…SU GUSTAVE THIBON...aforismi…

“il visibile amputato dell’invisibile non è altro che la maschera del nulla”A ognuno di noi non resta che scegliere tra la disperazione travestita di miraggi e “la speranza soprannaturale che plana al di sopra dello smarrimento dei contrari, perché la sua fonte non è nel tempo che tutto separa, ma nell’eterno dove tutto si unisce.”…

…volgendosi verso l’ingresso della Caverna…lasciandosi per la prima volta accecare dalla Luce che crea le cose, incontra la Verità…Per Thibon la fede consiste proprio in questo: nell’accorgersi che il reale, che tutto ciò che vediamo è collegato e tenuto insieme in una PROFONDA UNITA’.Tutta la realtà converge, contro ogni evidenza, verso l’Uno che per Thibon è il Dio-Amore rivelatoci da Gesù Cristo… L’uomo quaggiù non è chiamato a superare il reale, ma ad entrarci dentro fino a toccarne un fondo più profondo delle sue forze, dei suoi ragionamenti, delle sue capacità. È infatti oltre il velo che ricopre tutta la realtà che ci attende Dio: la Via, la Verità e la Vita…le cose di quaggiù non bastano a colmare il desiderio di felicità e di infinito che abita in ciascuno noi,perché «Le cose supreme non si espandono che dall’altro lato della tomba. Ma esse cominciano quaggiù e il loro fragile seme è nei nostri cuori, e nulla fiorisce nel cielo che non sia almeno germogliato sulla terra»…

…Il poema di Hugo, polemizza con la fede cieca nella scienza e nel progresso degli uomini del suo tempo. A forza di esaminare minuziosamente i fenomeni naturali, di vivisezionare l’uomo e il mondo animale, si è finiti con l’equiparare l’uomo a un qualsiasi altro animale terrestre, si è finiti con il cancellare la sua anima e lo spirito divino che abitano in lui. Lo si è ridotto a una “macchina” programmata, da rottamare quando si rompe e diventa inutile…Se è innegabile che la scienza ci porti sempre più la conoscenza delle leggi che regolano l’Universo, è altrettanto innegabile che una scienza sganciata da sani principi etici diventa una minaccia costante per la vita sul nostro pianeta La morte di Dio nel cuore dell’uomo del nostro tempo, per Thibon, è anche conseguenza delle conquiste della scienza. Ma è sotto gli occhi di tutti oggi che l’uomo che rinuncia alla relazione con il Trascendente, perde completamente la sua umanità. Certo, le conoscenze scientifiche di Platone erano inesistenti, ma la sua ignoranza era illuminata dalle stelle delle Idee e dei Valori eterni: il Bene, il Vero e il Bello. L’ignoranza di Platone gli faceva volgere lo sguardo verso il Cielo, dove l'anima immortale presente in ogni uomo, frammento dell'anima del mondo, ha la sua patria, il suo destino
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…«Quel che più ci manca è il senso e il rispetto dei nostri limiti. I nostri limiti fanno corpo con la nostra profondità, la nostra ricchezza e la nostra vita: noi esistiamo, respiriamo per mezzo loro. Quando li spezziamo, crediamo di arricchirci, e non facciamo che perderci. I nostri limiti sono i custodi della nostra forza e della nostra unità. Viviamo all’interno dei nostri limiti come il sangue nell’arteria, e la parete dell’arteria non è una prigione per il sangue, e aprire l’arteria non significa “liberare” il sangue. Una certa forma di emancipazione politica e scientifica dell’umanità assomiglia tuttavia proprio a questo»…

…«Abbiamo acquisito il dominio sulla natura a spese del dialogo interiore con la natura. Materialismo che consiste nel trasformare la materia, velo trasparente dell’invisibile, in materiale utilizzabile per ogni fine pratico, ma opaco a riguardo dell’anima. La natura «reificata» obbedisce ai nostri ordini e non ci fa più confidenze: siamo serviti da uno schiavo sordomuto»…



Ritorno al Reale o dominio del Virtuale: il suicidio della Rivoluzione