Di Roberto Lopez

Vladimir Vladimirovich (Putin) è a mio parere un patriota di San Pietroburgo, la culla della Russia moderna (da Pietro il grande in poi), che incarna il pragmatismo ma anche la spiritualità dell'animo russo. Forgiato nel socialismo reale ha vissuto molti anni in Germania est a contatto con l'occidente (il nemico di allora) per cui è riuscito a comprendere quale poteva essere un modo di cambiare la Russia. In questo ventennio di potere ha ricostruito una Patria, fatto aumentare il reddito pro capite di 5 volte ma soprattutto ridato una dignità ad un popolo distrutto dal socialismo reale prima e dagli oligarchi poi (quasi tutti ebrei) al servizio degli angloamericani nell'era Yeltsin.
Appena andato al potere (1999), gli americani hanno capito subito che stava nascendo un problema di mancata egemonia per loro e infatti nel 2002 sono usciti dal trattato missili ABM, nel 2008 hanno sobillato la rivolta anti Ossezia in Georgia, hanno spinto la NATO verso est, nel 2014 con la rivolta di p.zza Maidan a Kiev, hanno piazzato filoamericani al governo dell'Ucraina e alimentato lo scontro con le aree russofone, nel 2016 e 2018 hanno piazzato missili ABM in Polonia e Romania, nel 2018 sono usciti dal trattato INF (missili media gittata), nel 2020 hanno sobillato la rivolta in Bielorussia e nel 2022 quella in Kazakistan. Loro lo chiamano "contenimento" forse sarebbe meglio chiamarlo accerchiamento. Putin in tutto questo periodo ha dimostrato sangue freddo continuando a vendere gas e petrolio all'Occidente meno astioso (Germania Italia Ungheria ecc..). Adesso con il comico ebreo Zelenski nelle mani dei suoi nemici tutto è possibile, anche per un freddo calcolatore come lui.