Risposta alle obiezioni sulla vocazione

I - Ma a questa stregua, tutti dovrebbero darsi a Dio. Sarebbe la fine del mondo!

Il santo padre Berthier rispondeva: “Sarebbe la più bella fine del mondo!”

Rassicuratevi, il “Si vis - se vuoi” molti non lo vogliono! Inoltre i cinque segni indicati sono una selezione che va lontano. Ma siccome il nostro pellegrinaggio terreno ci è dato come mezzo per amare e servire Dio liberamente e meritare poi di goderlo in un’estasi eterna di contemplazione e d’amore, dobbiamo scegliere tutto ciò che ci può aiutare a meglio raggiungere il fine. E’ Dio che ci invita.

II - La mia attrattiva per la carne, non è un ostacolo alla vocazione?

No, salvo un eccezionale temperamento da energumeno, Sant’Alfonso si arrabbiava quando gli obiettavano la concupiscenza della carne contro la vocazione. “Ma credere - rispondeva - che non vi verrà nel matrimonio? Avrete occasione di peccare all’interno e al di fuori di esso, mentre nella vita religiosa avrete meno occasioni e più soccorsi. Sarebbe un peccato contro la speranza credere di non poter resistere ai demoni, con tutti i soccorsi che dona la regola”.

Di fatto - ma non lo si sa abbastanza! - è relativamente facile praticare la castità nella vita religiosa: colui che osserva la modestia degli occhi e dei sensi; che rispetta la regola nelle relazioni con il mondo esterno; che fugge le occasioni di peccato; che prega, si confida a Maria, pratica la mortificazione, espone filialmente i propri errori e tentazioni al direttore spirituale, passa al contrattacco con la preghiera e la penitenza appena il tentatore si avvicina … costui praticherà facilmente la perfetta castità. E’ una delle grazie e delle gioie più pure della vita religiosa.

III - Non conosco tutte le congregazioni per poter scegliere.

Non è necessario conoscerle tutte per decidersi, come non si aspetta di conoscere tutte le donne per sposarsi, o di provare tutte le scarpe di Roma per decidersi ad acquistarne un paio.

E’ Dio che conduce. Se chiama, farà conoscere la congregazione dove Vi vuole, o se Vi vuole nel clero diocesano.

Sant’Alfonso raccomanda soprattutto di non scegliere una comunità religiosa rilassata o contaminata da cattive dottrine.

IV - Che dire di colui che dubita della sua vocazione?

Chi è entrato in uno stato di vita religiosa con retta intenzione e la legittima chiamata dei superiori, è sulla strada buona. Deve però ricordarsi che “il diavolo è bugiardo” (San Giovanni 8), non deve inquietarsi né cambiare vita, disprezzi queste tentazioni: non ci si sbaglia donandosi a Dio!

Se il nemico cerca di ricondurre a sentimenti di puro egoismo l’eletto del Signore, egli scacci il demonio e rinnovi con tutto il cuore la sua totale consacrazione, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria e il ricorso a San Giuseppe “terror demonum”. Continui senza discutere ad eseguire con diligenza i propri doveri di stato e il demonio fuggirà.

Se la preghiera è il grande mezzo per conoscere la propria vocazione e per rispondervi, essa è ugualmente il grande mezzo per perseverarvi. “Chi prega si salva e chi non prega si danna” scriveva sant’Alfonso ed aggiungeva: “Tutti i dannati sono all’inferno perché hanno cessato di pregare, non ci sarebbero se non avessero smesso di pregare”.

San Bernardo, davanti ai tranelli del demonio esclamava: “Ratio spei meae, Maria! - Ragione della mia speranza è Maria!” Come Madre della Chiesa, la Regina degli Apostoli potrebbe abbandonare i consacrati che l’invocano? “Nella tempesta, guarda alla Stella, invoca Maria!”

La perseveranza nella vita religiosa è molto facile, anche se sono pochi i mezzi usati: “so in chi ho posto la mia fede” (San Paolo a Timoteo) perché Dio non abbandona mai chi confida in Lui.

“La paura di coloro che temono di non poter raggiungere la perfezione entrando nella vita religiosa è irragionevole”, dice San Tommaso e cita le parole di Sant’Agostino: “Perché esiti? Gettati in Lui. Non avere paura: Egli non si ritirerà per lasciarti cadere. Gettati con tutta sicurezza, e Dio ti accoglierà e ti guarirà” (Confessioni VIII).

Capitolo V - Maria veglia sui seminaristi

La tentazione di fuggire

Un seminarista di 13-14 anni ha un improvviso colpo di testa: sbatte la porta della classe e parte. Scende di corsa la scale, afferra la maniglia della porta che s’apre sulla strada … è una vecchia maniglia ottagonale in rame cesellato, traballante e riattaccata al suo perno con un chiodo storto … il momento è decisivo: se passa la porta sa che non tornerà più!

Tutta la sua vocazione è in gioco. Una voce gli grida forte dal fondo del cuore: “Se oltrepassi questa porta, le anime che avresti dovuto salvare non si salveranno!” Il giovane esita, intravvede la tragica posta del suo “colpo di testa”, la voce si fa più forte: “Se passi questa porta …”

Egli lascia la maniglia e ritorna sui suoi passi: Maria ha impedito una catastrofe!

Più tardi, vecchio missionario di 80 anni, rabbrividirà al pensiero che per quel “colpo di testa” adolescenziale, il demonio avrebbe impedito centinaia e migliaia di conversioni ed aumentato il numero delle anime dannate.

Preghiamo per i seminaristi, ringraziamo il Signore per aver posto Maria a tutela della vocazioni.

Un seminarista scoraggiato

Uno studente domenicano completamente privo di memoria si convince, in realtà è il demonio che glielo suggerisce, che non riuscirà mai a completare gli studi: “senza memoria è impossibile. Parti!”

Delle alte mura circondano il convento; il portone è chiuso. Una sera, presa una scala, il giovane tenta la fuga ma, arrivato in cima, una grande e bella Signora accompagnata da due Sante, lo attende sulla sommità del muro: “Perché vuoi partire?” “Non ho memoria e sono incapace di fare gli studi.” “Ebbene, ritorna! Da oggi avrai una buona memoria, diventerai sapiente e farai molto bene. Affinché tuttavia tu sappia che ti ho ottenuto questa grazia dal Figlio mio, nella tua vecchiaia durante una predica perderai improvvisamente la memoria per poi ritrovarla. Racconterai allora questa grazia e dopo non dovrai far altro che prepararti alla morte”.

Fu così che Sant’Alberto Magno divenne professore alla Sorbona a Parigi, maestro di San Tommaso d’Aquino; vescovo di Ratisbona fece un bene immenso. Diventato vecchio, durante una predica, perse per un momento la memoria e raccontò di quella Grazia che aveva ottenuto dalla Vergine.

Affidiamo i nostri seminaristi alla Santa Vergine, che Maria vegli su di essi.

“Il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia, è un figlio sacerdote” (San Giovanni Bosco)

E chiunque avrà abbandonato la casa, o i fratelli, o le sorelle, o il padre, o la madre, o i figli, o i campi per amor del mio nome, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna” (San Matteo XIX).

Sono urgenti per difendere la Chiesa altri Giovanni Bosco, Francesco Saverio, Vincenzo de’Paoli … ma anche altre Caterina da Siena, Giovanna d’Arco, Chiara d’Assisi, Scolastica, Teresa d’Avila

Non esitate!

Preghiera per conoscere la propria vocazione

O mio Dio, Voi che siete il Dio della sapienza e del consiglio, Voi che leggete nel mio cuore la retta volontà di piacere a Voi soltanto e di regolarmi, riguardo alla mia scelta di vita, conforme alla Vostra santissima volontà:

concedetemi, per l’intercessione della Santa Vergine e dei miei Santi Patroni, la Grazia di conoscere quale stato di vita io debba prendere e, conosciutolo, di abbracciarlo.

Concedetemi di cercare in esso e di accrescere la Vostra gloria, operare la mia salute spirituale e meritare il premio celeste che avete promesso agli esecutori della Vostra Divina volontà.

Amen.