Vita e alla Salute».