Francesco promuove l'agenda LGBT

Francesco promuove l'agenda LGBT - Miles Christi - 28/08/2020

Il primo complesso residenziale per donne trans al mondo è stato inaugurato questa settimana nella città di Neuquén su iniziativa di una suora su un terreno ceduto dal comune al suo monastero e con i fondi messi a disposizione dal governo provinciale, un'esperienza che ha meritato parole di complimenti anche da Papa Francesco. Questo “Condominio Sociale Tutorato per donne trans” dispone di 12 monolocali che rappresentano una soluzione abitativa permanente per una dozzina di persone trans tra i 40 ei 70 anni in situazioni di vulnerabilità, che li hanno ricevuti in comodato d'uso e saranno trasferiti ad altri partner in caso di morte.[1]

La sorella Monica si batte per i “diritti transessuali” fin dall'infanzia

Francisco ha scritto una e-mail alla monaca carmelitana per congratularsi con lei: “Cara Monica, Dio, che non è andata in seminario né ha studiato teologia, ti pagherà abbondantemente. Prego per te e le tue ragazze”[2]. Prima di stabilirsi a Roma, Bergoglio aveva già incoraggiato la suora nel suo “apostolato” con i travestiti di Neuquén: “Vi chiedo di accompagnarli, non di lasciarli. Questo è un lavoro di frontiera che il Signore ti ha dato e per tutto ciò di cui hai bisogno, conta su di me”.[3]

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Che Bergoglio si riferisca a questi uomini travestiti da donne come “ragazze” è qualcosa che ci lascia senza parole, per usare un eufemismo. Riguardo al lavoro svolto da suor Monica, diciamo solo che è molto buono aiutare le persone che soffrono di bisogni sociali e materiali, la Chiesa ha sempre incoraggiato la pratica delle opere di misericordia corporale. Ma non si può dimenticare che le opere di misericordia spirituale sono più importanti, poiché si riferiscono alla salvezza eterna, mentre quelle, per quanto necessarie e meritorie, perseguono beni temporanei e transitori. E il problema con questa suora è che non mette in dubbio la transessualità delle “sue ragazze”[4]. Invece di invitare questi poveri uomini a osservare i comandamenti e ad essere all'altezza della loro identità sessuale data da Dio, li tiene prigionieri della loro perversione. E Bergoglio, nientemeno che il presunto “Vicario di Cristo” sulla terra, incoraggia questa “carmelitana” perduta a perseverare sulla sua cattiva strada…

La suora carmelitana abbraccia la causa femminista e omosessuale

L'aberrazione di questo è qualcosa su cui anche il clero conciliare “conservatore” è molto chiaro. Cito a tal proposito una delle loro ultime “dichiarazioni”, attraverso la quale sperano, in modo molto illusorio, di “correggere” le sciocchezze del “Santo Padre”:

“I sessi maschile e femminile, uomo e donna, sono realtà biologiche, create dalla saggia volontà di Dio (cfr Gen 1, 27; CIC, 369). È, quindi, una ribellione contro la legge naturale e divina e un peccato grave per un uomo cercare di diventare una donna mutilando se stesso, o semplicemente dichiararsi donna, o per una donna cercare di diventare un uomo nello stesso modo, o affermare che le autorità civili hanno il dovere o il diritto di procedere come se tali cose fossero o potessero essere possibili e legittime”.[5]

Purtroppo questo tipo di atteggiamento non è una novità in Bergoglio. Ricordiamo cosa disse a Juan Carlos Cruz, un omosessuale cileno, in Vaticano nel maggio 2018: “[Francesco] mi ha detto: “Juan Carlos, che sei gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti vuole così e non mi interessa. Il Papa ti ama così, devi essere felice di quello che sei”.[6] Quanto detto da Bergoglio è non solo del tutto falso, ma soprattutto blasfemo, poiché in tal modo costituisce Dio come causa del peccato contro natura, che è chiaramente condannato nella Sacra Scrittura. Per convincersi del carattere fallace delle parole di Francesco, basta leggere san Paolo:

“Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sí da vituperare i loro corpi tra loro stessi. Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento.” (Rm. 1, 24-28)

Successivamente, riporto due passaggi tratti da vecchi articoli, in cui si può vedere che questa nuova assurdità bergogliana non è che un ennesimo esempio dell'abietto e vergognoso atteggiamento pro-omosessuale assunto da Francisco da quando è stato eletto più di sette anni fa.

L’omosessualismo non più condannato, ma “integrato”[7]

In un’epoca in cui la tirannide omosessuale si esercita quasi senza restrizioni su tutto il pianeta, Francesco ha reso delle dichiarazioni e ha compiuto dei gesti che rafforzano chiaramente l’ideologia omosessualista. Ecco alcuni fatti precisi. Tutti si ricordano della frase choc che pronunciò nella sua conferenza stampa sul volo di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro nel luglio 2013: «Chi sono io per giudicare?», parlando degli omosessuali. Questa breve frase fece immediatamente il giro del pianeta e guadagnò a Francesco l’elezione a Uomo dell’Anno 2013 da parte della rivista LGBT americana The Advocate.

In seguito ci fu la chiamata telefonica dell’8 dicembre 2013 ad un transessuale spagnolo, una femmina diventata «maschio», Diego Neria, con la quale Francesco l’invitò a venirlo a trovare in udienza privata a Roma con la sua «fidanzata», a spese del Vaticano, incontro che ebbe luogo il 24 gennaio 2014. Nell’occasione, Francesco si fece fotografare in Vaticano con il duo lesbico e la foto fece il giro del mondo. Secondo «Diego», al momento della chiamata Francesco gli avrebbe detto:

«Dio ama tutti i suoi figli, quale che sia la loro situazione, e tu sei figlio di Dio ed è per questo che la Chiesa ti ama e ti accetta così come sei.»gloria.tv/…co promuove l'agenda LGBT.docx8gloria.tv/…co promuove l'agenda LGBT.docx

Francisco ha ricevuto in udienza “privata” una coppia di lesbiche spagnole, invitata telefonicamente da lui stesso, a spese del Vaticano
Il 21 marzo 2014, Francesco è stato ripreso dalle videocamere della televisione italiana mentre passeggiava mano nella mano col prete omosessualista italiano Luigi Ciotti[9]. Il 6 maggio 2014, ha concelebrato in Vaticano con un altro prete omosessualista, Michele de Paolis, a cui stringe le mani dopo la Messa davanti ai giornalisti incaricati di immortalare la scena[10]. Il Giovedì Santo del 2015, lavò i piedi ad un transessuale in una prigione, il quale dopo ricevette la santa Comunione[11]. Tutte queste immagini fecero il giro del mondo.

Nell’intervista dell’agosto 2013 con Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista gesuita La Civiltà Cattolica, dichiarò:

«Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”».[12]

Francesco si rifiuta dunque di dire che condanna l’omosessualità e, colmo della mala fede, pretende di far credere che l’amore che Dio nutre per gli omosessuali comporterebbe l’approvazione del loro peccato.

Nel corso del suo viaggio in USA, nel settembre 2015, Francesco concesse una sola udienza privata[13], ad una coppia omosessuale, di cui uno era una sua vecchia conoscenza in Argentina. La scena -ricordo che si trattava di un’udienza cosiddetta «privata»- fu filmata e diffusa immediatamente dalla stampa e mostrava Francesco che abbracciava e baciava il duo sodomita.

Quando Francesco parlò al Congresso degli USA, non disse una parola sul preteso «matrimonio» gay che era stato appena imposto per via giudiziaria in tutto il paese. Né disse una parola a proposito del crimine dell’aborto che in quel paese fa innumerevoli vittime ogni anno, e questo mentre poco tempo prima era esploso lo scandalo del traffico d’organi di neonati abortiti, ad opera del Planning Familial americano in vista della cosiddetta «ricerca medica».

Piuttosto, Francesco trova opportuno perorare la causa dell’abolizione della pena di morte, condannandola come intrinsecamente ingiusta e contraria alla «inalienabile dignità della persona umana», cosa che è falsa perché contraria alla rivelazione divina e al magistero della Chiesa. Francesco si erge quindi a favore della preservazione della vita degli assassini, ma non spende una parola su quella degli innocenti massacrati nel ventre materno.

Ecco delle cifre che illustrano perfettamente la mala fede di Francesco: l’anno scorso vi sono stati negli USA 1.200.000 aborti e solo 28 esecuzioni della pena capitale. Ma egli al Congresso parla contro la pena di morte e non del genocidio dei bambini non nati, né dei crimini perpetrati dal Planning Familial. Ed ecco un dato molto significativo: nel suo discorso al Congresso americano, su 3.500 parole pronunciate non una sola riguardava Nostro Signore Gesù Cristo, mentre invece occupavano un posto d’onore i nomi di attivisti di sinistra, come Dorothy Day o Martin Luther King.

Per concludere questa parte, ecco ciò che ha detto Francesco il 26 giugno scorso, nel corso della conferenza stampa sul volo di ritorno dall’Armenia. Ad un giornalista che gli ha chiesto cosa ne pensasse della dichiarazione del cardinale Marx, secondo cui la Chiesa cattolica dovrebbe chiedere perdono ai «gay» per averli «discriminati», egli ha risposto:

Francesco ha ricevuto un duo sodomita nell'unica udienza “privata” concessa durante la sua visita negli Stati Uniti.

«Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro; deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi… i cristiani devono chiedere scusa di non aver accompagnato tante scelte, tante famiglie... Io ricordo da bambino la cultura di Buenos Aires, la cultura cattolica chiusa... da una famiglia divorziata non si poteva entrare in casa! Sto parlando di 80 anni fa. La cultura è cambiata, grazie a Dio.»[14]

In questo modo, Francesco si fa apertamente portavoce dei nemici della Chiesa che passano il tempo ad attaccarla e a diffamarla e questa complicità è presentata apertamente senza alcun ritegno.

L’ideologia omosessualista[15]

Nel corso della conferenza stampa del 29 luglio 2013, tenuta in volo tra Rio de Janeiro e Roma, di ritorno dalla GMG, Francesco ebbe modo di dire: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Frase estremamente ambigua e inquietante, visto che il termine “gay” non designa genericamente gli omosessuali, ma soprattutto quelli che rivendicano pubblicamente la «cultura» e lo stile di vita dell’impurità contro natura.

Perché usare un termine che genera confusione, totalmente estraneo al vocabolario cattolico e tratto dal gergo della lobby “gay”, avallando così indirettamente il suo linguaggio sovversivo e manipolatore? Perché non premurarsi ad aggiungere, per evitare equivoci, che sebbene non si giudichi moralmente in sé la persona afflitta da questa tendenza, la pratica dell’atto invece realizza un comportamento gravemente disordinato sul piano morale?

Sorprendentemente, Francesco non l’ha fatto, e naturalmente, il giorno seguente, la stragrande maggioranza della stampa mondiale titolò l’articolo sull’atipica conferenza stampa pontificia riprendendo testualmente l’interrogativo formulato da Francesco. Si può parlare di incompetenza da parte di qualcuno che padroneggia alla perfezione l’arte della comunicazione mediatica? Difficile crederlo…

E se anche fosse così, il contesto esigeva che si eliminasse ogni rischio di ambiguità, esprimendo immediatamente le precisazioni opportune. Ma le precisazioni non ci sono state; né durante la conferenza stampa, né dopo; né per bocca di Francesco, né ad opera della Sala Stampa del Vaticano. E intanto, la stampa mondiale gongolava impudicamente per la sconcertante uscita bergogliana…

Nella lunga intervista concessa da Francesco alle riviste culturali gesuite, il 19, 23 e 29 agosto, pubblicata ne L’Osservatore Romano il 21 settembre, si sarebbe potuto supporre che Francesco non perdesse l’occasione per fare chiarezza su questa spinosa questione, troncando in toto le polemiche suscitate dalle sue infelici dichiarazioni e dissipando drasticamente la confusione e la diffusa inquietudine che esse avevano provocato.

Vediamo quindi se colse l’occasione per farlo: «A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono “feriti sociali” perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo [della Chiesa cattolica]. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile. Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia. Quando questo accade, lo Spirito Santo ispira il sacerdote a dire la cosa più giusta».

Ci sarebbe molto da dire su queste affermazioni. Molto, per usare un eufemismo, tranne che si distinguano per la loro chiarezza… Per motivi di brevità, mi limiterò solo ad alcune osservazioni superficiali:

1. Contrariamente a ciò che afferma, le dichiarazioni di Francesco brillano perché non hanno alcun riscontro nel Catechismo. In esso si trova chiaramente espressa la dottrina della Chiesa (§ 2357-2359), esattamente quella di cui Francesco non ha parlato nell’intervista, nella quale ha disseminato l’ambiguità, ha usato un linguaggio demagogico e ha aggiunto ancora più confusione.

2. È inconcepibile che possa dire che «la religione ha il diritto di esprimere la propria opinione al servizio della gente.» La religione? Quale? Che si tratti delle religioni in generale e cioè delle «grandi tradizioni religiose, che esercitano il fecondo ruolo di lievito della vita sociale e di animazione della democrazia» (Cfr. III)? Linguaggio sorprendente in bocca a chi si trova seduto sul trono di San Pietro…

Perché non dire semplicemente «la Chiesa»? E soprattutto, è indispensabile affermare che la Chiesa non esprime assolutamente «la sua opinione», essa ammaestra le nazioni, in conformità col mandato ricevuto dal suo Divino Maestro: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.» (Mt. 28, 19-20).

3. E continua dicendo: «ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile.» Ambiguità sibillina, caratteristica detestabile in chi ha ricevuto la missione di «ammaestrare tutte le nazioni», ma tratto classico sulle labbra di Francesco… Perché se l’uomo, in virtù del suo libero arbitrio, può rifiutarsi di obbedire alla Chiesa, tuttavia non è moralmente libero di farlo: la Chiesa ha ricevuto da Gesù Cristo il potere di obbligare le coscienze dei suoi fedeli (Mt. 18, 15-18).

Pretendere che «l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile», equivale a divinizzare la coscienza individuale e a farne un assoluto: siamo al cospetto del principio fondamentale della religione umanista e massonica del 1789: «Nessuno deve essere disturbato per le sue opinioni anche religiose» (Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, n° 10). Questa libertà di coscienza falsa e rivoluzionaria è già stata condannata dal magistero della Chiesa: Gregorio XVI ha definito che pretendere di «ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza» è, non solo assurdo, ma perfino «un delirio» (Mirari Vos, 1832).

4. Infine, il fatto di rispondere ad una domanda -…una persona… mi chiese se approvavo l’omosessualità- con un’altra domanda, che per di più è di un ermetismo poco comune, è indegno di colui a cui è stato affidato il compito di insegnare all’universalità del fedeli. Risposta nella quale si riscontra ancora quell’ambiguità esasperante che lo caratterizza, che non distingue tra la condanna del peccato e quella del peccatore, e dà ad intendere che il fatto di «approvare l’esistenza» (sic!) del peccatore renda inutile la riprovazione che esige il suo atto peccaminoso. Non v’è dubbio invece che Nostro Signore ci ha insegnato a parlare in un altro modo: «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.» (Mt 5, 37).

Ma ritorniamo alla conferenza stampa sull’aereo, tenuta dopo la celebrazione della GMG di Rio de Janeiro. Francesco aggiunse che queste persone «non debbono essere discriminate, ma integrate nella società.» A chi allude? A quelle che senza pudore alcuno si proclamano “gay” o a quelle che, patendo senza colpa la mortificante inclinazione contro-natura, si sforzano meritoriamente di vivere decentemente? Un’ulteriore ambiguità che naturalmente rimarrà senza alcun chiarimento del Vaticano, ma la cui interpretazione “progressista”, abbandonata ai “mezzi d’informazione di massa”, sarà quella che si imporrà con forza nell’immaginario collettivo.

Ma in verità, vi è qualcosa di peggio della ricorrente ambiguità bergogliana presente in questa affermazione, e che si manifesta in quel dilemma irrisolto prima segnalato. Mi riferisco al fatto che le sue parole, non solo seminano l’ambiguità, elemento sufficiente per metterle in discussione, ma sono puramente e semplicemente false. Esse afferiscono all’ideologia ugualitaria della lotta «contro le discriminazioni», che promuovono i partigiani del femminismo e dell’omosessualismo, genuina macchina da guerra al servizio della legittimazione di quelle tante aberrazioni che il partito del «progresso» si sforza di inventare, con particolare riferimento all’infame “matrimonio” omosessuale.

Dov’è la falsità? Nel fatto che anche nel secondo corno del dilemma posto prima, è perfettamente legittimo e ragionevole effettuare certe discriminazioni che, in relazione al bene comune della società, emarginino queste persone in determinati contesti. È quello che la Chiesa ha sempre fatto, per esempio, riguardo al sacerdozio, alla vita religiosa e all’educazione dei bambini. Inutile dire che dette discriminazioni sono ancora più legittime quando si tratta di persone che, oltre ad avere una tendenza disordinata, conducono una vita omosessuale attiva, foss’anche in maniera discreta; e sono legittime, a fortiori, se si ha a che fare con chi esibisce pubblicamente e svergognatamente i suoi cattivi costumi, rivendicando orgogliosamente i suoi fantasiosi diritti: mi riferisco ai “gay”, per impiegare l’atipico vocabolo bergogliano, certamente inusitato nel linguaggio di un successore di San Pietro.

Gli individui appartenenti a quest’ultima categoria, quella degli ideologi della causa omosessualista, per esempio gli organizzatori del Gay Pride e i militanti delle associazioni sovversive tipo Act-Up, hanno ancor meno diritto di essere «integrati nella società», mentre invece dovrebbero esserne esclusi giustamente e senza tanti complimenti; come gli accoliti della setta LGBT che hanno ancora meno diritto di essere esentati da «ogni forma di discriminazione», e dovrebbero essere privati della libertà e allontanati senza troppe cerimonie dalla vita sociale per aver attentato al pudore ed aver indotto alla corruzione la gioventù.

Ritornando alla conferenza stampa pontificia in aereo, assistiamo sbalorditi alla prosecuzione dello strano discorso di Francesco davanti ad un pubblico affascinato dalla sua disarmante spontaneità e dal tenore altamente mediatico delle sue parole: «Il problema non è avere questa tendenza, … Il problema è fare lobby di questa tendenza, questa è la cosa grave, perché tutte le lobby sono un male».

Purtroppo, questa affermazione è del tutto gratuita e non regge al minimo esame: che il fatto di avere questa tendenza costituisca per la persona interessata un grave problema di ordine psicologico e morale, nonché un serio motivo di preoccupazione per il suo ambiente, è cosa indiscutibile. Ma pretendere che l’omosessualità non sia un problema, se non quando si abbia una “lobby”, è una notoria fallacia che contribuisce a banalizzare l’omosessualità e a renderla accettabile.

Infine, è necessario precisare che, contrariamente a quanto sostiene Francesco, nessuna lobby è intrinsecamente cattiva. Infatti, dato che una lobby è «un insieme di persone che si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi» (Dizionario Treccani), essa sarà buona nella misura in cui si batte per cause giuste, e cattiva quando si impegna per cause inique. Per fare un esempio, le azioni condotte dai gruppi femministi in favore dell’aborto, sono riprovevoli, mentre quelle condotte dai gruppi pro-vita per lottare contro la legalizzazione dello stesso crimine, sono encomiabili.

Tutte queste affermazioni di Francesco sono particolarmente aggravate dal contesto internazionale in cui vengono espresse, e cioè nel bel mezzo di una violenta battaglia culturale tra sostenitori e oppositori del “matrimonio” omosessuale, che si sta diffondendo a macchia d’olio su scala planetaria. E’ difficile attribuire a queste affermazioni solo eventuali inesattezze di linguaggio, così come sembra impossibile negare la complicità oggettiva delle parole di Francesco con i propositi manifesti dalla lobby “gay”: normalizzazione dell’omosessualità e legittimazione delle sue insostenibili rivendicazioni sociali.

Queste dichiarazioni hanno seminato confusione tra i cattolici e hanno favorito oggettivamente i nemici di Dio, che lottano ferocemente perché vengano riconosciuti i presunti “diritti” degli omosessuali all’interno della Chiesa e nella società civile. Prova inconfutabile di ciò è che la più autorevole pubblicazione della comunità LGBT negli Stati Uniti, The Advocate, ha eletto Francesco come «Persona dell’anno 2013», sperticandosi in lodi per il suo atteggiamento di apertura e di tolleranza nei confronti degli omosessuali.

Ecco, a titolo di esempio, tre casi che permettono di prendere coscienza della gravità del contesto in cui si situano queste infelici dichiarazioni. Esse sono giunte appena due mesi dopo che il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha celebrato a Genova i funerali di Don Gallo, famoso prete comunista e anarchico, difensore dell’aborto e della causa omosessuale; durante i funerali il cardinale ha tessuto l’elogio di questo prete e ha permesso che due omosessuali facessero l’apologia dell’ideologia LGBT nel corso della lettura della “preghiera universale”, nella quale hanno ringraziato il prete apostata per averli aiutati a “sentirsi creature trans-gender (sic!) desiderate e amate da Dio”, dopo di che ha distribuito loro la comunione, profanando così le sante specie eucaristiche, scandalizzando enormemente i fedeli e seminando la confusione nelle anime.

Cosa più inquietante è che non c’è stata alcuna reazione ufficiale del Vaticano, che riprovasse i fatti. Vale la pena sottolineare che Don Gallo ha esercitato il suo “ministero pastorale” in totale impunità, senza mai essere molestato o punito dalla gerarchia ecclesiastica. E va aggiunto che i funerali si sono svolti in forma ufficiale, celebrati con gran pompa nientemeno che dalla figura più importante dell’episcopato italiano, omelia ditirambica inclusa.

Altro fatto sintomatico, scelto tra molti altri: la Pontificia Università San Francesco Saverio di Bogotà, in Colombia, fondata e gestita dai gesuiti, da dodici anni organizza un annuale «Ciclo Académico Rosa», che promuove sfacciatamente lo stile di vita “gay”. Nel 2013, per la prima volta, si sarebbe dovuto svolgere nei locali dell’Università, dal 28 al 30 agosto. La cosa ha causato la forte reazione dei laici indignati, i quali, grazie ad un comportamento degno di un’autentica “lobby” cattolica, hanno costretto l’Università a trovare un altro posto per organizzare il suo immondo incontro di degenerati.

Inutile dire che da parte delle autorità accademiche non vi fu alcuna sanzione nei confronti degli organizzatori dell’infame evento. Cosa che va da sé nell’era del culto del “dialogo” con l’errore e in tempi di esaltazione del “pluralismo” ideologico… E questa impunità dura già da dodici lunghi anni. Nessuna sanzione neanche da parte della Conferenza Episcopale Colombiana; mentre appare inutile sottolineare l’assoluto silenzio del Vaticano.

Il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, dà la comunione all'attivista transessuale LGBT Vladimir Luxuria, durante i funerali del “sacerdote” omosessuale Don Gallo

Da notare la reazione del direttore dell’Università, Padre Joaquin Emilio Sanchez: essa fu immediata e altamente edificante. Infatti, in un duro comunicato stampa indirizzato alla “comunità educativa”, espresse la sua indignazione per la «violazione della legittima autonomia universitaria», e dichiarò che «nessuna discriminazione sarà tollerata» e avvisò i suoi avversari minacciandoli che «stiamo effettuando tutti i passi necessarii presso le autorità competenti perché la situazione tanto irregolare e dolorosa che stiamo vivendo a causa del “ciclo rosa” non si ripeta mai più».

Da parte sua, il Padre Carlos Novoa, ex Rettore dell’Università, professore di teologia morale e in possesso di un dottorato di ricerca in “etica sessuale”, promotore spudorato dell’aborto, ha osservato che la misura «rivela un ritorno dell’Inquisizione in una parte della Chiesa cattolica ed è la risultante della presenza di gruppi oscurantisti e fanatici.» La sua pubblica posizione contraria all’insegnamento del magistero ecclesiale non gli ha procurato alcuna sanzione da parte della Gerarchia del suo paese, e ancor meno da parte delle autorità della detta Università “pontificia”. Questo prete edificante continua alacremente ad esercitare il suo “ministero pastorale”, dispensando con impegno il suo “insegnamento universitario” agli studenti, i quali, immaginano di ricevere un’educazione cattolica, e invece sono soggetti alla perversione sistematica delle loro intelligenze.

Francesco cammina mano nella mano con il sacerdote anarchico e omosessuale Luigi Ciotti

Il terzo e ultimo esempio viene dall’Università Cattolica di Cordoba, in Argentina, anch’essa diretta dai gesuiti. In un’intervista pubblicata il 12 agosto 2013, il Padre Rafael Velasco, rettore dell’Università dal 2005 e grande specialista in “diritti umani”, in mezzo a una litania di dichiarazioni eterodosse, ci ha fatto l’onore di metterci a parte della sua profonda visione teologica:

«Se la Chiesa vuole essere un segno del fatto che Dio è vicino a tutti, cosa che essa deve fare, prima di tutto non deve escludere nessuno. Deve effettuare riforme molto importanti: i divorziati devono essere ammessi alla comunione, gli omosessuali, quando vivono in maniera stabile con i loro compagni, devono comunicarsi anch’essi. Diciamo che la donna è importante, ma la escludiamo dal ministero sacerdotale. Questi sono i segni che sarebbero più comprensibili

Questi tre casi che ho citato, tratti da un interminabile elenco di situazioni simili, illustrano molto bene il continuo progresso, consentito e incoraggiato, dell’ideologia omosessualista e della “teoria del genere” all’interno della Chiesa. Ed è proprio in questo contesto allarmante di progresso permanente e inarrestabile delle idee LGBT, tanto nella società civile quanto in seno al clero, che si inscrivono le parole inaudite pronunciate da Francesco nella conferenza stampa internazionale tenuta in pieno volo, come a coronamento della super-mediatizzata GMG di Rio de Janeiro: «Chi sono io per giudicare una persona “gay”?»

Francamente, devo ammettere che tutto questo è come un brutto sogno, un incubo indescrivibile dal quale desidero svegliarmi quanto prima…

Per maggiori informazioni:

amazon.com/…n:133140011,p_27:Miles Christi

saint-remi.fr/fr/35-livres

[1] lavoz.com.ar/…-y-por-iniciativa-de-una-monja

[2] vidanuevadigital.com/…ue-rescata-a-las-transexuales/

[3] buzzfeed.com/lucasfauno/la-hermana-monica

[4] “Mi sento una donna, Dio mi punirà?”, Ha chiesto alla sorella un'insegnante di 23 anni. Monica ha risposto: “Dio non ti punirà. Dio cerca la nostra felicità, Dio non ci ha creati infelici e se non sei felice così, io so cosa vuoi essere”. - buzzfeed.com/lucasfauno/la-hermana-monica

[5] Dichiarazione del 31 maggio 2019: adelantelafe.com/…-la-iglesia-de-nuestro-tiempo/

[6]elpais.com/…ualidad/1526687428_156217.html novusordowatch.org/…sexual-god-made-you-like-that/

[7] Tratto da un articolo pubblicato il 15/08/2016.

[8]elmundo.es/…/54c7e217268e3e6e518b4572.html

[9] traditioninaction.org/…volutionPhotos/A579-Ciotti.htm

[10] intuajustitia.blogspot.com/…days-ago-salesians-of-don.html

[11] chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351258.html traditioninaction.org/…evolutionPhotos/A621-Trans.htm

[12]vatican.va/…130921_intervista-spadaro.html

[13] theguardian.com/…kim-davis-audience-gay-student - edition.cnn.com/…pope-gay-washington/index.html - lifesitenews.com/…sy-was-with-former-gay-student

[14]vatican.va/…armenia-conferenza-stampa.html

[15] Tratto da un articolo pubblicato il 15/09/2013.
Gaetano2
A quanto pare, quando l'accoglione parla di "donne" nella chiesa intende riferirsi ai trans nella neochiesa...
Massimo M.I.
A scavare nella cacca non se finisce più, cerchiamo la Luce è meglio!
Montfort AJPM
Contro la lobby LGBT, il Daily Rosary !
Montfort AJPM condivide questo
9
Francesco promuove l'agenda LGBT, e lui è il Papa?
ferralex
"Dio, che non è andata in seminario né ha studiato teologia, ti pagherà abbondantemente" questo succede quando si pone la "teologia" al di sopra di Dio.
N.S.dellaGuardia
E si fa dire a Dio ciò che piace a noi...
Miles - Christi
Per maggiori informazioni sulle innumerevoli eresie e blasfemie di Francesco, si può consultare i libri: L’impostura bergogliana: I. Cronache di un empio e L’impostura bergogliana: II. La misura è colma!, pubblicati dalle Éditions Saint-Remi in quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo): saint-remi.fr/fr/35-livres - amazon.fr/…outique-Kindle-Miles-Christi/s