L’Europa verso la moneta unica digitale
L’Europa verso la moneta unica digitale (odysee.com)

L'euro digitale è un destino incontrastabile. Questo, in estrema sintesi, il messaggio inviato da Fabio Panetta, già Direttore generale della Banca d'Italia e Presidente dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, dal 1º gennaio 2020, anche membro di spicco del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea.
Ufficialmente la Banca europea con sede a Francoforte non avrebbe ancora assunto una decisione sulla moneta digitale ma l'estate scorsa, fra un dato statistico e l'altro, ha dato il via alla fase istruttoria del progetto dell'euro digitale.
Stando a quanto emerso dalla stampa, la fase progettuale dovrebbe durare due anni. Dopodiché la moneta digitale potrebbe affiancare quella cartacea.
Il marchio, intanto, è stato registrato nel settembre 2020, poco prima della pubblicazione del rapporto sull'euro digitale redatto dalla meta banca a ottobre dello stesso anno.
Così, mentre il 60% dei lavoratori europei rischiano di essere sostituiti dall'AI, il sistema europeo si organizza per immettere sul mercato una moneta digitale centrale, erodendo quel poco che resta della sovranità economica dei singoli stati dell'Unione.

La moneta digitale come strumento di sottomissione (odysee.com)

Le vie delle criptovalute sono infinite. L'avvento del Bitcoin e delle sue sorelle gemelle ha aperto la via a nuove alternative monetarie statali. Sono infatti sempre di più le banche centrali che stanno progettando di emettere divise digitali legalmente riconosciute, offrendo così una specie di risposta regolamentata all'anarchico mercato delle criptovalute. Una tendenza che preoccupa soprattutto dal punto di vista della privacy, dal momento che aprirebbe la possibilità, da parte dei Governi, di avere un controllo totale su ogni tipo di transazione. La guerra al contante, d'altronde, è già in corso da anni, e potrebbe essere puntellata proprio dall'introduzione della moneta digitale di Stato.
Paesi come Cina e Regno Unito sono da tempo in prima linea su questo fronte, ma la tendenza è ormai globale. I Governi di tutto il mondo non vogliono lasciarsi sfuggire l'occasione di emettere una moneta di cui potrebbero controllare i minimi dettagli. A differenza del bitcoin, che nasce come meccanismo decentralizzato in grado di preservare l'anonimato, le criptovalute ufficiali funzionerebbero in senso diametralmente opposto. Offrirebbero, cioè, agli Stati, non solo la possibilità di tracciare in tempo reale tutti gli acquisti dei cittadini, ma anche quella di controllare l'inflazione a piacimento attraverso la programmazione di una moneta a scadenza.
Inoltre, in epoca di green pass e di pensiero unico dominante, non è escluso che queste nuove valute digitali diventino presto la chiave di volta per instaurare un vero e proprio sistema di credito sociale, ovvero un meccanismo in cui la possibilità di comprare determinati beni e servizi sia subordinata al rispetto di determinate regole da parte dei cittadini, che verrebbero così ridotti a semplici utenti obbligati a obbedire al Potere di turno per poter fare la spesa. Una realtà già parzialmente implementata in Cina, che ha appena messo fuori legge le criptovalute tradizionali proprio per evitare che lo yuan digitale possa avere concorrenza. Un processo che sembra inarrestabile e che sempre più velocemente sta trasformando il denaro da uno strumento di indipendenza a uno strumento di sottomissione.

... A pochi giorni dalla “rielezione” di Macron, la Francia introduce la carta d’identità digitale | Database Italia ...

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