Che Natale sarebbe senza...

Tra poche settimane sarà Natale. Cosa ha da dirci questa festa grandiosa cosi sentita anche da chi non crede?

"Et Verbum caro factum est et abitavit in nobis!" (Gv cap. 1).
Il Verbo si è fatta carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Dio assume la carne umana, decide di entrare nello spazio e nel tempo della storia umana e di nascere come nascono tutti gli uomini: dal grembo di una donna. Solo un seno senza macchia poté contenere Colui che l'universo interno non può contenere. Solo l'amore della tutta pura poté comprendere quel disegno ineffabile del Padre che nessuna mente umana poteva comprendere. Il Verbo, la seconda persona della Trinità, si incarna e si fa uomo tra gli uomini. Questo è il Natale!
Cosa ha da dirci questo evento storico? Perché Dio si è incarnato? Se lo si domanda ai bambini del catechismo si sentirà rispondere: "Per salvarci!" Ed è esatto! Ma salvarci da cosa? Io a parte qualche difficoltà economica e qualche problema familiare e di salute non posso dire di aver bisogno di essere salvato da qualcosa. E' un pensiero comune no? Eppure se Dio ha agito così per salvarci, ci deve essere qualcosa o qualcuno da cui dobbiamo guardarci. La risposta che dà la chiesa è chiara: Dio si è incarnato per salvarci dal peccato, dalla schiavitù del demonio e quindi dall'inferno eterno. Detto altrimenti: si è incarnato per riaprirci le porte del paradiso che erano state chiuse a causa del peccato. Questa è la dottrina cattolica divinamente rivelata. Potremmo avere mille opinioni sul perché Cristo si sia incarnato, ma questo è ciò che Egli ha detto di sé: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". Se tutto questo è vero come è vero, allora la mia vita, la vita di ognuno di noi, non può rimanere indifferente di fronte a questo evento. Abbiamo il dovere morale e umano di reagire e di prendere posizione di fronte a questo fatto. Possiamo reagire scandalizzandoci, come fecero i giudei al tempo di Cristo, che volevano metterlo a morte perché si faceva uguale a Dio, come poi riuscirono a fare, oppure possiamo metterci in ginocchio come i re magi, davanti a quel bambino riconoscendo in quei vagiti la risposta di Dio alla domanda di senso che ognuno di noi porta dentro. L'importante è non rimanere passivi. Sarebbe la più grande sciagura! Sarebbe come dire che dentro siamo morti, che siamo delle pietre. Sarebbe la fine di ogni speranza per una vita che di vita mantiene solo l'apparenza esteriore del movimento.

Se Dio si è fatto carne questo deve dirmi che io valgo, che io sono importante, che sono necessario, che la mia esistenza ha un senso e che la mia vita non è uno sbaglio, non è frutto del caso, come affermano quelle persone sopra citate che vivono come pietre senza la minima speranza di trovare il senso della propria esistenza perché impedite da pregiudizi che corrompono il cuore in modo decisivo. Se Dio si è incarnato significa che la mia sorte è in pericolo! Significa che io ho bisogno di questa visita, che ho bisogno della sua morte in croce! Dio infatti si è incarnato solo per questo! Se questo è vero, come è vero, allora il peccato è una cosa seria! Le mie scelte dunque sono davvero rilevanti. Allo stesso tempo questo significa che per me c'è ancora speranza perché Dio mi ama! Allora cosa debbo fare, come devo vivere questo Natale che sta per venire se non mettendomi in ginocchio e accostarmi con piena fiducia al trono della Grazia per mezzo dei sacramenti che attualizzano l'incarnazione, la morte e la risurrezione di Cristo per me, nello spazio e nel tempo in cui mi trovo? Confessandosi infatti l'uomo ritrova la grazia perduta a causa del peccato, il motivo per cui Cristo è venuto! Comunicandosi l'uomo si fonde con l'uomo Dio Gesù divinizzandosi e può partecipare alla sua vita divina. Un Natale senza preghiera, senza sacramenti, non è un Natale. Se mancano queste cose, Cristo è venuto inutilmente! Sono persuaso che non ci sia niente di più importante di saper approfittare bene dei sacramenti! Una confessione ben fatta, non a tirar via, è la fonte di ogni grazia! Una comunione ben fatta, non come molti la fanno oggi, è già il paradiso sulla terra. Infine, ma non meno importante, fare esperienza in questo Natale dell'amore della Madre! Maria infatti è madre di Cristo come lo è di ogni battezzato! Che Natale sarebbe senza la vicinanza della Madre, vissuta ad esempio con la recita personale o familiare del Rosario? Questi dunque sono i propositi che faccio per il Natale che vivrò quest'anno e che vorrei molti altri facessero perché sono frutto di un cammino che la Misericordia divina ha voluto far fare e che produrrà a suo tempo i tanto sospirati frutti. Cosi sia.

di Cristiano M.G.