Francesco I
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Intervista a Povia

È eccentrico, in controtendenza ed uno dei pochi cantanti italiani che non parla il politicamente corretto
Povia ha partecipato al "Family day"

Giuseppe Povia, classe 1972, è un cantautore italiano che negli anni non ha mancato di far parlare di sé, per avere dato battaglia sui social e nella vita a “rapper bimbiminchia” e affini. Nel 2007 ha partecipato al Family Day a Roma, dichiarando che l’approvazione dei DICO avrebbe sottratto fondi alle famiglie tradizionali. Nel 2009 ha presentato il brano Luca era gay, che gli ha scatenato contro tutto il mondo LGBT. L’Arcigay si mobilitò con un gruppo su Facebook per inibire l’esibizione canora al Festival di Sanremo; addirittura fu oggetto di interrogazioni parlamentari per una presunta violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Se ancora non bastasse, fu vittima di attività ostative con segnalazioni all’Autorità garante delle comunicazioni, affinché si individuassero eventuali violazioni del codice etico RAI. Roberto Benigni e Franco Grillini (presidente onorario Arcigay) lo esortarono a scoprire la “felicità gay”. Ma niente, lui imperterrito ha proseguito sulla sua strada. Così ha presentato negli anni altri brani in controtendenza, come La verità (sull’eutanasia), Siamo italiani, Era meglio Berlusconi, ecc.

Ciliegina sulla torta sono state le sue prese di posizione in difesa di Matteo Salvini con delle clip sui social; a quel punto ci siamo detti che fosse pazzo, un artista così “scorretto”. O forse, un audace istintivo fuori controllo. Insomma, un populista! Lo abbiamo intervistato.

Giuseppe Povia ma lei sa che per lavorare in Italia bisogna essere di sinistra? Quanto contano (o costano) le sue prese di posizione sulla sua carriera discografica?
Sì, lo so, però rispetto chi è veramente di sinistra. Non stimo invece chi fa finta di esserlo. Sono un artista libero e vorrei essere riconosciuto come tale, ma questo sogno non si avvera.

Ha definito alcuni suoi colleghi “Rapper bimbiminchia”. Riferimenti a Fedez o a J. Ax sono puramente casuali?
Sì, ironicamente ci sono dentro anche loro, ma sottolineo che le mie sono solo reazioni simpatiche agli attacchi che mi arrivano. J. Ax degli Articolo31 era un’altra storia per me.
C’è chi la pensa come lei ma non lo ammette, o addirittura inneggia il contrario, pur di lavorare?
Secondo me sì, la stragrande maggioranza.

Lei è di destra?
No, sono del centro storico.

Si stava davvero meglio quando c’era Berlusconi, come canta in un suo ultimo brano?
Chi dice ‘Era meglio Berlusconi’ nella canzone è un vecchietto di 87 anni, comunista convinto. E se lo dice lui vuol dire che è vero.

Nel 2009 ha presentato il pezzo Luca era gay, attirandosi l’ira della cosiddetta lobby LGBT. Quanto le è costata quella presa di posizione?
Pago ancora e ho molti problemi per aver fatto quella canzone. Mi dispiace che mi diano contro proprio coloro che sono amici della libertà e della democrazia.

Perché molto spesso su Facebook difende Matteo Salvini? Non era contento di come fosse già complicato il suo rapporto coi media?
Non difendo Salvini, cerco di spostare l’attenzione sul vero problema che affligge l’Italia e gli italiani: Bruxelles; è lì il nostro vero governo. Salvini non è al governo, non si può perdere tempo dietro a lui.

Guccini cantava: “Non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni”, però non si direbbe ascoltando il suo ultimo disco: “Nuovo contrordine mondiale”. Quale messaggio vuole lanciare?
Una rivoluzione di consapevolezza. Il potere ci porta dove vuole lui, ma mai dove è lui.

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