Una lucida e preoccupante analisi di un cattolico antimodernista, Francesco Lamendola:
“Questi mesi senza la santa Messa, senza la santa Pasqua, senza il Sacrificio Eucaristico, con le chiese chiuse ai fedeli e con un clero improvvisamente impaurito e latitante, dopo che ci aveva rintronato gli orecchi con il ritornello dell’accoglienza dei migranti e della vicinanza al prossimo bisognoso, sono i segni tangibili della morte del cattolicesimo. La Chiesa, poi, era morta ancor prima: non di morte naturale, ma assassinata dal falso clero traditore e modernista, affiliato alle logge massoniche e prostrato davanti agli interessi del mondo, specialmente della grande finanza. La Chiesa è morta da quando ha rinunciato a dire con forza ciò che andava detto, ad annunciare dai tetti la verità del Vangelo; da quando, per non urtare le suscettibilità del mondo, ha incominciato a tacere sul divorzio, poi sull’aborto, poi sulle unioni e le adozioni omosessuali, infine sull’eutanasia. Quando un clero “cattolico” arriva a tacere su queste cose, o, peggio, a giustificarle, e al tempo stesso non si occupa d’altro, almeno a parole, che dei migranti, del clima e dell’ambiente, ciò significa che di cattolico non ha più nulla, neppure l’ombra. E che nel Palazzo apostolico, o meglio nella Casa Santa Marta, non abita più il vicario di Cristo, ma il servo dell’Anticristo. Un uomo talmente superbo e talmente luciferino da voler impartire una grottesca benedizione Urbi et Orbi al centro di una Piazza San Pietro completamente vuota, e sempre senza inginocchiarsi, sempre senza un briciolo di timor di Dio, ma seguitando a proferire bestemmie ed eresie, imperterrito, incorreggibile. Da ultimo, contro la Vergine Santissima: che non è, a suo dire, Corredentrice e nemmeno Regina, ma solo una donna, una donna qualsiasi, una donna che dubitava; una donna che, se avesse educato meglio suo figlio, non lo avrebbe poi visto morire sulla croce. Ma si possono dire tali cose e non suscitare una rivolta generale da parte dei cattolici? Ebbene, il fatto che non c’è stata alcuna rivolta e che solo pochissimi hanno rilevato la sconvenienza, la perfidia e la malvagità di quelle parole è l’ennesima dimostrazione del fatto che la Chiesa è morta, che non esiste più – sempre, beninteso, nella sua componente terrena e visibile. Se nella Chiesa vi fosse stata ancora un po’ di vita, parole così ignobili non sarebbero state tollerate neppure se a pronunciarle fosse stato l’ultimo prete di campagna, l’ultimo diacono o catechista. Ora le dice colui che viene chiamato papa, e non succede nulla. C’è bisogno di altre prove?”
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