"IOTA UNUM"
WXRE Blog - 10 Febbraio 2005
Caro Luigi,
nel suo ultimo articolo il nostro Magister parla, tra le altre cose, del revival di Romano Amerio, il grande filologo svizzero noto soprattutto per quel capolavoro di acribia canonistica che è Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX. Un libro, come dice Magister, respinto e occultato dalla Chiesa “ufficiale”,…Altro
"IOTA UNUM"

WXRE Blog - 10 Febbraio 2005

Caro Luigi,
nel suo ultimo articolo il nostro Magister parla, tra le altre cose, del revival di Romano Amerio, il grande filologo svizzero noto soprattutto per quel capolavoro di acribia canonistica che è Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX. Un libro, come dice Magister, respinto e occultato dalla Chiesa “ufficiale”, ma diventato una sorta di seconda Bibbia per i critici del Concilio Vaticano II, ad ogni latitudine culturale. Un testo “inquietante e in qualche modo terribile”, come ha scritto Vittorio Messori, che ha spopolato in quell’underground cattolico che va dai membri della Fraternità di S. Pio X, ai gruppi di impostazione preconciliare ai conservatori più esigenti sparsi nei paesi di lingua tedesca, negli Stati Uniti e in America Latina.
Quello che Magister non dice però è la polpa della questione per quanto riguarda Amerio. Il quale fu sì un personaggio assai riservato, assolutamente estraneo al chiacchiericcio e alle passerelle intellettuali - come spesso si sottolinea - ma con un amico davvero illustre e importante: Raffaele Mattioli.
Amerio non fu propriamente scoperto da Mattioli (anche perché, contrariamente a quanto recita la leggenda aurea costruita attorno alla sua figura, il presidente della Comit era figura di limitate competenze culturali), ma fu da costui “sostenuto” e inquadrato in un progetto di ampio respiro (non certo tratteggiato da Mattioli, s’intende, ma dall’èlite iniziatica di cui Mattioli fu strumento). Non è certo un caso che Iota unum uscì per i tipi di Ricciardi, la casa editrice “laica” che Mattioli rilevò e rilanciò negli anni ’50, a scopi ben precisi. Né è un caso che fra le poche riconoscenze ufficiali ricevute in vita da Amerio, ce ne sia una concessagli dalla Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana, che toccò in sorte a numerosi frequentatori di Mattioli: da Giovanni Pozzi, a Riccardo Bacchelli, a Carlo Bo. Né è un caso che a dedicare un quadretto di tutto rilievo ad Amerio sia stato Elémire Zolla, nel suo Uscite dal Mondo. Dove, tra l’altro, Zolla fa capire abbastanza bene qual era il progetto a cui Amerio doveva contribuire:
A conclusione [di Iota Unum] Amerio domanda: l’essenza della Chiesa s’è dissolta nel mondo moderno? E risponde: “Sembrerà che il nostro discorso sia venuto a una conclusione che ha il carattere della conoscenza negativa, ipotetica, umbratile e vesperale, se non proprio notturna”. Infatti se rispondesse con un sì, gli scoppierebbe come una bolla il suo sogno antico, ed egli cadrebbe nella nuda modernità. Oppure in un sogno alternativo. O nella nuda gnosi”.
Ovvero, Iota unum fu, grosso modo, l’equivalente in ambito cattolico di Che cos’è la Tradizione di Zolla in un ambito più allargato: un libro che nel suo aspetto superficiale suonava e suona innegabilmente tradizionalista, ma il cui fine profondo era ed è di inserire la maggior parte dei lettori in una dinamica centrifuga rispetto alla Chiesa post-conciliare (ossia alla Chiesa sic et simpliciter), e di portarne una minor parte sulla soglia del “sogno alternativo”, o “della nuda gnosi”.
Ad ulteriore dimostrazione, se vuoi, di un fondo esoterico presente in Amerio è utile dare un’occhiata anche all’opera del suo discepolo, Enrico Maria Radaelli. Il quale, con la stessa somma erudizione ed exoterica ortodossia del maestro, punta, tra le altre cose, a riproporre quello che è stato (ed è tuttora) un topos di certa massoneria “tradizionalista” : l’idea che il vero cattolicesimo non possa che essere antigiudaico; che la Chiesa non sia la piena e infinita realizzazione della sinagoga, ma la sua negazione; che tra Antico e Nuovo Testamento esista uno iato più profondo e decisivo di ogni possibile continuità. Una sorta di marcionismo di destra, insomma, indubbiamente suadente per un lettore a disagio nella temperie postconciliare, soprattutto se stanco di un dialogo interreligioso spesso estenuante. Ma con effetti, alla lunga, simili a quelli che può avere un aromatico e corposo vino rosso al metanolo (già i duri attacchi al Sommo Pontefice e a Ratzinger da parte di Radaelli dovrebbero far sorgere qualche dubbio ai più avveduti).
Su Amerio e Radaelli ci torneremo, ovviamente, perché l’argomento necessita di un articolato approfondimento (e ora purtroppo vado di fretta).
Intanto stammi bene, come sempre. GdC
PS= Concordo con quello che dici dell’editoria cattolica. Soprattutto per quanto riguarda le copertine di certe case editrici..

Iota unum | wXre

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